Olio in pericolo: AIFO avverte il governo sulla crisi dei frantoi

Olio in pericolo: AIFO avverte il governo sulla crisi dei frantoi

Olio in pericolo: AIFO avverte il governo sulla crisi dei frantoi

Redazione Vinamundi

22 Settembre 2025

L’industria olearia italiana si trova attualmente di fronte a una sfida significativa, a causa dell’entrata in vigore del nuovo decreto legge del settembre 2024. Secondo l’Associazione Italiana Frantoi Oleari (AIFO), questo provvedimento potrebbe portare a una vera e propria paralisi dei frantoi. Nella lettera indirizzata al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e al sottosegretario Patrizio La Pietra, AIFO ha espresso preoccupazioni riguardo alle “gravi criticità applicative” del Decreto Ministeriale 460947 del 18 settembre 2024.

il decreto e le sue implicazioni

Il decreto stabilisce che i commercianti di olive devono consegnare la materia prima ai frantoi entro sei ore dall’acquisto presso l’olivicoltore. Sebbene l’intento sia quello di aumentare la qualità dell’olio extravergine, la rigidità di questo termine potrebbe avere effetti devastanti per l’intera filiera.

problematiche logistiche

La logistica diventa un aspetto cruciale in questa discussione. Con un termine così ristretto, il trasporto delle olive su medie e lunghe distanze risulta logisticamente impossibile. Questo costringe i frantoi a limitarsi a un raggio di approvvigionamento molto ridotto, impedendo loro di:

  1. Selezionare cultivar provenienti da diverse aree del paese.
  2. Produrre oli unici e distintivi, elementi che caratterizzano il panorama olivicolo italiano.

Inoltre, le aziende situate in territori a bassa densità olivicola affrontano enormi difficoltà nel procurarsi la materia prima necessaria. Non solo rischiano di chiudere, ma si crea anche una segmentazione del mercato che isola alcuni territori, discriminando in base alla posizione geografica delle aziende.

impatti sugli olivicoltori

Le ripercussioni di queste normative si estendono anche agli olivicoltori, che vedrebbero ridursi la platea di potenziali acquirenti. Di conseguenza, i prezzi potrebbero subire un calo significativo, mettendo a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole. AIFO ha messo in evidenza come una norma pensata per garantire freschezza e qualità possa, paradossalmente, impoverire la diversità dell’offerta nazionale e frenare l’innovazione nel settore.

In vista di queste problematiche, AIFO ha richiesto un rinvio di almeno un anno dell’entrata in vigore del decreto, attualmente prevista per il 1 luglio 2025. Alberto Amoroso, presidente di AIFO, ha sottolineato l’importanza di aprire un tavolo di confronto immediato con tutte le rappresentanze della filiera. Secondo Amoroso, è fondamentale trovare soluzioni alternative che tutelino la qualità del prodotto senza compromettere la libertà di mercato e la sostenibilità economica dei frantoi italiani.

La questione non è solo tecnica, ma tocca direttamente la vita di molte persone e comunità che dipendono dalla produzione e dalla vendita dell’olio d’oliva. La tradizione olearia italiana è un patrimonio culturale e gastronomico che merita di essere preservato. Ogni anno, milioni di turisti visitano le regioni italiane per assaporare gli oli locali, contribuendo in modo significativo all’economia delle zone produttrici.

Le istituzioni devono ascoltare le richieste degli operatori del settore e lavorare per trovare un equilibrio tra qualità e sostenibilità economica. Le sfide del mercato globale richiedono un approccio innovativo e flessibile, capace di adattarsi alle esigenze di tutti gli attori della filiera. L’olio d’oliva non è solo un prodotto, ma un simbolo della cultura e della storia italiana; la sua valorizzazione deve essere un obiettivo condiviso da tutti.

Con la crescente attenzione verso la salute e il benessere, l’olio extravergine d’oliva sta conquistando sempre più spazio sulle tavole di tutto il mondo. Le sue proprietà benefiche sono riconosciute e apprezzate, rendendolo un elemento fondamentale della dieta mediterranea. È essenziale che le politiche agricole non solo tutelino la qualità del prodotto, ma ne promuovano anche la diffusione e la valorizzazione a livello internazionale, affinché l’olio italiano possa continuare a brillare sulla scena globale.

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