
Minacce di morte e solidarietà: la ristoratrice di Napoli racconta la sua storia
Nella vivace Napoli, dove la cultura culinaria si intreccia con la storia e la politica, la Taverna Santa Chiara è diventata recentemente il centro di un acceso dibattito. Nives Monda, la ristoratrice del locale, ha affrontato una tempesta mediatica dopo una lite con una turista israeliana, accusata di antisemitismo e di averla cacciata dal ristorante. Ma Nives non è rimasta in silenzio: ha deciso di far sentire la sua voce, raccontando la sua versione dei fatti e lanciando un appello alla solidarietà.
L’incidente al ristorante
La lite è avvenuta il 3 maggio, durante un affollato pranzo del sabato. Diverse persone erano presenti nel ristorante, tra cui turisti e abitanti del posto. Nives spiega che, a un certo punto, una coppia di turisti ha iniziato a conversare con una famiglia di cinque persone. La turista israeliana ha parlato della bellezza di Israele e della sicurezza nel suo Paese, minimizzando il conflitto in corso. Nives, percependo un certo imbarazzo tra i presenti, si è avvicinata per chiarire la posizione del suo ristorante: “Noi abbiamo aderito a una campagna che si chiama Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana, che è contro il genocidio palestinese”.
Le parole di Nives non sono andate giù alla turista, che ha immediatamente reagito, dichiarando di essere sionista e iniziando a riprendere la scena con il suo cellulare. “Io mi sono allontanata perché volevo dirle di smettere di riprendere”, racconta Nives, “ma lei era molto agitata e ha cominciato a urlare, accusandomi di essere una supporter dei terroristi”. La situazione è degenerata rapidamente, attirando l’attenzione degli altri clienti.
Le conseguenze della polemica
Dopo che la turista se ne è andata, ha pubblicato un video della lite sui social media, dando il via a una valanga di accuse contro Nives e il suo ristorante. “Non è stata cacciata, ha consumato e ha anche gradito”, chiarisce la ristoratrice. Tuttavia, il video ha scatenato minacce e insulti, con Nives che ha ricevuto messaggi inquietanti, tra cui minacce di morte. “Mi hanno detto che dovevo essere bombardata, e una signora ha persino scritto che dovevano venire a prendermi sotto casa”, racconta con un tono di preoccupazione.
Nonostante la paura, Nives si è detta fortunata ad avere il supporto della comunità. “La mia vita è cambiata, ma non sono sola. Ho tanta gente intorno che mi dà forza”, afferma. Dopo l’accaduto, un’ondata di solidarietà è partita da Napoli, con molti clienti che si sono presentati al ristorante per dimostrare il loro supporto. “Al momento abbiamo una folla di gente fuori, e abbiamo dovuto chiudere il sito di prenotazioni online perché le richieste sono fioccate”, racconta Nives, visibilmente toccata dall’affetto dimostrato dai napoletani.
Riflessioni sulla politica e la comunità
Il ristorante, piccolo ma accogliente, ha visto un incremento significativo dell’afflusso di clienti, che si sono mobilitati per sostenere Nives e il suo staff. “Siamo in overbooking almeno fino a dopodomani”, dice, con un sorriso che nasconde la fatica della situazione. La ristoratrice ha anche commentato il fatto che la campagna contro l’apartheid israeliana è un tema che tocca profondamente la sua vita e le sue scelte professionali. “Io prendo delle posizioni e faccio delle scelte. Questa è politica”, afferma con determinazione.
Nives ha voluto chiarire che, nonostante le sue posizioni politiche, il ristorante è aperto a tutti, indipendentemente dalle loro idee. “Né noi né gli avventori presenti hanno messo in discussione il diritto della signora di stare nel locale. La signora ha pranzato tranquillamente”, afferma, insistendo sul fatto che le discussioni su temi delicati dovrebbero essere affrontate con rispetto e apertura.
La vicenda ha sollevato interrogativi su come la politica possa influenzare anche i luoghi di ritrovo quotidiani come i ristoranti. “La politica si fa nelle proprie scelte, in tutta la vita, e non lo vieta nessuna legge”, sottolinea Nives, invitando tutti a riflettere su come le nostre decisioni quotidiane possano avere un impatto più ampio.
In un contesto in cui le tensioni geopolitiche e le opinioni divergenti possono sfociare in conflitti anche nei luoghi più insospettabili, la storia di Nives Monda e della Taverna Santa Chiara è un esempio di come la solidarietà e il supporto della comunità possano fare la differenza. La ristoratrice, forte della sua esperienza, continua a portare avanti il suo locale, dimostrando che anche nei momenti più difficili è possibile trovare il sostegno di chi crede nella giustizia e nel dialogo.