
Mediobanca prevede un aumento del 15% nella produzione di vino italiano per il 2024
Il settore vitivinicolo italiano si trova in una fase di crescita significativa, come dimostrato dal recentissimo Report di Mediobanca. Nel 2024, la produzione di vino in Italia ha visto un incremento del 15,1% rispetto all’anno precedente, un risultato sorprendente in un contesto globale di riduzione della produzione. Questo aumento si accompagna a un consumo pressoché stabile, con una leggera crescita dello 0,1%, che porta il consumo pro-capite a 37,8 litri all’anno.
Un dato rilevante è il saldo commerciale del settore, che negli ultimi venti anni ha mostrato una crescita media annua del 5,5%. Nel 2004, il saldo era di soli 2,6 miliardi di euro, mentre nel 2024 ha raggiunto i 7,5 miliardi. L’Italia si conferma, secondo i dati dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), il primo esportatore mondiale di vino in termini di quantità, con 21,7 milioni di ettolitri, e il secondo per valore, con 8,1 miliardi di euro, superata solo dalla Francia.
analisi del report di mediobanca
L’analisi di Mediobanca si basa su un campione di 255 delle principali società di capitali italiane, tutte con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro, per un ricavo aggregato di 11,7 miliardi di euro, rappresentando il 94,9% del fatturato nazionale del settore. Lo studio non si limita a fornire dati sulla produzione e sulle vendite, ma include anche un focus sulle operazioni di fusione e acquisizione (M&A), sulla governance aziendale e sulle iniziative di sostenibilità.
Una tendenza importante emersa dai dati è quella dell’internazionalizzazione del vino italiano. Oggi, quasi una bottiglia di vino su due viene consumata in un paese diverso da quello di produzione. Il rapporto tra esportazioni e consumi è passato dal 27% del 2000 al 46,6% nel 2024, dimostrando un forte interesse per i vini italiani all’estero, nonostante il calo della produzione mondiale, che ha visto una contrazione del 4,8% nel 2024.
prospettive future del settore
Guardando al futuro, i principali produttori di vino italiani prevedono una crescita delle vendite complessive del 1,7% e del 2% per l’export nel 2025. Anche il segmento delle bollicine mostra segni di ottimismo, con un aumento previsto dei ricavi del 4,4%, specialmente per quanto riguarda le esportazioni, che potrebbero crescere del 6,1%. I vini fermi, invece, si aspettano una crescita più modesta del 0,9% in termini di vendite complessive e dell’1,2% per l’export.
Nel 2024, i maggiori produttori di vino italiani hanno chiuso l’anno senza variazioni significative, registrando un incremento dello 0,3% rispetto al 2023 e una crescita dell’export dello 0,7%. I vini frizzanti hanno avuto una performance particolarmente positiva, con un aumento delle vendite oltreconfine del 9,1%.
Il settore dell’enoturismo ha mostrato risultati incoraggianti nel 2024, con ricavi cresciuti del 9% rispetto all’anno precedente. Circa il 75% delle aziende vinicole offre visite in cantina, evidenziando come il connubio tra vino e turismo stia diventando sempre più forte.
focus sul vino biologico e sostenibilità
Un altro aspetto interessante riguarda il vino biologico, che ha raggiunto il 5% del mercato, sebbene le vendite siano diminuite del 2,6%. Al contrario, i vini naturali e vegani stanno crescendo rispettivamente del 4,2% e del 31,7%, segno di un crescente interesse dei consumatori verso prodotti sostenibili e alternativi. Inoltre, il 60% delle aziende ha iniziato a redigere report sulla sostenibilità, con una crescente attenzione verso le tematiche ESG (Environmental, Social and Governance).
Le principali aziende del settore si confermano forti anche nel 2024, con Cantine Riunite-GIV al primo posto con un fatturato di 676,6 milioni di euro, seguita da Argea e IWB. Alcune aziende, come Fantini Group e Ruffino, mostrano percentuali di export molto elevate, superando il 90%. Questo evidenzia non solo la capacità di queste imprese di adattarsi al mercato internazionale, ma anche la qualità e l’appeal del vino italiano nel panorama globale.
L’assetto proprietario delle aziende vinicole italiane resta fortemente legato alla dimensione familiare, con il 65% del patrimonio netto detenuto da famiglie. Questa caratteristica conferisce al settore una stabilità unica, anche in tempi di incertezze economiche. Tuttavia, le sfide non mancano: l’incertezza economica, i cambiamenti nei gusti dei consumatori e il potenziale impatto di nuove normative preoccupano gli operatori del settore.
Le aziende stanno cercando di affrontare queste sfide investendo in nuove strategie e ampliando i loro mercati. La priorità è data all’apertura verso nuovi mercati e allo sviluppo di categorie di vino no/low alcol, mentre il capitale umano è ritenuto essenziale per il futuro del settore. Con un panorama così dinamico, il vino italiano continua a rappresentare non solo una tradizione culturale, ma anche una significativa opportunità di crescita economica.