Milano, 5 giugno 2025 – L’Italia si prende il primo posto in Europa per l’export di formaggi verso i Paesi extra-Ue, superando la Germania sia per quantità che per valore. Nei primi sei mesi dell’anno, secondo i dati diffusi da Assolatte basati sulle rilevazioni della Commissione europea, il settore caseario italiano ha esportato 97.663 tonnellate di formaggi per un valore di 968,2 milioni di euro. Un risultato che triplica la crescita media europea e che, come sottolineano gli addetti ai lavori, premia la filiera nazionale in un momento internazionale ancora incerto.
Italia batte Germania: nuovo record nell’export di formaggi extra-Ue
Il sorpasso sulla Germania, storico rivale del settore, arriva dopo mesi di risultati positivi sui principali mercati. Assolatte spiega che i dati riguardano le esportazioni verso Paesi fuori dall’Unione europea, dove l’Italia si è distinta non solo per il valore delle vendite – già ai vertici negli anni scorsi – ma anche per la quantità effettivamente spedita. “Superare la Germania è un segnale forte della capacità dell’industria casearia italiana di espandersi ovunque e mantenere il valore anche in un momento di difficoltà globale”, ha detto Paolo Zanetti, presidente dell’associazione.
Non tutti i mercati però hanno reagito allo stesso modo. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno mostrato segnali di rallentamento a causa delle incertezze sui dazi commerciali. Anche in Cina e Giappone la domanda è stata più fiacca rispetto al passato recente. Ma in altri Paesi extra-Ue la crescita è stata evidente: nel Regno Unito le esportazioni italiane sono salite del 5,7%, in Norvegia del 9,3%, in Canada del 18,9%. Ancora più significativi i numeri dalla Corea del Sud (+40,8%) e dall’Arabia Saudita (+28,4%), mentre l’Australia ha fatto segnare un +4,3%. A questi si aggiungono tanti mercati minori sparsi tra Asia, Medio Oriente e Oceania.
Una filiera italiana fatta di tradizione e qualità
Dietro i numeri c’è una filiera che – come ricordano gli operatori – si basa su tradizioni solide e una capacità di rinnovarsi apprezzata in tutto il mondo. “Questi dati sono un traguardo importante e riconoscono il lavoro straordinario di allevatori, caseifici e di tutta la filiera”, ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Il ministro ha sottolineato come i formaggi italiani siano ormai visti all’estero non solo come eccellenze gastronomiche, ma anche come simboli della cultura e del territorio.
La crescita dell’export caseario si inserisce in un quadro più ampio che valorizza il made in Italy agroalimentare. Secondo Assolatte, la domanda internazionale premia soprattutto i prodotti a denominazione d’origine – dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, passando per Gorgonzola e Pecorino – ma anche le specialità meno conosciute stanno trovando spazio nei mercati emergenti. “Il lavoro quotidiano nei caseifici italiani si traduce in qualità riconosciuta ovunque”, ha spiegato Zanetti. “Ed è questo che ci permette di affrontare anche le sfide più difficili”.
Mercati globali, sfide aperte
Nonostante il quadro positivo, restano alcune incognite. Il rallentamento negli Stati Uniti – primo mercato extra-Ue per i formaggi italiani – preoccupa gli operatori: la questione dei dazi, mai del tutto risolta, continua a pesare sulle strategie delle aziende. In Asia, invece, la concorrenza interna e le barriere non tariffarie rendono più complicato consolidare le quote conquistate negli ultimi anni.
Eppure, la tendenza generale è favorevole. L’Italia resta capace di adattarsi ai cambiamenti della domanda mondiale, puntando su qualità certificata e sull’arte di raccontare il prodotto. “Portiamo nel mondo un patrimonio che va oltre il gusto”, ha confidato un produttore lombardo incontrato ieri al mercato di Porta Romana. “Ogni forma che parte dall’Italia racconta una storia”.
Il futuro del settore caseario italiano
Guardando avanti, gli operatori restano prudentemente ottimisti. La domanda estera sembra premiare chi investe in tracciabilità e sostenibilità: due fattori che – secondo Assolatte – saranno decisivi per mantenere la leadership raggiunta. Nel frattempo, il sorpasso sulla Germania viene letto come un segnale incoraggiante per tutto il comparto agroalimentare nazionale.
“Non ci fermiamo qui”, ha concluso Zanetti. “L’obiettivo è consolidare queste posizioni e continuare a crescere anche nei mercati più complicati”. Una sfida che parte dalle campagne italiane e arriva sulle tavole di tutto il mondo.
