L’Italia conquista la Cina: opportunità e sfide con i competitor in fuga

L'Italia conquista la Cina: opportunità e sfide con i competitor in fuga

L'Italia conquista la Cina: opportunità e sfide con i competitor in fuga

Redazione Vinamundi

27 Agosto 2025

L’analisi del mercato del vino in Cina rivela un quadro complesso per l’Italia, che ha registrato un significativo incremento delle vendite nel 2016, con un aumento del 32,7%, portando il valore complessivo a 120,2 milioni di euro. Tuttavia, nonostante questo progresso, il divario con i principali competitor continua ad ampliarsi, evidenziando le sfide che il vino italiano deve affrontare nel mercato cinese. Secondo l’Osservatorio Paesi Terzi, realizzato da Business Strategies e Nomisma Wine Monitor, il valore dei rossi Dop italiani venduti in Cina è dieci volte inferiore rispetto alle importazioni del solo Bordeaux francese, una situazione che solleva interrogativi sulla competitività del vino italiano.

Le preoccupazioni per il divario competitivo

Silvana Ballotta, CEO di Business Strategies, ha espresso preoccupazione riguardo a questo divario, sottolineando l’importanza della visita di Stato in Cina del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Speriamo che questa visita possa rivelarsi cruciale per migliorare le relazioni commerciali a favore del vino made in Italy,” ha dichiarato Ballotta. La situazione è ulteriormente complicata dall’ingresso a dazio zero dei vini cileni e neozelandesi, oltre ai dazi agevolati che l’Australia sta attualmente beneficiando. Dal 2019, anche l’Australia avrà barriere commerciali completamente azzerate, rendendo ancora più difficile la posizione del vino italiano.

Crescita delle importazioni italiane e sfide competitive

Secondo Denis Pantini, responsabile di Nomisma-Wine Monitor, la crescita delle importazioni di vino italiano in Cina nel 2016 è stata notevole, in particolare per i vini fermi imbottigliati, che hanno registrato un incremento del 39,1% rispetto al 2015, passando da 74,4 milioni a 103,5 milioni di euro. Tuttavia, nonostante questa performance positiva, le distanze con i competitor aumentano. La Francia continua a dominare il mercato cinese, con un fatturato di 874,3 milioni di euro, mentre l’Australia ha fatto registrare un incremento di quasi 95 milioni di euro.

I dati dell’Osservatorio Paesi Terzi mostrano che le importazioni di Bordeaux in Cina hanno raggiunto nel 2016 un valore record di 310,6 milioni di euro, con un incremento del 15,9%. Altre regioni vinicole francesi, come la Borgogna, hanno visto crescite significative, mentre le grandi regioni vinicole italiane stanno arrancando. I dati Istat per il periodo gennaio-novembre evidenziano un segno negativo per la Toscana, con un totale di 9,3 milioni di euro e una flessione del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Al contrario, il Veneto ha mostrato segnali di ripresa con un incremento del 44,4%, totalizzando 4,1 milioni di euro.

Strategia di marketing e opportunità future

Questi dati non solo evidenziano la crescita del mercato del vino in Cina, ma anche l’importanza di una strategia di marketing e promozione efficace per il vino italiano. La Cina rappresenta attualmente uno dei mercati più promettenti per l’export vinicolo, grazie a una classe media in espansione e a un crescente interesse per i prodotti di alta qualità. Per gli esportatori italiani è essenziale:

  1. Comprendere le dinamiche locali.
  2. Adattare le loro offerte alle preferenze dei consumatori cinesi.
  3. Rafforzare la loro presenza sul mercato.

Inoltre, il contesto competitivo è complicato dalla crescente popolarità dei vini neozelandesi e cileni, che stanno guadagnando quote di mercato grazie a politiche commerciali favorevoli e strategie di branding efficaci. L’industria vinicola italiana deve quindi non solo migliorare le proprie performance di vendita, ma anche investire in una presenza di marca più robusta e in attività promozionali mirate per attrarre l’attenzione dei consumatori cinesi.

Il futuro dell’export vinicolo italiano in Cina dipenderà dalla capacità di affrontare queste sfide e di implementare strategie innovative che non solo aumentino le vendite, ma che posizionino il vino italiano come un’opzione di alta qualità e prestigio nel mercato cinese. Con un approccio mirato e una maggiore collaborazione tra le istituzioni e le imprese, l’Italia può sperare di colmare il divario con i suoi competitor e conquistare una fetta più significativa del mercato vinicolo cinese.

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