L’export del vino italiano in calo: agosto 2025 segna 5 miliardi di euro e un -1,9% negli Stati Uniti

L'export del vino italiano in calo: agosto 2025 segna 5 miliardi di euro e un -1,9% negli Stati Uniti

L'export del vino italiano in calo: agosto 2025 segna 5 miliardi di euro e un -1,9% negli Stati Uniti

Redazione Vinamundi

24 Novembre 2025

Milano, 24 novembre 2025 – Le esportazioni di vino italiano arrancano ancora. I dati Istat aggiornati ad agosto 2025 e analizzati da WineNews mostrano un calo del -1,9% in valore rispetto ai primi otto mesi del 2024, con un fatturato che si ferma a 5 miliardi di euro. Anche i volumi seguono la stessa strada, scendendo del -2,9% a quota 1,37 miliardi di litri esportati. Un segnale che preoccupa chi produce e lavora nel settore, soprattutto se si considera una vendemmia abbondante e scorte sempre più piene nelle cantine.

Stati Uniti, un crollo che pesa: i dazi fanno male

Il colpo più duro arriva dagli Stati Uniti, primo mercato per il vino italiano. Ad agosto 2025, le esportazioni verso gli USA sono calate a 92,5 milioni di euro, lontane dai 132,4 milioni dello stesso mese del 2024. Una perdita pesante, pari al -30,1%. Nei primi otto mesi dell’anno, il valore complessivo si ferma a 1,21 miliardi di euro, in calo del -3,2% rispetto all’anno scorso. Anche i volumi non sono da meno: 228,3 milioni di litri, con una flessione del -2,2%. Gli operatori indicano chiaramente il peso dei nuovi dazi Usa al 15%, entrati in vigore proprio ad agosto, come causa principale di questo calo.

Europa in affanno: Germania e Regno Unito tirano il freno, Francia resiste

Anche in Europa i segnali non sono incoraggianti. La Germania, primo partner commerciale europeo per il vino italiano, ha visto le esportazioni scendere a 742,9 milioni di euro, con un calo del -2,8% rispetto al 2024. Il Regno Unito non fa meglio, con 506,9 milioni di euro (-2,5%), anche se rispetto a luglio sembra esserci una piccola ripresa. La Svizzera resta un mercato abbastanza stabile, ma comunque in lieve calo: 245 milioni di euro, -2,9%.

Unico segno positivo arriva dalla Francia, che nei primi otto mesi del 2025 ha aumentato gli acquisti di vino italiano a 209,5 milioni di euro, con un +4,1%. Bene anche i Paesi Bassi (163 milioni di euro, +2,3%), mentre il Belgio perde leggermente terreno con 139,2 milioni di euro (-0,7%). La situazione peggiora invece in Svezia, che segna un -3,5% a 126,4 milioni di euro.

Canada e mercati extraeuropei: qualche spiraglio

Tra le poche note positive c’è il Canada, dove le esportazioni italiane sono salite a 283,1 milioni di euro, con un aumento dell’11,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Secondo alcuni analisti, questo risultato si deve anche al rallentamento degli acquisti canadesi dagli Stati Uniti. In Asia, invece, la situazione resta complicata: il Giappone mostra un calo del -5,4% a 122,3 milioni di euro, ma con un leggero miglioramento rispetto a luglio.

Ancora più difficile il quadro in Russia (113,2 milioni di euro, -26,4%) e in Cina, dove l’export italiano si ferma a 41,9 milioni di euro, in calo del -26,6% rispetto a un 2024 già fiacco. L’Australia segna una timida crescita (50,7 milioni di euro, +1,6%), mentre la Corea del Sud resta stabile (32,9 milioni di euro). Il Brasile, nonostante le speranze legate al mercato Mercosur, rimane marginale con 27,3 milioni di euro, ma cresce un po’ (+2,2%).

Consumi giù, scorte su: il settore cerca una via d’uscita

Il quadro che emerge dai dati Istat è chiaro: il settore fatica con una domanda internazionale in calo. A luglio c’erano già segnali di allarme, sia nelle cifre sia tra chi lavora sul campo. Agosto ha confermato le difficoltà. “Non è un momento facile – racconta un produttore piemontese raggiunto al telefono – tra dazi e consumi in calo ci ritroviamo con le cantine piene e poche certezze per l’autunno”.

Secondo WineNews, la discesa dei consumi è ormai una realtà consolidata nei mercati principali. Eppure il 2024 era stato un anno da record per il vino italiano all’estero. Ora la sfida è gestire le scorte e trovare nuovi mercati. “Bisogna puntare sulla qualità e sull’innovazione”, suggerisce un export manager veneto. Solo così il vino italiano potrà tornare a crescere fuori dai confini.

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