L’enoturismo in Italia rappresenta una risorsa preziosa del settore vitivinicolo, un vero e proprio tesoro che, sebbene già presente, non è stato valorizzato a pieno dalle attuali offerte. Questo segmento non solo costituisce un’importante fonte di vendite dirette per le aziende vinicole, ma offre anche esperienze uniche che superano le tradizionali degustazioni e visite in cantina. Tuttavia, la Generazione Z, il gruppo di giovani tra i 18 e i 28 anni, mostra segnali di disaffezione verso questa forma di turismo. Nel 2023, nonostante rappresenti circa un terzo delle prenotazioni totali, si è registrato un calo significativo che merita di essere analizzato.
Secondo il “Focus Gen Z – Report Enoturismo e Vendite Direct-To-Consumer 2025” di WineSuite, il calo delle prenotazioni da parte della Generazione Z è riconducibile a diverse problematiche. Tra queste si evidenziano:
Questi fattori potrebbero mettere a rischio un’importante opportunità di crescita. Se accolti correttamente, i giovani possono diventare alleati strategici per le vendite dirette.
Per migliorare l’attrattiva dell’enoturismo nei confronti della Generazione Z, è necessario adottare strategie che comprendano:
Questa generazione, cresciuta in un contesto digitale, cerca esperienze autentiche e relazionali più che formali. Inoltre, la sostenibilità è un valore fondamentale: i giovani sono attratti da prodotti biologici e da una filiera trasparente, con opzioni a basso tenore alcolico o senza alcol.
Un dato interessante è che il 60,7% delle prenotazioni della Generazione Z è effettuato da donne, suggerendo come le giovani donne siano spesso le decision maker nelle scelte legate all’enoturismo. Nel 2024, la Generazione Z ha rappresentato il 28,8% delle prenotazioni, in calo rispetto al 32,2% del 2023. Questo dato evidenzia un disallineamento tra l’offerta delle cantine e la capacità di attrarre e trattenere i visitatori più giovani.
Le prenotazioni si concentrano principalmente nei mesi estivi e autunnali, in particolare ad agosto, settembre e ottobre, segnalando una scarsa penetrazione negli altri mesi dell’anno. Inoltre, il tasso di rifiuto per le prenotazioni della Generazione Z è preoccupante: nel 2024 ha raggiunto il 7,7%, ben al di sopra della media nazionale del 2,2%. Questo fenomeno potrebbe riflettere scelte organizzative poco adatte ai giovani, come orari scomodi o un numero limitato di posti disponibili.
In sintesi, per attrarre la Generazione Z nel mondo dell’enoturismo, le cantine devono lavorare su vari aspetti, dalla digitalizzazione dell’offerta alla creazione di format esperienziali pensati per i giovani, superando le barriere culturali e operative. Solo così sarà possibile valorizzare questo segmento di pubblico e trasformare l’interesse verso il vino in esperienze memorabili e coinvolgenti.
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