Le migliori pizze di Roma che non ti aspetti: tra scrocchiarella storica e nuove tendenze gourmet

Roma, viaggio tra forni storici e pizzerie moderne (alla ricerca della pizza perfetta)

Lorenzo Fogli

24 Agosto 2025

Roma è da sempre una città che vive di cibo, cultura e convivialità. Se il dibattito gastronomico più acceso riguarda spesso la pasta, subito dopo arriva quello sulla pizza: meglio la scrocchiarella romana, sottile e croccante, o la morbida e generosa napoletana? In realtà non serve scegliere. Negli ultimi anni la Capitale si è trasformata in un polo di riferimento internazionale per la pizza in tutte le sue forme, con locali storici e nuove aperture che hanno alzato l’asticella della qualità. Impasti studiati al millimetro, farine selezionate, lievitazioni lente e condimenti che spaziano dal classico al creativo: un patrimonio gastronomico che racconta la città più di tanti libri di storia.

La tradizione della pizza romana e i suoi maestri

La pizza romana vive del contrasto tra la sua leggerezza e la croccantezza che conquista al primo morso. È la “scrocchiarella”, sottile ma resistente, che viene servita nei forni storici e nelle pizzerie che hanno fatto la storia della città. In locali come Il Buchetto o Emma, il segreto è tutto nell’impasto tirato sottilissimo, cotto al punto giusto e accompagnato da ingredienti che esaltano la semplicità. Ma la tradizione non si ferma qui. A Roma la pizza si mangia anche al taglio, calda e pronta da portare via: un rito quotidiano che si consuma davanti a banchi affollati, con teglie fumanti di margherita, patate e rosmarino, bianca ripiena o varianti creative. Qui emerge il nome di Gabriele Bonci, diventato una leggenda con il suo Pizzarium, che ha trasformato la pizza al taglio in un prodotto da alta cucina, mantenendo però il carattere popolare che la contraddistingue.

Roma, viaggio tra forni storici e pizzerie moderne (alla ricerca della pizza perfetta)

Il legame tra la città e la pizza romana è forte e radicato, un ponte tra passato e presente. Nei quartieri più autentici, dalle trattorie storiche di Testaccio alle vie del centro, ogni forno custodisce una versione diversa, ma sempre fedele alla filosofia della croccantezza e della condivisione. La scrocchiarella, non a caso, è diventata un simbolo che identifica Roma al pari del Colosseo o della carbonara.

La pizza napoletana e le nuove tendenze contemporanee

Se la scrocchiarella è l’anima storica, la pizza napoletana è il cuore che batte forte anche a Roma. La “ruota di carro”, soffice e morbida, ha trovato spazio nella Capitale grazie a pizzaioli come Ciro Salvo con 50 Kalò o *Angelo Pezzella, che hanno portato l’arte napoletana in città senza compromessi. La pasta è elastica, il cornicione pronunciato, gli ingredienti scelti con attenzione. Non è raro vedere file di clienti in attesa, segno che la qualità non conosce confini geografici.

Accanto alle interpretazioni tradizionali, si è affermata una nuova generazione di pizzaioli che ha reso la pizza un laboratorio di sperimentazione. Seu Pizza Illuminati, guidata da Pier Daniele Seu, è diventata punto di riferimento per chi cerca un impasto contemporaneo e topping innovativi. Anche locali come La gatta mangiona o Tonda hanno contribuito a dare nuova linfa al panorama, puntando su ingredienti ricercati e abbinamenti inediti.

Non manca poi l’opzione della pizza al taglio reinterpretata in chiave moderna, con forni come Antico Forno Roscioli o Lievito pizza e pane di Francesco Arnesano, che hanno reso l’esperienza ancora più variegata. E per chi vuole spingersi oltre i confini della città, Fiumicino custodisce vere chicche come Sancho e Pizzeria Clementina, mete ormai imprescindibili per chi cerca l’eccellenza.

La pizza a Roma è oggi un percorso che unisce generazioni e culture: non solo tradizione e manualità, ma anche tecnica, studio e coraggio di osare. Ogni pizzeria, dalle più antiche alle più giovani, racconta un pezzo di questa trasformazione che ha reso la Capitale una delle mete più amate dagli appassionati di pizza in Italia e nel mondo.

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