Il Lambrusco è un vino che ha saputo conquistare il cuore di molti, non solo per il suo sapore frizzante e vivace, ma anche per il suo profondo legame con la cultura e la letteratura italiana. Non è un caso che grandi nomi della letteratura, come Giosuè Carducci, Grazia Deledda ed Eugenio Montale, abbiano dedicato parole di ammirazione a questo vino. La storia del Lambrusco si intreccia con quella della nostra letteratura, diventando un simbolo non solo di convivialità, ma anche di una tradizione culturale ricca e sfaccettata.
Il lambrusco nella letteratura di giosuè carducci
Giosuè Carducci, Premio Nobel per la Letteratura nel 1906, scrisse a proposito del Lambrusco in una lettera indirizzata alla Contessa Ersilia Caetani Lovatelli, proprietaria dell’antica cantina di Argiano a Montalcino. In queste righe, Carducci esprimeva la sua convinzione che il Lambrusco fosse stato creato da Dio per “innaffiare dell’animale caro ad Antonio abate”, sottolineando l’importanza di questo vino nel contesto della vita contadina e della spiritualità. Questo legame tra vino e sacralità è un tema ricorrente nella letteratura, che evidenzia come il Lambrusco non sia solo un prodotto della terra, ma un simbolo di bellezza e creatività.
Grazia deledda e l’esperienza sensoriale del lambrusco
Grazia Deledda, anch’essa vincitrice del Nobel, nella sua novella “Nel Mulino” descrive il Lambrusco come qualcosa di magico, capace di evocare immagini vivide e sensazioni intense. Le sue parole, che parlano di una bottiglia di Lambrusco scintillante, ci riportano all’idea di un vino che trascende il semplice atto del bere, trasformandosi in un’esperienza sensoriale e letteraria. La scrittrice sarda riesce a catturare l’essenza di un vino che è essenzialmente legato alla cultura contadina, ma che riesce a elevarsi a simbolo di eleganza e raffinatezza.
Eugenio montale e la riflessione sul vino
Eugenio Montale, poeta del Novecento, offre un’altra chiave di lettura, paragonando l’uomo al vino. La sua celebre affermazione che “non tutti i vini invecchiando migliorano; alcuni inacidiscono” suggerisce una riflessione profonda sulla vita e sull’esperienza umana, utilizzando il vino come metafora per esprimere la complessità delle relazioni umane e della crescita personale. Il Lambrusco, in questo contesto, diventa un simbolo di una giovialità intrinsecamente italiana, rappresentando una tradizione che si è evoluta nel tempo.
Il Lambrusco è spesso descritto come l’“umile Champagne” dell’Emilia Romagna, un appellativo affettuoso e rispettoso che sottolinea la sua importanza, non solo regionale ma anche nazionale. Mario Soldati, grande maestro del giornalismo enogastronomico italiano, ha saputo raccontare questa bevanda in modo poetico e vivace, elevandola a oggetto di culto. Negli ultimi cinquant’anni, il Lambrusco ha saputo rinnovarsi e affermarsi come un vino contemporaneo, apprezzato non solo per la sua leggerezza e freschezza, ma anche per la sua versatilità in abbinamento alla cucina.
Il volume “Lambrusco in fabula. Storia letteraria di un vino colto e contadino”, scritto da Enrico Zucchi, offre un’analisi approfondita di questo vino e della sua rappresentazione nella letteratura. Zucchi, ricercatore all’Università di Padova e docente di Letteratura Italiana, guida il lettore in un viaggio che parte dal Cinquecento e giunge fino ai giorni nostri, esplorando le allusioni alla “labrusca vitis” nei testi poetici e nei trattati latini. Il libro non si limita a considerare il Lambrusco come una semplice bevanda, ma lo esplora come un vero e proprio oggetto culturale, capace di unire la rusticità contadina all’eleganza letteraria.
Il Lambrusco ha radici profonde nel territorio emiliano, dove la sua coltivazione risale a secoli fa. Le varietà di Lambrusco, come il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Grasparossa e il Lambrusco Salamino, offrono una gamma di sapori e profumi unici, rendendo questo vino estremamente versatile. La viticoltura della zona è caratterizzata da un forte legame con la terra, dove le tradizioni agricole si mescolano con l’arte della vinificazione, creando un prodotto che racconta una storia di passione e dedizione.
Il Lambrusco, quindi, non è solo un vino da bere, ma una vera e propria narrazione che attraversa epoche e culture. La sua presenza nella letteratura italiana dimostra come questo vino sia in grado di evocare emozioni, storie e immagini, trasformandosi in un simbolo di convivialità e di un modo di vivere legato alla tradizione. Il suo fascino continua ad attrarre non solo gli amanti del vino, ma anche coloro che vedono nel Lambrusco un ponte tra la cultura contadina e l’arte letteraria, un racconto che si snoda attraverso le pagine della storia italiana, celebrando la bellezza e la complessità di un prodotto che è molto più di una semplice bevanda.