La Toscana, un vero e proprio simbolo della tradizione vinicola italiana, si sta preparando a lanciarsi con decisione nel mercato cinese, un’opportunità sempre più concreta e strategica. Questo tema è stato al centro di un convegno interdisciplinare tenutosi a Montepulciano, in provincia di Siena. L’evento, promosso dall’Istituto Confucio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha riunito esperti, produttori e studiosi del settore, con l’obiettivo di analizzare le potenzialità del mercato vinicolo cinese e delineare strategie efficaci per il consolidamento del “brand” vino toscano in Oriente.
La crescita del consumo di vino in Cina
Negli ultimi anni, il vino è diventato un simbolo di eleganza e convivialità in Cina, specialmente il vino rosso, che viene considerato una scelta più salutare rispetto ad altre bevande alcoliche. Questo cambiamento nella percezione ha portato a un aumento significativo del consumo di vino nel paese, che è già il principale consumatore globale di vino rosso, con un incremento del 140% rispetto al 2008. Secondo stime recenti, nel 2020, la Cina dovrebbe diventare il maggior consumatore di vino al mondo, rappresentando un’opportunità da non sottovalutare per i produttori toscani e italiani.
Opportunità per i produttori toscani
Pietro Tonutti, professore ordinario di arboricoltura generale presso la Scuola Superiore Sant’Anna e prorettore alle relazioni internazionali, ha aperto il convegno con dati significativi sul mercato vinicolo italiano. Nel 2013, l’Italia ha riconfermato il suo status di principale produttore di vino al mondo, superando la Francia con una produzione di quasi 45 miliardi di ettolitri. La produzione vinicola italiana rappresenta il 17% del totale mondiale e il 30% di quella dell’Unione Europea, generando un valore complessivo di circa 9 miliardi di euro. Tuttavia, il mercato interno ha mostrato segni di stagnazione, con un calo dei consumi nazionali e un aumento delle esportazioni, che sono diventate il vero motore del settore.
Il convegno ha messo in luce come, nonostante il Nord America e i paesi dell’Unione Europea rappresentino ancora i mercati più importanti per l’export vinicolo italiano, la crescente attenzione verso i paesi asiatici, in particolare la Cina, offre opportunità significative. Attualmente, solo il 4,3% delle esportazioni italiane di vino è destinato all’Asia, ma questo numero è destinato a crescere. La Cina, con la sua economia in rapida espansione, ha visto un aumento costante della domanda di vino, e il mercato è pronto per essere esplorato più a fondo.
L’importanza dell’educazione al vino
Un aspetto interessante sollevato durante il convegno è la rapida evoluzione del rapporto della popolazione cinese con il vino. I consumatori cinesi stanno diventando sempre più consapevoli e interessati all’argomento, con il 95% che ammette di avere una limitata conoscenza del vino. Questo rappresenta un’opportunità unica per i produttori toscani di investire in programmi educativi e promozionali per avvicinare i cinesi al vino, attraverso eventi, degustazioni e corsi di formazione.
Inoltre, la crescente popolarità dei wine bar in molte città cinesi testimonia un cambiamento culturale in atto, dove il vino non è più visto solo come una bevanda, ma come un elemento di socializzazione e di prestigio. La Toscana, con le sue rinomate denominazioni di origine controllata e garantita (DOCG), ha già una reputazione consolidata, ma i margini di crescita rimangono ampi.
Concorrenza e strategie di marketing
Il convegno ha affrontato anche il tema della concorrenza. Se da un lato i vini italiani, e in particolare quelli toscani, sono ben posizionati, dall’altro la Cina sta assistendo a un aumento della produzione interna, con alcune regioni come Shandong che emergono nel panorama vinicolo. Le aziende vinicole europee stanno investendo nella produzione cinese, creando una competizione che potrebbe influenzare le vendite dei vini importati.
Tuttavia, la tendenza dei consumatori cinesi a preferire vini importati è forte; il 60% degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a spendere di più per un vino straniero di qualità. Questo è un ottimo segnale per i produttori toscani, che possono puntare su un’immagine di qualità e tradizione. Le strategie di marketing dovranno quindi essere orientate a valorizzare l’unicità dei vini toscani, raccontando storie legate alle terre, alle tradizioni e alla cultura che li accompagnano.
In conclusione, la Toscana non deve perdere tempo nel cogliere questa opportunità, investendo in campagne promozionali mirate e collaborazioni con distributori locali. Il convegno di Montepulciano, con il supporto di vari enti, rappresenta un passo importante verso la costruzione di un ponte tra la tradizione vinicola toscana e un mercato cinese in rapida evoluzione. Con il giusto approccio, la Toscana potrebbe non solo conquistare quote di mercato, ma anche il cuore dei consumatori cinesi, aprendo la strada a un futuro radioso per il vino italiano in Asia.