Milano, 5 novembre 2025 – La Terra Trema torna in scena con una nuova edizione “nomade”, dopo lo sgombero estivo dal Leoncavallo. Questa volta si prepara a lanciare la sua “prima costellazione” di eventi senza una casa fissa. Dal 20 novembre 2025, la storica fiera enogastronomica si sposterà tra Cascina Caremma a Besate, la SOS Fornace di Rho e il CSOA Cox18 di Milano. Un percorso che attraversa campagne, vecchie aree industriali e spazi sociali autogestiti. Qui arriveranno produttori, vignaioli e agricoltori da tutta Italia e dall’estero. Un modo per ribadire, spiegano gli organizzatori, l’importanza di questi luoghi e la necessità di proteggerli.
Tre tappe, nessun muro a fermare la fiera
Si parte il 20 novembre a Cascina Caremma, nel cuore del Parco del Ticino. Alle 19.30 è in programma una cena con i vignaioli: tre produttori guideranno gli ospiti attraverso sei vini selezionati, abbinati a piatti della tradizione. La settimana dopo, il 29 e 30 novembre, la fiera si sposta alla SOS Fornace di Rho. Qui, su un’ex area ENI abbandonata da anni, si respira un’aria di sfida: lo spazio rischia lo sgombero, anche se ancora non si sa quando. “La notizia è arrivata e ci ha colpito”, dicono gli organizzatori. Ultima tappa sarà il 10 e 11 gennaio al CSOA Cox18 di Milano, una vera e propria icona dell’autogestione cittadina.
Dopo lo sfratto, la fiera riparte a piedi
La decisione di muoversi tra più luoghi nasce da un’esigenza precisa: “Dopo lo sfratto dal Leoncavallo, abbiamo dovuto cercare una nuova casa”, raccontano dal collettivo Folletto25603, che organizza l’evento. “Non è stato facile: abbiamo trovato spazi ai margini, con poche risorse e in fretta. Ma continuiamo a costruire questi momenti con le nostre forze, senza sponsor né soldi pubblici o privati”. La fiera, nata nel 2006 ad Abbiategrasso, è ormai un punto di riferimento in Italia e in Europa, soprattutto per il suo sostegno ai piccoli produttori e alle pratiche agricole indipendenti. “Questa transumanza sarà un’occasione per ricordare quanto sia urgente difendere gli spazi di autonomia”, sottolineano.
Vignaioli e agricoltori da tutta Europa
Alla tre giorni parteciperanno realtà agricole provenienti dall’Italia, dalla Francia, dalla Spagna e persino dalla Georgia. “Come sempre, saranno piccole produzioni di qualità”, dicono gli organizzatori. “Conosciamo le loro storie, le battaglie che hanno affrontato, i territori che difendono”. I numeri parlano chiaro: tre vignaioli a Besate per la cena di apertura; circa sessanta aziende agricole alla SOS Fornace; una ventina al Cox18. Tutti uniti da una scelta chiara: “Sono produttori ‘perturbanti e cospiranti’”, spiegano dal Folletto25603. “Stanno con noi per La Terra Trema e contro lo sgombero della SOS Fornace”.
Sapori autentici e prodotti resistenti
La cucina punta sui prodotti del territorio: riso arborio selezionato in azienda, salumi bergamaschi (sempre più rari a causa della peste suina), polenta di mais macinata a pietra nel mulino del Ticino. Non mancheranno i cian di farina di castagne, legumi fermentati come alternativa alla soia, peperoncini abruzzesi, zafferano, formaggi di capra e birre artigianali. “Anche il miele sarà nomade come noi”, scherzano gli organizzatori. L’attenzione è sempre alta sulla sostenibilità e sulla filiera corta.
Degustazioni e discussioni sul futuro dell’agricoltura
Oltre agli assaggi, ci saranno degustazioni guidate e momenti di confronto. Si parlerà di varietà di vini minacciate dalla cementificazione, di pratiche agricole manuali contro la meccanizzazione industriale, di prezzi alla fonte e delle derive della distribuzione. Non mancheranno temi caldi come la turistificazione delle zone agricole, la digitalizzazione del lavoro nei campi e le nuove sfide degli OGM. “Racconteremo anche la storia delle Critical Wine e la genealogia politica de La Terra Trema”, anticipano dal collettivo.
Resistere senza soldi, la sfida dell’autonomia
Organizzare una fiera senza sponsor e fondi non è semplice. “Viviamo in un’epoca dominata da bandi e fondazioni filantropiche”, osservano gli organizzatori. “Noi restiamo fermi e ostinati nel nostro modo di fare. È faticoso, ma è anche una dichiarazione di indipendenza dalle regole imposte”. Il bisogno di spazi liberi, non mercificati, è centrale: “Chiediamo luoghi di socialità e cultura che non siano piegati alle logiche del mercato”.
Il domani è un viaggio senza meta, ma con un obiettivo chiaro
La Terra Trema guarda avanti senza certezze, ma con forza. “Non abbiamo un punto fisso: erriamo insieme come i semi del tarassaco”, dicono dal Folletto25603. Le prossime “costellazioni” nasceranno da incontri tra centri sociali, cascine e osterie recuperate. “Il nostro punto fermo resta il Folletto25603 ad Abbiategrasso: una piccola esperienza di occupazione politica nella periferia della periferia milanese”. Un cammino che continua tra città e campagna, alla ricerca di nuovi spazi da vivere e difendere.
