Milano, 12 giugno 2024 – Un aperitivo mai uguale a se stesso, con ogni bottiglia che racconta una storia diversa. È questa la promessa di Irripetibile! American, l’ultima novità firmata da Hungrycircle, una startup veneta con base a Breganze, nata dall’intuizione di Gianni Tagliapietra e Alessia Zanin. Il progetto nasce per spezzare la monotonia del “solito drink” al banco, offrendo un’esperienza unica, dove cambiano sia il sapore sia il look di ogni singola bottiglia.
L’algoritmo che crea l’unicità: la genesi di Irripetibile! American
Dietro ogni bottiglia di Irripetibile! American c’è un sistema brevettato che mescola tre basi – bitter, spicy e sweet – in dosi sempre diverse. Sull’etichetta, tre numeri a tre cifre indicano i millilitri di ciascuna base, calcolati da un algoritmo ideato in casa. Le pompe per il riempimento, le stesse usate nell’industria farmaceutica, permettono di ottenere oltre 250.000 combinazioni possibili. “Anche se trovassi la bottiglia perfetta, non potresti mai berla di nuovo”, ha detto Tagliapietra durante la presentazione a Milano.
Usare un algoritmo non è solo una trovata pubblicitaria. “Abbiamo voluto creare un prodotto seriale che non si possa replicare”, ha spiegato Tagliapietra, forte della sua esperienza nel luxury packaging e nella tutela dei brevetti. L’idea è trasformare l’aperitivo in una piccola riflessione sul momento presente, sul “qui e ora” da assaporare.
Tre basi, infinite sfumature: come nasce il drink
Le tre basi che formano Irripetibile! American sono studiate per regalare sensazioni sempre nuove. La base bitter richiama l’arancia amara, la china, l’assenzio marittimo, la genziana e il santonico. È morbida, equilibrata, perfetta per un Highball o da gustare con ghiaccio. La base spicy porta zenzero, pepe di Timut e Sichuan, pimento giamaicano, salvia e timo, per un tocco fresco e deciso. Infine la base sweet è agrumata e floreale, con lime, sambuco, gelsomino, pesca e vaniglia: dolce e profumata, ideale per un Collins o per cocktail più complessi.
“Irripetibile rappresenta ciò che potrebbe essere il futuro della gastronomia italiana: l’unicità del gesto del cuoco”, ha detto lo chef Lorenzo Cogo, ambassador del progetto. “Non si cerca più la perfezione nel piatto, ma la bellezza del momento condiviso”.
Un drink che parla di te: l’aperitivo come esperienza
C’è qualcosa di profondamente umano in un drink che non si ripete mai. In un’epoca dominata da algoritmi che puntano alla precisione, Hungrycircle ne usa uno per creare la differenza. “Tre numeri che raccontano un’idea, non solo un prodotto”, riassume lo chef Paolo Parisi, anch’egli ambassador. “È un piccolo atto di fiducia: ti affidi agli ingredienti e lasci che facciano il loro gioco”.
Il risultato è un aperitivo che spinge a lasciarsi sorprendere. Ogni bottiglia chiede un trattamento su misura: il bartender può esaltare l’amaro con una soda, la parte speziata con un vino secco o la dolce con un Collins leggero. Non ci sono regole fisse, solo spazio per l’esplorazione.
Un design che guarda al futuro e rispetta l’ambiente
L’immagine di Irripetibile! American è firmata da Alessia Zanin e si ispira al Futurismo italiano degli anni Venti, quando l’aperitivo era già un rito sociale. Le etichette, sempre diverse, giocano con forme geometriche, scritte libere e simboli come stecchini e jigger. Ogni bottiglia diventa così un piccolo pezzo d’arte da collezionare.
Il tappo in Sughera® Mixcycling, fatto con scarti di sughero, sottolinea l’attenzione al rispetto dell’ambiente. Un dettaglio concreto che si sposa con la filosofia del marchio.
Il cliente al centro: creatività e curiosità dietro il bancone
Se lo Spritz ha insegnato agli italiani che l’aperitivo può essere popolare, Irripetibile! American dimostra che può anche essere una sfida per la mente. Stimola la curiosità di chi beve – diventando parte della storia di ogni bottiglia – e libera la creatività del bartender. “Ogni bottiglia va interpretata a modo suo”, ha raccontato uno dei primi barman a provarlo a Vicenza. “Non c’è una ricetta fissa: bisogna ascoltare il drink”.
Nel dialogo tra chi serve e chi beve, il lavoro del bartender torna alle radici: interpretare, intrattenere, creare legami. Forse questa è la vera novità: un aperitivo che non si lascia mai afferrare del tutto, ma invita a ricominciare ogni volta da capo.
