
La Laguna di Venezia: una cantina subacquea da scoprire con Underwaterwines
L’affinamento dei vini sott’acqua sta emergendo come una pratica enologica affascinante e innovativa, che combina la bellezza della natura con la tradizione vinicola. Questa tecnica, che si è evoluta da un semplice esperimento a una forma narrativa del vino, sta guadagnando sempre più attenzione, in particolare nella Laguna di Venezia, dove il progetto “Sansonina in Laguna” ha catturato l’immaginazione di appassionati e intenditori. Immersere cento magnum di Trebbiano di Lugana a otto metri di profondità ha dato vita a un vino che racconta una storia unica, intrecciando le caratteristiche delle colline moreniche del Lago di Garda con il mistero delle acque veneziane.
l’esperimento di sansonina in laguna
Il progetto ha visto il coinvolgimento della rinomata cantina Zenato, che ha scelto di sperimentare l’affinamento subacqueo per un periodo di sedici mesi. Questo processo non è solo tecnico, ma anche poetico, poiché il vino riemerge con un profilo organolettico trasformato. L’assenza di luce, la temperatura costante e le correnti sottili contribuiscono a conferire al vino una mineralità accentuata e una freschezza sorprendente. Nadia Zenato ha descritto il suo vino come qualcosa di “unico e magico”, capace di raccontare un legame intimo con il territorio.
il panorama internazionale dell’affinamento subacqueo
Ma non è solo Venezia a sperimentare questa affascinante tecnica. In tutto il mondo, produttori come Jamin Under Water Wines stanno investendo nell’affinamento subacqueo. Questa azienda, pioniera in Italia, ha creato una cantina nell’Area Marina Protetta di Portofino, immergendo bottiglie di Champagne a sessanta metri di profondità. I vantaggi dell’affinamento sott’acqua sono evidenti:
- Temperatura stabile: contribuisce a una maturazione uniforme.
- Assenza di luce: preserva le caratteristiche del vino.
- Umidità elevata: favorisce un affinamento originale.
- Micro-movimento: arricchisce il profilo aromatico.
In Italia, altre cantine stanno seguendo l’esempio di Zenato. Tenuta del Paguro in Emilia-Romagna affina il Sangiovese nei fondali del Mar Adriatico, mentre Antonio Arrighi all’Isola d’Elba produce Nesos, un “vino marino” ispirato alle tradizioni greche. Anche Cobalto ha avviato la sua attività a Termoli con “LeProfondità”, la più grande cantina subacquea italiana.
l’affinamento subacqueo come opportunità
In Liguria, la cantina Possa ha realizzato il primo vino dolce al mondo affinato sott’acqua, lo Sciacchetrà delle Cinque Terre. Queste iniziative non solo mettono in risalto la versatilità dei vini italiani, ma dimostrano anche come l’affinamento in acqua possa diventare un’opportunità per raccontare e valorizzare il territorio. A livello internazionale, produttori come la Maison Leclerc Briant in Francia e Attis in Spagna stanno esplorando le potenzialità del vino affinato sott’acqua, contribuendo a una crescente attenzione verso questa pratica.
L’affinamento subacqueo non rappresenta solo una trovata di marketing, ma una vera e propria frontiera da esplorare. Ogni bottiglia che riemerge dalle acque racconta storie di tradizioni, cultura e ambiente, invitandoci a riflettere su come la natura e la vinificazione possano interagire in modi inaspettati e affascinanti. Con un legame profondo con il paesaggio liquido, il vino subacqueo si propone come un messaggero di esperienze uniche, arricchendo il panorama enologico contemporaneo.