La cantina di Venosa punta tutto sull’enoturismo per attrarre visitatori

La cantina di Venosa punta tutto sull'enoturismo per attrarre visitatori

La cantina di Venosa punta tutto sull'enoturismo per attrarre visitatori

Redazione Vinamundi

2 Ottobre 2025

Nel mese di novembre, al termine della vendemmia dell’Aglianico del Vulture, la Cantina di Venosa, storica azienda vitivinicola lucana, avvierà un ambizioso progetto di ampliamento e innovazione. Fondata nel 1957, la cantina conta attualmente 350 soci e gestisce 800 ettari di vigneti, diventando uno dei principali protagonisti del settore vitivinicolo in Basilicata, con una produzione annuale di circa 2,2 milioni di bottiglie. Questo nuovo intervento, che si concluderà entro il 2027, rappresenta un passo significativo verso la valorizzazione dell’enoturismo, un settore in forte espansione e con un potenziale ancora in gran parte inespresso.

Il progetto architettonico

La nuova struttura che sorgerà in prossimità delle cantine esistenti avrà una superficie di 1.100 mq e sarà parzialmente interrata, con l’obiettivo di integrarsi armoniosamente con il paesaggio circostante. Grazie a un investimento complessivo di 3,4 milioni di euro, di cui 1,25 milioni provenienti da fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), la Cantina di Venosa si prepara a rivoluzionare la propria offerta. Il progetto architettonico, curato dallo studio Opera 23 Ingegneria, è pensato per rispettare criteri di sostenibilità ambientale, prevedendo:

  1. Parte della struttura ricoperta da un prato
  2. Utilizzo di materiali bio-compatibili
  3. Ampie vetrate per massimizzare l’illuminazione naturale
  4. Sistemi di climatizzazione passiva

Un hub per l’enoturismo

La nuova ala sarà dotata di una elegante sala meeting, una sala degustazione di 150 mq, una piccola cucina e una terrazza di 400 mq, che offriranno ai visitatori un ambiente accogliente e suggestivo per eventi aziendali e degustazioni. L’obiettivo del presidente di Cantina di Venosa, Francesco Perillo, è chiaro: aumentare il numero di visitatori nella cantina e, di riflesso, attrarre un maggior numero di turisti nel territorio. Attualmente, la cantina accoglie circa 15.000 turisti all’anno, ma si stima che nel “triangolo” Venosa-Lagopesole-Melfi questo numero possa salire fino a 70.000, grazie a un’offerta turistica diversificata e di qualità.

Un’offerta turistica completa

Il potenziale turistico della regione va oltre il vino. Oltre alle cantine di Aglianico del Vulture, l’area è ricca di tesori naturalistici poco conosciuti, come i laghi di Monticchio, situati all’interno del cratere di un vulcano, e numerosi borghi storici, come Venosa e Melfi, che vantano un patrimonio artistico e culturale di grande valore. La gastronomia lucana, famosa per i suoi sapori autentici e per l’artigianato locale, rappresenta un ulteriore richiamo per i visitatori.

Risultati attesi e impatti economici

La Cantina di Venosa prevede che la nuova struttura possa contribuire a raddoppiare il fatturato già al primo anno, portando a un incremento significativo delle vendite dirette, attualmente pari a 700.000 euro annui. Perillo ha inoltre dichiarato che l’investimento sarà coperto in un periodo di 6-7 anni, creando nuovi posti di lavoro per almeno sei persone, dedicate all’accoglienza e ai servizi multilingue. Attraverso accordi con tour operator e associazioni locali, la cantina si propone di stimolare ulteriormente l’enoturismo nel Vulture, beneficiando dell’innata bellezza e della ricchezza culturale della regione.

La Cantina di Venosa, quindi, non si limita a essere un produttore di vino di qualità, ma si sta trasformando in un attore chiave nel panorama dell’enoturismo, promuovendo il territorio e contribuendo allo sviluppo economico locale.

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