
Italian spirits see a remarkable 3.1% export growth in Q1 2025, soaring 187% over the last decade
Le esportazioni di bevande spiritose italiane continuano a mostrare una crescita significativa, con un incremento del 3,1% in valore nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend positivo si inserisce in un contesto complesso per l’industria distillatoria, caratterizzato da un calo dei consumi interni e dall’incertezza economica globale. Tuttavia, i dati forniti da Nomisma per AssoDistil rivelano che, nonostante le sfide, il valore dell’export degli spirits italiani ha triplicato negli ultimi dieci anni, passando da 0,6 miliardi di euro nel 2014 a 1,8 miliardi di euro nel 2024, con un impressionante aumento del 187%.
Mercati di riferimento
L’Europa si conferma il mercato principale per gli spirits italiani, rappresentando il 59% del totale delle esportazioni. In particolare, la Germania è il primo paese di destinazione, assorbendo il 21% delle esportazioni, seguita da Francia (6%) e Belgio (5%). Il Regno Unito ha visto una leggera diminuzione della sua quota, attestandosi al 9%. Un altro mercato in espansione è quello del Nord America, dove il 15% degli spirits italiani trova il suo sbocco, di cui il 13% negli Stati Uniti e il 2% in Canada.
La diversificazione geografica è evidente, con il 3% delle esportazioni dirette verso la Cina e il Medio Oriente e un 2% verso i paesi del Sud America, che ha registrato un aumento del 27% nel primo trimestre del 2025. Questa crescita dimostra l’interesse crescente per i prodotti italiani in mercati emergenti, dove la domanda di qualità e autenticità sta aumentando.
I campioni dell’export: liquori e nuove tendenze
I liquori rappresentano i veri campioni dell’export italiano, con una quota del 21% delle esportazioni totali. Seguono rum (12%), whisky (8%), vodka (7%), gin (3%) e grappa (2%). L’Italia si colloca al secondo posto nella classifica mondiale degli esportatori di liquori, con un valore di 548 milioni di euro, seconda solo alla Germania.
Tuttavia, le nuove tendenze di consumo stanno influenzando il mercato. La crescente domanda di prodotti a basso o senza alcol ha portato a una contrazione dei consumi di liquori e distillati tradizionali. Nel 2024, i consumi interni di bevande spiritose hanno registrato una diminuzione del 8,5%, con un totale di 127 milioni di litri consumati. Nonostante ciò, i liquori rimangono la categoria più venduta, rappresentando il 50% dei consumi nazionali di spirits.
Un fenomeno interessante è rappresentato dal gin, che ha visto una crescita del 25% negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 7 milioni di litri, sebbene rappresenti ancora solo il 6% del totale dei consumi.
Innovazione e sostenibilità
Il settore distillatorio sta affrontando una fase di innovazione, con l’emergere di nuovi prodotti come i ready-to-drink (RTD), che hanno visto un incremento del 34,2% in volume negli ultimi cinque anni. Questo segmento, sebbene ancora di dimensioni ridotte, sta attirando l’attenzione dei consumatori, soprattutto nel canale off-trade.
Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil, sottolinea l’importanza della distintività del Made in Italy come un asset strategico per il futuro del comparto. Con 34 bevande spiritose a indicazione geografica, il settore ha la possibilità di rispondere alla crescente domanda di qualità e autenticità. La promozione e la valorizzazione dei distillati italiani, attraverso attività mirate e collaborazioni con l’ICE – Italian Trade Agency, sono essenziali per mantenere una forte presenza sui mercati internazionali.
Le sfide del settore
Tuttavia, le preoccupazioni riguardo all’imposizione di dazi sulle importazioni, in particolare negli Stati Uniti, continuano a pesare sul settore. Un’indagine condotta da Format Research per AssoDistil ha rivelato che due terzi delle aziende del settore ritengono che tali misure potrebbero avere un impatto negativo significativo sulle esportazioni. Il 43% delle imprese prevede una riduzione del fatturato a causa di queste restrizioni, evidenziando la necessità di un intervento politico per tutelare l’industria.
Inoltre, la sostenibilità sta diventando un tema centrale per le aziende del settore. Molti progetti per il biennio prossimo includono investimenti in tecnologie per la riduzione delle emissioni e il recupero delle risorse idriche. La qualità dei prodotti e l’attenzione alla sostenibilità saranno cruciali per affrontare le sfide del mercato e rispondere alle esigenze dei consumatori sempre più consapevoli.
In conclusione, il panorama degli spirits italiani è caratterizzato da sfide e opportunità. Mentre il settore cerca di adattarsi alle nuove tendenze e di affrontare le difficoltà economiche globali, la qualità e l’identità dei distillati italiani rimangono fondamentali per il successo futuro. Con una forte tradizione e un impegno verso l’innovazione, il settore distillatorio italiano è pronto a continuare a crescere e a conquistare nuovi mercati.