Innovazioni e proposte delle associazioni del vino: Ais, Aspi, Fisar e Onav a confronto

Innovazioni e proposte delle associazioni del vino: Ais, Aspi, Fisar e Onav a confronto

Innovazioni e proposte delle associazioni del vino: Ais, Aspi, Fisar e Onav a confronto

Redazione Vinamundi

20 Ottobre 2025

Nel contesto di un settore vitivinicolo in continua evoluzione, il nuovo Libro Bianco del Vino, recentemente pubblicato sulla rivista “I Grandi Vini”, offre un’importante piattaforma per le principali associazioni italiane di sommellerie: AIS (Associazione Italiana Sommelier), FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori), ASPI (Associazione Sommelier Professionisti Italiani) e ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). In questo documento, i presidenti di queste associazioni espongono le loro visioni e proposte per affrontare le sfide attuali e future del comparto vinicolo italiano, mettendo in evidenza temi come sostenibilità, sburocratizzazione e semplificazione.

Sostenibilità come priorità

Sandro Camilli, presidente di AIS, sottolinea l’importanza della sostenibilità in tutte le sue dimensioni: ambientale, economica e sociale. Secondo Camilli, il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti, con le PMI che devono adattarsi a normative sempre più stringenti per quanto riguarda la sostenibilità. Inoltre, evidenzia la necessità di proteggere i lavoratori del settore della ristorazione, proponendo investimenti in tecnologie innovative e formazione per garantire un lavoro più dignitoso e ritmi di lavoro più sostenibili.

Roberto Donadini, presidente di FISAR, appoggia questa visione e propone un grande piano nazionale per il rilancio del vino italiano. L’idea è quella di unire le forze con il Governo per promuovere iniziative che possano valorizzare il prodotto nazionale, rendendolo più competitivo sui mercati internazionali.

Adattamento ai cambiamenti climatici

Giuseppe Vaccarini, presidente di ASPI, aggiunge che l’adattamento ai cambiamenti climatici non è solo un’urgenza, ma richiede anche un impegno costante in termini di ricerca e collaborazione tra produttori, istituzioni e mondo accademico. Le rese variabili, le siccità e l’aumento dei costi sono problematiche che necessitano di soluzioni innovative e sostenibili, capaci di garantire la qualità e la quantità della produzione vinicola.

D’altra parte, Vito Intini, presidente di ONAV, esprime la necessità di ridurre la produzione per risollevare i consumi attraverso una cultura del bere responsabile. Propone la riduzione della gradazione alcolica e dei ricarichi nel canale horeca, al fine di rendere il vino più accessibile e appetibile per i consumatori.

Mercati e distribuzione: un focus necessario

Quando si parla di mercati e distribuzione, Intini sottolinea l’importanza di rivolgersi direttamente al consumatore finale e individua nella Cina e in Africa mercati di grande potenziale. Camilli, invece, propone una diversificazione in base ai mercati, puntando su Brasile, Corea e India, con una particolare attenzione ai canali horeca e al digitale. Vaccarini guarda al Sud Est Asiatico, ritenendo fondamentale il ruolo dell’educazione per promuovere il vino italiano in queste aree emergenti.

Donadini, da parte sua, non dimentica il valore dell’enoturismo come leva strategica per attrarre visitatori e consumatori, incentivando esperienze che possano legare il vino al territorio e alla cultura locale.

La questione burocratica

Un tema rilevante emerso dal confronto tra i presidenti è la necessità di semplificare la burocrazia che grava sulle aziende vinicole. Tutti concordano che una riduzione delle complicazioni burocratiche possa rendere le aziende più competitive. Intini, in particolare, sottolinea l’importanza di rivedere i disciplinari di produzione alla luce dei cambiamenti climatici, per permettere ai produttori di adattarsi e svilupparsi in un contesto in evoluzione.

In conclusione, un altro aspetto cruciale è rappresentato dalla comunicazione. I rappresentanti delle associazioni evidenziano la necessità di una comunicazione chiara e meno frammentaria, che valorizzi i terroir senza creare confusione tra le numerose denominazioni. Donadini propone la formazione di ambasciatori del vino italiano all’estero, capaci di raccontare in modo efficace le peculiarità e la qualità del nostro patrimonio vitivinicolo.

Queste proposte rappresentano un passo importante verso un futuro più sostenibile e competitivo per il vino italiano. La capacità di unire le forze e lavorare insieme, sia a livello nazionale che internazionale, sarà fondamentale per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che si presenteranno. La strada è ancora lunga, ma le basi per un cambiamento significativo sono già state gettate grazie all’impegno delle associazioni e dei loro rappresentanti, che continuano a lavorare con passione e dedizione per il settore vitivinicolo.

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