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In Cina e in Giappone è calato il consumo di vino: i dati da non sottovalutare

Il mercato del vino in Cina e Giappone sta vivendo una fase di rallentamento significativo, con una diminuzione dei consumi sia in volume che in valore. A testimoniarlo i numeri forniti dall’Oemv, l’Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino. Nel paese del Dragone, le importazioni di vino sono diminuite del 26% in volume e del 15,2% in valore nel 2023, segnando un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. Questo calo nelle importazioni è il risultato di diversi fattori, inclusi cambiamenti nei gusti dei consumatori, sfide economiche e variazioni normative.

I numeri preoccupanti della Cina

Sono lontanissime le cifre record del 2017 con 751 milioni di litri e 18,85 miliardi di yuan, quando il Paese era, fino ad allora, il mercato in più rapida crescita al mondo, ma, negli ultimi anni, la retromarcia è stata netta, le importazioni hanno lasciato per strada 502 milioni di litri di vino (-67%) e 10,63 miliardi yuan (-56%).

Foto | Pexels @RanaM

Il prezzo medio del vino è aumentato del 14,7%, raggiungendo un massimo storico di 33,01 yuan al litro. Questo aumento del prezzo potrebbe essere attribuito a una combinazione di fattori, tra cui una maggiore domanda di vini di alta qualità e un aumento dei costi di produzione e di trasporto.

In calo anche gli spumanti

Il calo nelle importazioni ha coinvolto tutte le tipologie di vino, con un tonfo particolarmente significativo negli spumanti. Anche i principali Paesi fornitori, come Francia, Cile, Italia e Spagna, hanno registrato una diminuzione delle esportazioni verso la Cina. La Francia rimane il principale fornitore, nonostante abbia registrato una diminuzione del 11,6% nelle esportazioni. Il Cile, che occupa il secondo posto in questa speciale classifica, ha registrato una diminuzione del 27,7% nelle esportazioni, mentre l’Italia subisce un pesante calo del 9,2%.

Anche in Giappone c’è aria di crisi

Se in Cina le cose non vanno bene, anche in Giappone il mercato del vino sta attraversando un periodo difficile. Le importazioni di vino sono diminuite del 12,4% in volume nel 2023, raggiungendo il livello più basso degli ultimi 12 anni. Anche qui, il prezzo medio del vino è aumentato, segnando un terzo anno consecutivo di crescita. Come per la Cina, la Francia rimane il principale fornitore di vino, seguita dall’Italia e dal Cile. Tuttavia, anche a Tokyo e dintorni, si registra una forte diminuzione delle importazioni da parte dei principali Paesi fornitori.

La situazione dell’export nel resto del mondo

Un mercato sempre più in crisi, in Cina e Giappone ma anche nel resto del mondo quello del vino, con la concorrenza da parte nuovi mercati, come l’Australia e gli Stati Uniti, che ha sicuramente un impatto sulla domanda di vino italiano nel mondo. Al di là dei giganti asiatici, uno dei nostri prodotti di punta ha perso appeal nel corso del 2023 anche nei cinque principali acquirenti. Il bilancio è negativo sia a volume sia a valore, rispettivamente per 4,4% e -7,3%. Usa, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone, che pesano per il 56% sull’export di vino made in Italy, hanno totalizzato 4,45 miliardi di euro. L’unico paese positivo con un segno positivo a volume (+7%) è la Germania, questo grazie al forte incremento dei vini sfusi (+16%), secondo i dati diffusi dall’Osservatorio di Unione italiana vini, su base doganale.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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