Il vino

Il vitigno Sagrantino, storia e caratteristiche

Camminando per il comune umbro di Montefalco è possibile ammirare le fantastiche colline verdi e gli straordinari borghi medievali intorno alla città di Perugia. I paesaggi e i borghi non sono però le uniche attrazioni della zona: proprio da queste terre, infatti, ha origine il Montefalco Sagrantino, un rosso autoctono unico, particolare e incredibile.

La storia del vitigno Sagrantino

Immagine | Unsplash @gionnixxx

La storia di questo vitigno è particolarmente misteriosa, non esistono, infatti, documenti che ne testimoniano la produzione prima del 1500 circa. Esistono diverse teorie riguardanti le sue origini, ma la teoria più accreditata da molti studiosi è che sia di origine siriana e che sia stato portato in Umbria da alcuni frati francescani al ritorno da uno dei loro tanti pellegrinaggi per utilizzarlo durante le cerimonie religiose.

La cosa certa è che questa etichetta ha raggiunto la popolarità solamente negli anni ’90 del secolo scorso, anni in cui il Sagrantino è passato da essere un vino rustico a essere un grande vino rosso.

Nel 1992 il Sagrantino ha ottenuto la denominazione DOCG sia nella sua variante secca sia in quella passita.

Le caratteristiche del vino

Prodotto nelle tipologie secco e passito, il Montefalco Sagrantino viene, di solito, sottoposto a un invecchiamento di circa 33 mesi di cui, nella versione secca, almeno 12 mesi in botti di rovere e, infine, a un affinamento di 4 mesi in bottiglia.

La gradazione alcolica è, in generale, di circa 13 gradi.

Il Sagrantino è una delle varietà più tanniche al mondo e la versione di denominazione DOCG richiede l’utilizzo del 100% di uva Sagrantino.

I vini Montefalco Sagrantino DOCG nella versione secca sono generalmente di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei tendenti al granato con l’invecchiamento.

Al naso risultano essere delicati, caratterizzati da un profumo di more e di prugna, a cui viene aggiunto un sentore di vaniglia con l’affinamento in legno.

Il sapore risulta essere asciutto, morbido, armonico e vellutato.

Nella versione passita questi vini sono di colore rosso rubino molto carico.

Al naso i passiti sono ampi, delicati e sono caratterizzati da un sentore di frutta rossa in confettura.

Al palato sono generalmente dolci, armonici e gradevoli.

Immagine | Pixabay @AlbertoGagliardi

Gli abbinamenti migliori

L’abbinamento ideale per il Sagrantino di Montefalco è rappresentato, senza dubbio, dalle carni rosse come arrosto, stufato e brasato. In queste preparazioni, non sono da sottovalutare neanche gli abbinamenti con le carni bianche e la selvaggina.

La carne non è, però, l’unico compagno ideale del Sagrantino di Montefalco: la tradizione lo vede come accompagnamento perfetto di ricche zuppe di legumi e di cereali e di piatti a base di un’altra grande eccellenza umbra, il tartufo.

Si abbina inoltre perfettamente anche con i formaggi dalle lunghe stagionature.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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