Il vino

Il vitigno Cesanese, storia e caratteristiche

Il Cesanese è un vitigno autoctono italiano a bacca nera tipico del Lazio. Si tratta di un’uva molto antica che solo negli ultimi anni sta acquistando grande pregio nel panorama vinicolo italiano. Conosciamo meglio la sua storia antica e particolare e vediamo nel dettaglio le caratteristiche dei suoi vini.

La storia e le caratteristiche del Cesanese

Il nome “Cesanese”, secondo alcuni, deriva dal termine latino Caesae, che indica alcuni “luoghi disboscati” appartenenti ai coloni romani che furono poi destinati all’impianto di vigneti di Cesanese, in particolare nel comune di Affile. Altri sostengono invece che il nome Cesanese provenga da Cesano, una piccola frazione abitata di Roma, oppure da un monaco benedettino di Cesena che portò per la prima volta delle barbatelle di Cesanese nel Lazio.

Immagine | Instagram @pileumvitivinicola – Vinamundi.it

In origine i vini del Cesanese erano apprezzati soprattutto nella versione abboccata o frizzante, ma alla fine del ‘900 è avvenuto un grande cambiamento che ha portato la viticoltura laziale verso produzioni di qualità, fino al riconoscimento della DOCG Cesanese del Piglio (o Piglio DOCG) nel 2008.

Ad oggi le denominazioni che contemplano i due biotipi in purezza (Cesanese Comune e Cesanese d’Affile) sono tre: il Cesanese di Affile DOC, il Cesanese di Olevano Romano DOC e il Cesanese del Piglio DOCG, unica DOCG del Lazio per i vini rossi.

Il Cesanese è diventato, quindi, la varietà autoctono a bacca nera più rinomata del Lazio.

Le zone di produzione del Cesanese sono molto variegate, infatti, e altitudini nell’areale di Olevano Romano e del Piglio oscillano tra i 200 e i 600 metri sul livello del mare e i terreni sono eterogenei, di origine vulcanica, tufacei, argillosi e con zone di arenarie.

Spesso vinificato in purezza, il Cesanese si trova anche in molti altri assemblaggi con vitigni a bacca nera ed è in minor parte diffuso anche in Umbria e in Campania.

Il vino Cesanese ha un colore rosso rubino di media intensità, limpido, con riflessi violacei in gioventù e tende al granato con l’invecchiamento. Al naso ha note floreali di viola che si mescolano a succosa frutta rossa, come ciliegia, amarena e lamponi, e macchia mediterranea, con sentori balsamici e speziati di pepe nero fino a suggestioni di sottobosco, che ricordano l’humus, la felce ed il timo. Se affinato in legno si aggiungeranno note terziarie più o meno marcate di tabacco, caffè, cioccolata o cuoio, a seconda del legno utilizzato. Al palato il vino Cesanese è morbido e corposo, con una buona freschezza ed una importante struttura tannica. L’acidità, che in maturazione di solito si perde, può essere arricchita da una raccolta precoce, pratica diffusa per i vini Cesanese destinati all’invecchiamento. In generale i vini de Cesanese sono beverini e hanno una persistenza lunga e intensa.

Per quanto riguarda gli abbinamenti con il cibo sono interessanti quelli con sughi di carne, pasta ripiena, bistecca e carne rossa alla griglia, selvaggina (anche piumata), o con i grandi piatti caratteristici della cucina laziale basati sull’utilizzo del quinto quarto, come la pajata romana, ma anche con l’abbacchio, la coratella d’agnello, la carbonara e salumi e formaggi ben stagionati.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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