Il vino

Il vitigno Barbera Bianca, storia e caratteristiche

Il vitigno Barbera Bianca è una varietà tipica del Piemonte, coltivata prevalentemente nella zona compresa tra Ovada e Acqui Terme. Il suo nome ha origine nella somiglianza, nella forma del grappolo e dell’acino, con la Barbera, vitigno a bacca nera, ma le somiglianze tra i due si limitano proprio a questo aspetto morfologico, mentre dal punto di vista ampelografico non esistono parentele tra le due varietà.

Il vitigno Barbera Bianca venne menzionato per la prima volta nel 1825 dall’Acerbi, che la citò in quanto vitigno coltivato nella zona di Valenza. In seguito, anche il Rovasenda (1877) e altri la descrissero come varietà dell’Oltrepò Pavese. Sebbene sia idonea all’allevamento in Piemonte, a oggi la coltivazione è decisamente scarsa. Si può trovare ancora qualche filare nella provincia di Alessandria.

Le caratteristiche del Barbera Bianca

La sua qualità è stata riconosciuta con la denominazione DOC per i Colli Tortonesi. La quantità in percentuale di uva da destinarsi alla produzione di una bottiglia DOC deve coincidere con il 70% e non oltre. Inoltre, la varietà è anche ammessa nella denominazione di IGT per i Colli Aprutini, Colli del Sangro, Colli Pescaresi, Terre di Chieti e molte altre.

Immagine | Pixabay @AlexD75 – Vinamundi.it

Dal punto di vista ampelografico, il vitigno Barbera Bianca presenta una foglia media, da cuneiforme a orbicolare, quinquelobata. Il è grappolo medio o medio-grande, cilindrico-conico, leggermente allungato, con ali brevi, compatto. L’acino è medio, ellissoidale con buccia pruinosa, spessa e consistente, di colore bianco verdastro, che tende al giallo dorato-ambrato con sfumature rosa se ben esposta al sole.

Il vitigno della Barbera Bianca ha come terreni preferiti quelli collinari argilloso-calcarei, è particolarmente resistente alle gelate, a climi rigidi e alla peronospora. Allo stesso tempo, però, risulta essere molto sensibile alla muffa grigia, al marciume che si crea sul grappolo dopo delle annate piovose e all’oidio. In particolari casi, può essere soggetto ad acinellatura e forme di distacco degli acini al termine della maturazione. In alcuni ambienti può manifestare sintomi di potassio carenza a livello delle foglie.

Una delle qualità che più fanno risaltare i vini del Barbera è la loro incredibile duttilità. Grazie alla spiccata acidità, infatti, l’uva del Barbera bianca è perfetta per l’impiego di una vasta rosa di vini. Infatti, le sue uve sono state utilizzate per spumanti, vini novelli, ma anche per rossi giovani e frizzanti, vini tranquilli e di medio corpo.

I vini del Barbera bianca sono di colore giallo paglierino e non sono molto alcolici. Al naso si possono sentire lievi profumi fruttati e di fiori bianchi. Al palato il gusto è sapido, abbastanza esile e nel complesso fresco e beverino

Per poter apprezzare al meglio questo vino consigliamo un abbinamento con piatti di pesce, risotti e piatti di verdure.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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