Il vino rosso dei Colli conquista la denominazione Colli Euganei DOC

Il vino rosso dei Colli conquista la denominazione Colli Euganei DOC

Il vino rosso dei Colli conquista la denominazione Colli Euganei DOC

Redazione Vinamundi

8 Novembre 2025

Padova, 8 novembre 2025 – Cambia volto il panorama dei vini rossi dei Colli Euganei. Da oggi, le bottiglie fatte con uve bordolesi avranno in etichetta solo la dicitura “Colli Euganei DOC”, senza più dettagli sui singoli vitigni. La decisione è arrivata venerdì 31 ottobre durante l’Assemblea dei Soci del Consorzio di Tutela Vini Colli Euganei, riunita a Vo’. Un passo importante, che segna una scelta chiara: semplificare e dare più forza all’identità del territorio, cuore storico di questa zona vitivinicola veneta.

Colli Euganei DOC, il territorio al centro

La strada scelta punta tutto sull’origine geografica e sull’identità collettiva dei vini rossi. Dopo la ridenominazione del Serprino dei Colli Euganei DOC, avvenuta a fine 2024, il Consorzio – guidato da Gianluca Carraro – ha deciso di fare un altro salto. Via le etichette che evidenziano i singoli vitigni come Cabernet, Merlot o Carmenère; ora l’attenzione va tutta al territorio.

“Con questa mossa – ha spiegato Carraro – abbiamo reso il disciplinare di produzione più semplice. Nel caso del Serprino abbiamo voluto valorizzare il nome di questa varietà storica locale. Per i vini rossi da uve bordolesi, invece, puntiamo a mettere in luce il territorio, come accade nelle grandi denominazioni italiane e straniere”.

Per il presidente, la nuova etichetta “Colli Euganei DOC” diventerà il simbolo della vocazione enologica della zona. “Quando berremo un Colli Euganei DOC, festeggeremo il territorio, non solo il vitigno”, ha aggiunto Carraro. Un modo per sottolineare l’identità di un luogo storico per il vino rosso italiano da uve bordolesi.

Etichette più semplici e riconoscibili

Il nuovo disciplinare introduce regole precise anche per l’etichettatura. I produttori potranno ancora indicare il vitigno – Cabernet, Merlot, Carmenère – ma solo in secondo piano, dietro la denominazione principale. La scritta “Colli Euganei” dovrà spiccare, mentre il nome della varietà sarà in caratteri più piccoli, della metà e con lo stesso stile tipografico. In pratica, il vitigno comparirà sotto la dicitura “denominazione di origine controllata” o “DOC”, senza colori o caratteri che possano distogliere l’attenzione da “Colli Euganei”.

Il disciplinare aggiornato, approvato dal Consorzio, dovrà ora passare al vaglio della Regione Veneto e del Comitato Nazionale Vini del MASAF per il via libera finale. Solo dopo entrerà in vigore sulle bottiglie in vendita.

Una strategia partita nel 2024

Questa riforma si inserisce in un percorso avviato dal Consorzio a luglio 2024. L’obiettivo è chiaro: rafforzare l’identità del territorio e rendere i vini dei Colli Euganei subito riconoscibili sul mercato, sia in Italia che all’estero. “Con il nuovo anno – ha anticipato Carraro – sentiremo tutta la filiera per valutare nuove idee sui vini bianchi locali e sulle prospettive della DOCG Fior d’Arancio, considerando i cambiamenti dei mercati internazionali”.

La volontà è creare un marchio collettivo forte, capace di competere con le denominazioni più famose, italiane e non. Un cammino che punta su qualità, chiarezza e una comunicazione moderna.

Colli Euganei DOC: il valore di una storia

Nel cuore del Veneto, la denominazione Colli Euganei DOC è da decenni un simbolo di eleganza e tradizione vitivinicola. La scelta di semplificare i nomi dei vini rossi viene vista dagli operatori come una mossa lungimirante: mettere il territorio al centro significa farsi riconoscere più facilmente anche fuori dai confini nazionali, dove l’origine chiara è un vantaggio decisivo.

Il Consorzio dei Colli Euganei si conferma così protagonista di una strategia volta al futuro. Territorio, qualità e trasparenza diventano le basi per costruire un domani solido per il vino euganeo. Intanto, le prime bottiglie con la nuova etichetta sono attese già dalla prossima vendemmia. Tra i produttori si respira una fiducia cauta ma concreta. “Siamo convinti che questa sia la strada giusta”, ha detto un viticoltore di Arquà Petrarca al termine dell’assemblea. “Solo così potremo davvero raccontare chi siamo”.

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