Palermo, 11 novembre 2025 – Il vino non è solo da gustare, ma un vero e proprio compagno di socialità, capace di unire le persone attorno a una tavola, nei piccoli borghi come nelle grandi città. Questo è il cuore di “Gensy” 2025, il Congresso Biennale de La Sicilia di Ulisse, che si è tenuto a Palermo dal 7 al 9 novembre. Al centro dell’attenzione, il tema: “Nutrire il corpo, coltivare l’anima: un viaggio tra cibo, vino e ospitalità”. Un evento che ha coinvolto tutta la città con cene diffuse, talk e momenti di solidarietà, per ridare al vino il suo ruolo di ponte tra storie, territori e persone.
Gensy 2025: il vino che racconta la comunità
Il nome “Gensy” non è scelto a caso. Viene dal latino “gens”, che significa popolo, stirpe, comunità. Un richiamo alle radici, ma anche uno sguardo oltre i confini. “Vogliamo offrire un’idea più ampia e profonda di accoglienza e di qualità della vita, che metta insieme cibo, vino, viaggio e rapporti umani”, spiega Tony Lo Coco, chef stellato de I Pupi di Bagheria e presidente di La Sicilia di Ulisse. Per Lo Coco, il Congresso non è solo roba da addetti ai lavori: “È un’occasione per far nascere cultura e legare persone, territori e idee. In un momento in cui serve autenticità e ascolto, il nostro obiettivo è creare connessioni vere, a tavola e nella vita”.
Da oltre vent’anni, l’associazione La Sicilia di Ulisse raccoglie le eccellenze siciliane dell’ospitalità, della cucina e del vino: 52 soci tra cui 36 ristoranti e pasticcerie storiche e 16 hotel di charme, più 21 cantine partner come Benanti, Cusumano, Donnafugata, Feudo Maccari, Planeta e Tasca d’Almerita. In totale, sono circa 1.500 lavoratori e un fatturato stimato di 180 milioni di euro.
Cene diffuse e solidarietà: Palermo si trasforma
Il 7 novembre ha dato il via al Congresso con una serie di cene diffuse in sei ristoranti simbolo della gastronomia siciliana – dal Ristorante Mec di Palermo all’Osteria dei Vespri, passando per Limu a Bagheria e I Pupi. Qui, chef residenti hanno accolto colleghi stellati per una serata di sperimentazione e convivialità. Tra i protagonisti, nomi come Carmelo Trentacosti, Marco Massaia, Pino Cuttaia, Nino Ferreri e altri ancora.
Ma “Gensy” 2025 non è stato solo gusto. Ha voluto lasciare un segno concreto sul sociale, sostenendo le associazioni La Farfalla Lilla e Stella Danzante, attive in Sicilia nella prevenzione e cura dei disturbi alimentari. Un modo per legare la cultura del cibo a un impegno reale verso la comunità.
Dibattiti tra benessere, vino e viaggio
L’8 novembre, il cuore del Congresso si è spostato nelle sale del Grand Hotel et Des Palmes, dove si sono susseguiti quattro talk principali. Il primo, moderato dal narratore gastronomico Paolo Vizzari, ha visto esperti come Chiara Maci e lo chef bistellato Davide Oldani discutere del cibo come gesto d’amore e responsabilità sociale.
Il secondo panel ha acceso i riflettori su vino e consumo consapevole, con il sommelier Andrea Amadei e interventi del direttore di WineNews Alessandro Regoli e della giornalista Laura Donadoni. “Il vino non è roba per pochi – ha sottolineato Regoli – ma un bene popolare. Racconta le storie dei territori e arricchisce ogni esperienza a tavola”. Al centro della discussione anche l’equilibrio tra piacere, moderazione e rispetto per la terra.
Il terzo incontro si è concentrato sui nuovi modi di fare ospitalità turistica: tra gli ospiti Beatrice Tomasini di “Travel + Leisure” e Marcello Mangia (Mangia’s), che hanno parlato di come l’accoglienza debba puntare a esperienze vere e coinvolgenti.
L’ultimo talk ha esplorato il viaggio come percorso di benessere personale. La giornalista Sara Magro e il filosofo Franco Riva hanno raccontato come il turismo possa diventare un’occasione di crescita interiore e apertura culturale.
Gran finale all’Orto Botanico: street food e tradizione in festa
Il 9 novembre ha chiuso il Congresso lo street food all’Orto Botanico di Palermo. Più di quaranta chef di La Sicilia di Ulisse hanno portato i sapori della cucina siciliana in piazza, trasformando la città in una grande festa popolare. Tra profumi di arancine appena fritte e cannoli farciti al momento, centinaia di persone si sono ritrovate per celebrare la convivialità che solo il cibo – e il vino – sanno regalare.
Come ha ricordato Tony Lo Coco durante uno degli incontri: “Il vino deve tornare dove si consuma davvero: tra la gente, sulle tavole dove si mangia insieme”. Un invito a riscoprire la semplicità delle cose buone e a farne un momento di incontro quotidiano.
