Il settore vitivinicolo sta affrontando una fase decisiva, in cui le sfide ambientali e le richieste dei consumatori si intrecciano in un dibattito sempre più attuale. Recentemente, l’incontro di “Habitat”, organizzato da Argea, ha messo in evidenza l’importanza dell’ecodesign nel ridurre l’impatto ambientale dei prodotti vinicoli. Ogni scelta, dai materiali per il packaging al contenuto delle bottiglie, può contribuire a una produzione più sostenibile e responsabile.
Argea e l’ecodesign nel settore vitivinicolo
Argea, uno dei principali gruppi privati nel settore vitivinicolo italiano, ha presentato il proprio progetto di ecodesign, dimostrando come tali iniziative possano portare vantaggi all’intera filiera. Con cantine di prestigio come Zaccagnini, Poderi dal Nespoli e Botter, il gruppo ha messo in luce il legame diretto tra sostenibilità, innovazione e performance economica. Per il 2024, Argea prevede un fatturato di 464,2 milioni di euro, gran parte del quale derivante dall’export.
Durante l’evento, è stato presentato il nuovo Gualdo di Poderi dal Nespoli, il primo vino dell’azienda certificato biosimbiotico. Questo vino, prodotto in 10.000 bottiglie, punta a coniugare viticoltura rigenerativa e packaging sostenibile, rappresentando un esempio tangibile di come la sostenibilità possa integrarsi nella tradizione vinicola italiana.
Le sfide del mercato del vino
Massimo Romani, rappresentante di Argea, ha evidenziato che il mercato del vino è influenzato da vari fattori, tra cui i dazi americani. Nel corso dell’anno, i dazi sono passati dal 10% al 15%, causando un rallentamento delle vendite, nonostante una partenza vivace in direzione degli Stati Uniti. Le preoccupazioni per il futuro si concentrano su come queste tariffe influenzeranno il potere d’acquisto dei consumatori.
Romani ha notato differenze significative tra i vari segmenti del mercato. Mentre vini come Prosecco e Pinot Grigio continuano a performare bene a livello globale, i vini rossi stanno attraversando un periodo di difficoltà. L’export, sebbene in crescita, mostra segnali di rallentamento, in parte a causa della strategia di magazzinaggio adottata da molti importatori per anticipare i dazi.
Collaborazione e sostenibilità nella filiera
Un tema centrale emerso durante “Habitat” è la necessità di una collaborazione lungo tutta la filiera per raggiungere obiettivi di sostenibilità più ambiziosi. Daniele Colombo, Wine & Spirits Category Manager di Esselunga, ha sottolineato l’importanza di comunicare in modo chiaro gli sforzi di sostenibilità delle aziende. I consumatori, in particolare le nuove generazioni, sono sempre più attenti all’impatto ambientale e sociale dei loro acquisti. Tuttavia, attualmente non esiste una categoria ben definita per i “prodotti sostenibili” nella grande distribuzione, rendendo difficile la quantificazione del valore aggiunto.
Alessandro Rossi, National Category Manager di Wine Partesa, ha condiviso una visione simile, evidenziando che la sostenibilità deve essere integrata in un approccio olistico che coinvolga anche la scelta delle materie prime nei ristoranti. I clienti più giovani premiano i ristoranti che adottano pratiche sostenibili, come l’uso di ingredienti a km zero e biologici.
Il progetto di Argea di adottare un approccio biosimbiotico rappresenta un importante passo avanti nella sostenibilità vitivinicola. Questa pratica agricola innovativa combina il biologico con l’inoculo di microrganismi vivi nel terreno, migliorando la salute delle piante e la biodiversità del suolo.
Progressi nella sostenibilità
L’evento ha accolto anche la presentazione del “Report di Sostenibilità” 2024 di Argea, che ha mostrato progressi significativi in termini di approvvigionamento di energia rinnovabile e riduzione dei consumi. La trasformazione della filiera vitivinicola verso pratiche più sostenibili non è solo un obiettivo etico, ma si sta dimostrando sempre più un imperativo economico. Argea ha raggiunto risultati notevoli, come l’acquisto del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili e una significativa riduzione dei rifiuti, puntando a una maggiore efficienza.
In conclusione, “Habitat” ha rappresentato un’importante occasione di confronto per i principali attori del settore vitivinicolo, sottolineando che la vera sostenibilità può essere raggiunta solo se l’intera filiera si muove all’unisono. La sfida per il futuro consisterà nel continuare a promuovere pratiche innovative e responsabili, garantendo che il vino possa essere non solo un prodotto di alta qualità, ma anche un simbolo di impegno per l’ambiente e per le generazioni future.