Torino, 16 novembre 2025 – Nel cuore delle Langhe, territorio riconosciuto Patrimonio Mondiale Unesco, si celebra oggi con orgoglio il trentennale della Denominazione di Origine Controllata Verduno Pelaverga. Questo vino, prodotto da appena 34 ettari vitati, si è ritagliato un ruolo di rilievo accanto ai monumenti enologici come Barolo e Barbaresco. Con una produzione annua di circa 280mila bottiglie e sostenuto da una comunità di diciassette produttori riuniti nell’associazione “Verduno è uno”, il Verduno Pelaverga si distingue per un carattere unico e “funky”, ovvero brioso, speziato e leggero, capace di conquistare un pubblico sempre più vasto anche fuori dai confini italiani.
Una storia di nicchia e identità territoriale
Il Verduno Pelaverga è un vino che coniuga tradizione e modernità. Il suo vitigno, il Pelaverga piccolo, si coltiva esclusivamente in una ristretta area che comprende Verduno, La Morra e Roddi. La denominazione DOC nasce ufficialmente nel 1995, ma la storia di questo vitigno affonda le radici nel Settecento, quando il beato Sebastiano Valfrè portò il Pelaverga dal Saluzzese alla sua terra natale, Verduno. Studi ampelografici recenti confermano che il Pelaverga piccolo e il Pelaverga grosso (diffuso nel Saluzzese) sono cultivar distinte, con caratteristiche autonome e ben definite.
Il nome “Pelaverga” probabilmente deriva dal latino pellis virga, riferendosi alla tecnica di pelatura parziale dei ramoscelli per favorire la maturazione dell’uva. Altri suggeriscono un’origine popolare e suggestiva legata al termine “verga” e a un’immagine quasi afrodisiaca del vino, testimonianza dell’immaginario che il Pelaverga ha sempre suscitato.
Il pepe bianco: la firma aromatica del Verduno Pelaverga
La peculiarità più riconoscibile di questo vino è la presenza della molecola aromatica chiamata rotundone, responsabile della caratteristica nota di pepe bianco che si sprigiona al naso. Questa sostanza, appartenente alla famiglia dei sesquiterpeni, è presente nel vino in concentrazioni elevate, intorno ai 40 ng/L, conferendo al Verduno Pelaverga un profilo aromatico speziato, croccante e fresco. Si tratta di un tratto distintivo che non deriva da manipolazioni enologiche, ma dal DNA stesso del vitigno.
Territorio unico e vocazione enologica
Il territorio di produzione è un anfiteatro naturale tra i 200 e i 400 metri di altitudine, caratterizzato da suoli ricchi di marne di Sant’Agata e dalla Vena del Gesso, con una forte influenza dei venti alpini e del fiume Tanaro. Questi elementi, uniti all’esposizione variabile dei vigneti, creano microclimi e caratteristiche di terroir che si riflettono nel vino, donandogli sapidità e complessità. Verduno, con i suoi 560 abitanti e guidato dal sindaco Marta Giovannini dal 2024, è oggi un centro vitivinicolo di rilievo che, grazie anche a iniziative come la Fiera del Tartufo e le porte aperte in cantina, continua a promuovere la cultura e la tradizione del suo vino.
Produzione e prospettive di crescita
Negli ultimi decenni la produzione di Verduno Pelaverga è cresciuta da 7 a 35 ettari, con un potenziale di espansione fino a 50 ettari, limite imposto dalla conformazione geografica e dall’obiettivo di preservare l’identità del vino. Produttori come Gianluca Colombo, che dal 2020 ha iniziato una produzione su base artigianale con l’uso di anfore, e la famiglia Alessandria, presente sul territorio dal 1973 con la linea Speziale, rappresentano l’avanguardia di questa rinascita. Il Verduno Pelaverga è un vino versatile, adatto all’aperitivo come a piatti più strutturati, che risponde alle nuove richieste di consumatori alla ricerca di vini leggeri ma caratterizzati, capaci di dialogare con la gastronomia contemporanea.
Valutazioni e riconoscimenti
La qualità del Verduno Pelaverga è confermata dai riconoscimenti di esperti internazionali come James Suckling, che ha assegnato 91 punti alle annate 2014 e 2019. Il vino si presenta di colore rosso rubino con riflessi aranciati, profumi intensi di frutti rossi e spezie, e un sorso equilibrato, fresco e vellutato. La sua gradazione alcolica si attesta intorno al 14%, mentre l’affinamento avviene per circa 6 mesi sui lieviti in acciaio inox, senza uso di legno, per mantenere la sua naturale freschezza.
Il Verduno Pelaverga rappresenta così un esempio virtuoso di come un prodotto di nicchia possa affermarsi e crescere mantenendo la propria autenticità, in un panorama enologico dominato dai grandi nomi delle Langhe.
