Rocchetta Tanaro (Asti), 13 giugno 2024 – Nel cuore del Monferrato, tra le dolci colline di Rocchetta Tanaro, la tradizione del vino si intreccia con le tecnologie più moderne. Nei giorni scorsi, nella storica cantina Braida di Giacomo Bologna, si è svolto un incontro con protagonista Roberto Giacobbo, noto volto della divulgazione scientifica italiana. Ospite di WineNews, ha raccontato una storia che mette insieme passato e futuro. Il punto? Dimostrare come le antiche tecniche agricole abbiano ancora molto da insegnarci, anche ai tempi dei sensori e delle micro-vibrazioni.
Terre di Maria: quando la tradizione incontra la tecnologia
Giacobbo, famoso per programmi come “Voyager” e “Freedom – Oltre il confine”, ha presentato il progetto della giovane cantina pugliese Terre di Maria, fondata da sua figlia Giovanna Giacobbo e dal compagno Cataldo Faretra. “Raccogliamo chicco per chicco usando strumenti all’avanguardia. Telecamere, sensori, getti d’aria e micro-vibrazioni staccano il chicco senza far soffrire la pianta”, ha spiegato, mostrando una delle macchine più recenti acquistate. Il risultato? Un metodo che ricorda la cura di una volta, ma reso possibile dalla tecnologia di oggi.
La cantina sorge su un antico sito neolitico in provincia di Foggia e produce la linea di vini Neolitico e il Primitivo in purezza Torreclava. In pochi anni, questi vini hanno conquistato riconoscimenti importanti, da guide come Luca Maroni, l’AIS (Associazione Italiana Sommelier), il “Merano WineFestival” e persino Forbes. Un successo che, secondo Giacobbo, nasce proprio dall’incontro di “forza, voglia, conoscenza, passione e terra”.
Un’eredità antica tra vigne e storia
“Terre di Maria si trova su un terreno che risale al Neolitico”, ha raccontato Giacobbo. “Ai tempi, quando c’era tutta la terra che si poteva vedere, si sceglievano i pezzi più fertili e facili da lavorare”. Non è solo una suggestione storica: qui si trovava l’antica città di Erdonia, definita da Giacobbo “una piccola Pompei ancora tutta da scoprire”. “Se c’erano tanti abitanti, commercio e agricoltura, significa che questa terra ha qualcosa di speciale”, ha aggiunto.
La scelta di questi terreni non è un caso. Le prime ricerche archeologiche parlano di una presenza umana in zona risalente a oltre 5.000 anni fa. Oggi la cantina cerca di riportare in vita lo spirito di quei primi agricoltori, adattandolo alle esigenze di oggi con metodi biologici e una filiera rigorosamente controllata.
Vino e cultura: un legame che dura da millenni
Il legame tra vino, scienza e cultura è stato il cuore dell’intervento di Giacobbo. “Il vino è legato alla scienza perché è un’arte che segue regole precise, indispensabili per ottenere un prodotto di qualità”, ha detto. Ma c’è di più: “Tra cultura e vino c’è un legame profondo, una tradizione che ci portiamo dentro da tempi lontani, sempre legata alla convivialità”.
Questa idea si riflette anche nelle parole degli esperti del settore. “Il vino, se condiviso, crea legami tra le persone; se no, porta solo tristezza”, ha aggiunto Giacobbo. Un richiamo a non dimenticare che la tecnologia può migliorare la qualità, ma non può sostituire quel senso di comunità che il vino ha sempre portato con sé.
Successi e sfide per il futuro
I vini di Terre di Maria continuano a farsi notare, conquistando pubblico e critica. La linea Neolitico e il Primitivo Torreclava sono già presenti nelle principali guide italiane e internazionali. Secondo i dati della cantina, le vendite sono cresciute del 30% nell’ultimo anno. Un segnale chiaro: unendo innovazione e rispetto per la tradizione si può tracciare una strada solida per il futuro del vino italiano.
Come ha concluso Giacobbo, davanti agli ospiti nella sala degustazione della Braida: “Abbiamo messo insieme forza, conoscenza e passione per questa terra speciale. Solo così si può creare un vino che racconta davvero una storia”.
