Montalcino, 22 novembre 2025 – Il turismo del vino resta uno dei pilastri dell’economia italiana. A dirlo sono stati produttori, esperti e istituzioni riuniti a Montalcino per la 34esima edizione di “Benvenuto Brunello”. Qui si è parlato del futuro dell’enoturismo e di quanto conti davvero per i territori. Secondo Future Market Insights, questo settore crescerà del 13,2% nei prossimi dieci anni, superando in valore persino il mercato del vino. Un dato che trova conferma nei numeri: ogni anno, in Europa, circa 15 milioni di persone scelgono viaggi ed esperienze legate al vino, generando un giro d’affari di milioni di euro.
Il vino racconta i nostri territori
“Il vino è il mezzo con cui raccontiamo la bellezza delle nostre terre”, ha detto Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, durante il talk “Dalla vigna al mondo: enoturismo ed esperienze per il vino del futuro”. Il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2025 di Roberta Garibaldi conferma che più della metà dei turisti associa il nostro Paese a cibo e vino. Toscana, Sicilia, Sardegna e Puglia restano le mete più gettonate, con luoghi simbolo come Chianti, Etna, Montepulciano, Montalcino e le Cinque Terre. La sfida, però, è offrire esperienze vere, capaci di raccontare il valore culturale del vino.
Montalcino, cuore dell’enoturismo italiano
Non è un caso che il dibattito si sia tenuto proprio a Montalcino, dove oltre trent’anni fa prese forma il Movimento Turismo del Vino grazie a Donatella Cinelli Colombini. Da qui è partito un modello che oggi coinvolge tutta l’Italia del vino. “L’enoturismo moltiplica la ricchezza”, ha sottolineato Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del Brunello. In molti casi, questo settore pesa fino al 50% sul fatturato delle aziende locali e sostiene l’economia del territorio. Ma non mancano le difficoltà: dazi Usa e calo dei consumi chiedono nuove mosse, soprattutto verso mercati storici come gli Stati Uniti – primo paese per l’arrivo di turisti stranieri – ma anche verso nuove destinazioni.
Langhe e Chianti, esempi di successo
Anche nelle Langhe del Barolo il fenomeno è cresciuto, grazie alla famiglia Ceretto che ha saputo unire vino, alta cucina e arte contemporanea. La “Cappella del Barolo” di Sol LeWitt e David Tremlett è oggi una delle attrazioni più visitate del Piemonte, con 150.000 presenze all’anno. “Abbiamo iniziato ad aprire le cantine solo nel 2009”, ricorda Roberta Ceretto, “oggi riceviamo 30.000 richieste all’anno ma ne accettiamo solo 10.000 per garantire esperienze di qualità”. Il potenziale è ancora grande.
Nel Chianti Classico, tra Siena e Firenze, il “Sistema delle Ville-Fattoria” è diventato un modello di ospitalità diffusa. Il Borgo San Felice Resort Relais & Châteaux, con i suoi ristoranti stellati e una lunga storia di rinascita dagli anni Settanta, chiuderà il 2025 con 22.000 presenze e un prezzo medio di soggiorno di 780 euro. “L’accoglienza di lusso nella campagna senese è ormai una realtà consolidata”, spiega Danilo Guerrini, general manager della struttura.
Enoturismo e innovazione
L’enoturismo cambia anche grazie a progetti innovativi come quelli delle vecchie vigne in Irpinia (Feudi di San Gregorio) o la produzione di vino dentro il Parco Archeologico di Pompei. “Un investimento culturale ed educativo”, sottolinea Antonio Capaldo, presidente Feudi di San Gregorio. Qui i visitatori potranno scoprire come si faceva il vino nell’antichità, con una produzione prevista di 30.000 bottiglie biologiche.
Nel Collio friulano, la passione per i vini bianchi da lungo invecchiamento attira un pubblico giovane e internazionale. “Creatività ed emozioni sono essenziali per coinvolgere le nuove generazioni”, spiega Alojz Felix Jermann, consulente di marketing digitale dell’azienda storica.
Montalcino, numeri in crescita
I dati del Consorzio del Brunello sono chiari: nel 2024 si sono registrate quasi 233.000 presenze turistiche (+6,3% rispetto al 2023), con una permanenza media di 2,4 giorni e una quota straniera del 71%. Gli Stati Uniti restano il primo mercato estero (+47% negli ultimi cinque anni), seguiti da Germania, Brasile, Regno Unito e Canada. Crescono anche Paesi dell’Est Europa e del Far East.
Ogni bottiglia di Brunello stappata porta un impatto economico sul territorio di 117 euro, quattro volte il valore della bottiglia stessa. L’offerta ricettiva conta 3.150 posti letto (sei volte quelli di Roma in rapporto agli abitanti), dodici hotel da tre a cinque stelle e oltre 180 strutture extra-alberghiere.
Brunello 2021: un’annata da scoprire
Durante “Benvenuto Brunello” è stata presentata in anteprima l’annata 2021, definita “fragrante”, “netta” e “verticale” dal Consorzio grazie al nuovo metodo di valutazione “Brunello Forma”. Un’annata equilibrata, con profumi floreali e una struttura elegante che promette un lungo futuro. La vendemmia è stata tra fine settembre e inizio ottobre, con rese più basse ma qualità alta grazie al clima favorevole.
Cultura, premi e impegno sociale
Non solo vino: la manifestazione ha ospitato anche la posa di una “piastrella-denuncia” contro la violenza sulle donne, promossa dall’attrice Paola Minaccioni e dalla Fondazione Una Nessuna Centomila. Un gesto simbolico che conferma l’impegno della comunità su temi sociali.
Il Consorzio ha premiato i migliori ambasciatori dei vini di Montalcino in Italia e all’estero con il “Leccio d’Oro”, riconoscendo ristoranti ed enoteche che promuovono la denominazione con carte vini di qualità.
In sintesi, il turismo del vino resta una leva fondamentale per lo sviluppo delle nostre terre: un fenomeno che cresce, intreccia economia, cultura e identità e si prepara ad affrontare nuove sfide con solide basi e grandi ambizioni.
