Il contrassegno di Stato rappresenta un elemento cruciale per la protezione e la valorizzazione del vino italiano di alta qualità. Negli ultimi dieci anni, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha prodotto oltre 2,1 miliardi di fascette per i vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), Denominazione di Origine Controllata (DOC) e Indicazione Geografica Tipica (IGT). Questo dato sottolinea l’importanza crescente di questo strumento nella garanzia di autenticità e tracciabilità dei prodotti vinicoli. Non solo il contrassegno è una risposta efficace alla contraffazione, ma contribuisce anche a elevare il valore del Made in Italy sui mercati internazionali.
L’export di vini DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) costituisce una parte significativa delle esportazioni totali di vino italiano, arrivando a rappresentare l’89%. È interessante notare che il 61% di queste esportazioni si dirige verso mercati extra-UE, dove la protezione dei prodotti è meno rigorosa rispetto alle normative europee. Secondo un report di Nomisma, il 31% delle aziende vinicole intervistate considera il contrassegno un segno di garanzia dell’origine italiana del vino, mentre il 27% lo percepisce come uno strumento valido nella lotta contro la contraffazione e nella tracciabilità del prodotto. Tuttavia, c’è anche una percentuale significativa (15%) di aziende che ritiene che il contrassegno non apporti benefici significativi.
La situazione varia anche all’interno delle aziende stesse:
Questi dati evidenziano la necessità di un miglioramento delle politiche di incentivazione e supporto per la diffusione di questo strumento.
L’indagine condotta da Nomisma ha messo in luce i molteplici vantaggi offerti dal contrassegno. Ecco alcuni dei principali benefici:
Luca Giavi, direttore generale del Consorzio Prosecco DOC, ha sottolineato l’efficacia del sistema: “Siamo stati tra i primi a implementarlo e oggi ci consente un maggiore controllo interno alla filiera, rafforzando la tutela del marchio”.
Anche i consumatori traggono vantaggio dalla presenza del contrassegno. Il 43% di loro ritiene che esso accresca la fiducia nel prodotto, il 27% vede un vantaggio nell’accesso ai mercati esteri, mentre il 24% considera utile il contrassegno per il posizionamento su fasce di prezzo più elevate. Tuttavia, è importante notare che il 25% degli intervistati non percepisce un beneficio diretto, evidenziando la necessità di una comunicazione più efficace riguardo al valore del contrassegno.
Il contrassegno di Stato potrebbe avere un ruolo cruciale anche nel settore dei vini biologici, dove il 54% delle aziende ritiene diffuso il fenomeno del falso bio. In questo contesto, l’apposizione della fascetta di Stato potrebbe garantire maggiore trasparenza e sicurezza per i consumatori, facilitando l’identificazione di prodotti realmente biologici.
Negli Stati Uniti, che rappresentano il primo mercato di sbocco per il vino italiano, il fenomeno dell’Italian Sounding è una problematica di rilievo. Secondo il report Nomisma, il 38% dei consumatori americani considera il vino italiano il migliore in assoluto, il 48% lo preferisce per la qualità delle uve, e il 44% sarebbe disposto a pagare di più per un vino dotato di contrassegno. Tuttavia, la consapevolezza del contrassegno è ancora limitata negli Stati Uniti, dove solo il 37% dei consumatori riconosce la fascetta, mentre in Italia la percentuale sale al 68%.
Il contrassegno di Stato è in continua evoluzione e si sta adattando alle nuove esigenze del mercato. Matteo Taglienti, responsabile vendite dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ha dichiarato che sono in fase di introduzione nuove tecnologie, come il QR Code e riferimenti al tricolore, per aumentare la riconoscibilità del prodotto e fornire ai consumatori strumenti di verifica immediata. Queste innovazioni potrebbero aiutare a stimolare ulteriormente la fiducia dei consumatori e a combattere la contraffazione.
Inoltre, l’adozione del contrassegno da parte di un numero sempre crescente di consorzi di tutela, come quelli del Sannio e dell’Emilia IGT, dimostra l’impegno del settore nel rafforzare la protezione dei vini italiani sui mercati globali. Con oltre 2 miliardi di fascette prodotte, il contrassegno di Stato si conferma uno strumento strategico per il futuro dell’enologia italiana, apportando benefici sia per le aziende che per i consumatori.
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