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I timori legati ai dazi fanno crescere l’export di cibo italiano negli Stati Uniti

Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, sottolinea l’importanza della promozione del cibo italiano. Resta l’allerta sui dazi e l’italian sounding, con gli USA che dominano la classifica dei taroccatori del cibo

L’incertezza legata all’imposizione di nuovi dazi ha spinto l’export di cibo Made in Italy verso gli Stati Uniti a registrare un incremento significativo dell’11% nei primi due mesi del 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato emerge da un’analisi realizzata da Coldiretti, basata su informazioni fornite dall’Istat, e presentata in occasione dell’inaugurazione di Tuttofood, la fiera dedicata all’agroalimentare che si tiene presso la Fiera di Milano Rho.

Aumento delle esportazioni nel settore agroalimentare

Nel solo mese di febbraio, le esportazioni hanno mostrato un aumento addirittura del 14%, nonostante un calo generale del 10% in altri settori. La rassegna di Coldiretti sui prodotti tipici del Made in Italy ha messo in evidenza le differenze tra le varie filiere. Ad esempio, il vino, che rappresenta la principale voce delle esportazioni agroalimentari italiane negli Stati Uniti, mostra segnali contrastanti. Al contrario, per i formaggi, un altro simbolo della gastronomia italiana, il Consorzio del Grana Padano ha riportato un aumento dell’11% delle forme esportate verso gli Stati Uniti all’inizio dell’anno, quasi raddoppiando rispetto alla media generale.

La posizione di Coldiretti

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha commentato la situazione, sottolineando che, nonostante le tensioni commerciali, il lavoro svolto negli ultimi anni per promuovere il cibo italiano negli Stati Uniti ha avuto successo. Ha inoltre avvertito della necessità di evitare un conflitto commerciale che potrebbe danneggiare entrambi i paesi.

Rischi legati all’italian sounding

Tuttavia, le preoccupazioni riguardano anche l’effetto che i dazi potrebbero avere sul fenomeno dell’italian sounding, ovvero l’uso di nomi e marchi che evocano l’italianità senza però corrispondere a prodotti autentici. Coldiretti ha allestito una mostra per evidenziare i prodotti tipici del Made in Italy e le loro imitazioni, ponendo l’accento su un mercato statunitense in cui il valore della produzione di cibo italiano tarocco ha superato i 40 miliardi di euro, con i formaggi che dominano questa triste classifica.

Redazione

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