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I tesori del vino: dal Cros Parantoux all’Amarone, le gemme di Finarte

L’asta “The Wine Odyssey/Importanti vini e distillati” di Finarte ha presentato un’eccezionale selezione di vini, mettendo in evidenza non solo le etichette più prestigiose della Borgogna e Bordeaux, ma anche i tesori enologici italiani. Tra i pezzi da collezione, il magnum di Cros Parantoux 1996 di Henri Jayer ha attirato l’attenzione, aggiudicandosi un prezzo record di 14.640 euro. Questo vino è considerato uno dei grandi miti della Borgogna, simbolo di un’epoca e di uno stile di viticoltura che ha rivoluzionato il panorama vinicolo francese.

Henri Jayer e il suo contributo alla Borgogna

Henri Jayer è stato un pioniere nella produzione di vini di alta qualità in Borgogna. Il suo Cros Parantoux è un esempio perfetto del suo approccio innovativo. Situato nel cuore della Côte de Nuits, il vigneto di Cros Parantoux è noto per i suoi terreni ben drenati e la sua esposizione favorevole, che contribuiscono a produrre vini di straordinaria complessità e longevità. Il Richebourg 1985, anch’esso di Jayer, ha seguito a ruota, raggiungendo oltre 10.000 euro all’asta, dimostrando l’inarrestabile ascesa del valore dei vini di questo leggendario produttore.

L’amarone della Valpolicella e le etichette italiane

Passando all’Italia, l’Amarone della Valpolicella annata 2001 di Aneri si è distinto tra i vini italiani, venduto per 6.100 euro, diritti inclusi. Questa annata è stata particolarmente apprezzata per la sua struttura e complessità, frutto di un lungo processo di appassimento delle uve, che conferisce al vino una concentrazione e un’intensità uniche. La Valpolicella, famosa per i suoi vini rossi corposi e aromatici, continua a sorprendere i collezionisti e gli appassionati di vino di tutto il mondo.

Altri vini italiani notevoli includono:

  1. Sassicaia 1962 – Venduto a quasi 3.000 euro, considerato il capostipite dei Super Tuscan.
  2. Barolo Monfortino 1958 di Giacomo Conterno – Aggiudicato per oltre 1.200 euro, ricercato per la sua complessità e capacità di invecchiamento.
  3. Masseto 2001 – Due bottiglie vendute a 1.830 euro, rappresentano un equilibrio perfetto tra potenza ed eleganza.

I vini di Montalcino e altre etichette prestigiose

Guardando a Montalcino, il leggendario Brunello di Montalcino Riserva 1955 di Biondi-Santi, ricolmato nel 2002, ha superato i 1.500 euro. Questo vino è stato uno dei pionieri del Brunello e continua a essere un punto di riferimento per la denominazione. Anche il Brunello di Montalcino 1986 di Soldera Case Basse ha superato la soglia dei 1.000 euro, dimostrando come i vini di Montalcino abbiano un posto speciale nel cuore dei collezionisti.

Non si può trascurare l’Amarone della Valpolicella, che ha visto anche l’annata 2013 di Quintarelli, partita da un prezzo base di 180 euro e chiusa a 390 euro più diritti. Giuseppe Quintarelli è una figura leggendaria nel panorama vinicolo italiano, noto per la sua dedizione all’artigianalità e alla qualità.

Un altro momento significativo dell’asta è stato rappresentato dagli Champagne, con il Krug Clos d’Ambonnay 2000 che ha raggiunto quasi 2.500 euro. La Maison Krug è sinonimo di eccellenza e il Clos d’Ambonnay rappresenta l’apice della loro produzione. Tra i distillati, il The Prestonfield Bowmore 16 Yo del 1972 ha chiuso l’asta con la stessa quotazione, dimostrando l’interesse crescente per i whisky pregiati.

Questa prima tornata online di Finarte ha certamente offerto un’esperienza unica per gli appassionati di vino, rivelando non solo il valore economico dei grandi vini, ma anche la loro storia e il loro legame con il territorio. I vini non sono solo bevande, ma raccontano storie di passione, tradizione e innovazione, rendendo ogni bottiglia un tesoro da scoprire e apprezzare.

Redazione Vinamundi

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