Negli ultimi anni il mondo del vino etneo ha vissuto una crescita vertiginosa: dal 2013 al 2025 la superficie vitata è passata da 680 a 1.400 ettari, mentre i quintali d’uva raccolti sono più che raddoppiati, superando quota 83.000. Anche il numero dei viticoltori è aumentato in modo significativo, arrivando a quasi 500 produttori. È uno scenario impensabile fino agli anni Novanta, quando sull’Etna operavano poco più di una decina di cantine, tra cui Barone di Villagrande e la nascente Benanti. Proprio quest’ultima contribuì a far conoscere il vulcano grazie ai premi ottenuti da Giuseppe Benanti e al grande lavoro di divulgazione portato avanti con l’agronomo Salvo Foti. Quel momento segnò l’arrivo dei primi produttori esterni – come Marco De Grazia e Andrea Franchetti – e delle prime realtà autoctone poi diventate riferimento, come Graci e Girolamo Russo.
L’arrivo dei nuovi protagonisti
Il boom successivo attirò sull’Etna produttori da tutta Italia: dal Piemonte di Gaja alla Toscana di Silvia Maestrelli, fino ai veneti Tommasi e ai più importanti nomi del vino siciliano. Negli ultimi quindici anni si sono aggiunti nuovi attori, capaci di imporsi con vini di altissimo livello: il Cavaliere Francesco Tornatore, la giovane e talentuosa Giulia Monteleone, Carla Maugeri – recentemente premiata come Cantina Emergente – Francesco Restivo Graci con il suo primo Tre Bicchieri ottenuto quest’anno, Serena Costanzo di Palmento Costanzo, Graziano Nicosia e Francesco Cambria di Cottanera. Tutti interpreti di un territorio che continua a evolversi.
Il carattere unico dei vini dell’Etna
Il fascino dell’Etna deriva non soltanto dal fatto di essere uno dei vulcani più attivi al mondo, ma dalla sua capacità di trasformare continuamente i suoli attraverso le eruzioni. La Doc comprende vigneti tra i pochi in Italia posti stabilmente in alta quota, tra i 600 e gli 800/900 metri, con sbalzi termici estivi che possono raggiungere i 20 gradi. I vitigni simbolo sono nerello mascalese e nerello cappuccio per i rossi e carricante per i bianchi, spesso coltivati ad alberello. Una caratteristica preziosa dell’area è la presenza di vigne ultracentenarie, molte delle quali a piede franco: i terreni sabbiosi, infatti, hanno impedito alla fillossera di attecchire, preservando impianti storici praticamente intatti.
Bianchi e rossi oltre i luoghi comuni
L’idea che la parte meridionale del vulcano sia la più adatta ai bianchi è stata più volte smentita. Le degustazioni della guida Vini d’Italia mostrano come eccellenti interpretazioni nascano anche sul versante nord, mentre i rossi della zona sud stanno vivendo una significativa crescita qualitativa. Non sorprende quindi che alcuni vini tradizionalmente considerati “bianchisti”, come quelli della Cantina Barone di Villagrande, abbiano ottenuto Tre Bicchieri per i rossi. Nel contempo, la crescente domanda di bianchi ha portato nuovi impianti di carricante anche nelle aree settentrionali, sostenuti dalla grande longevità che queste etichette sanno esprimere.
Evoluzione dello stile produttivo
L’unione tra un territorio straordinario e vitigni molto caratterizzanti offre già risultati eccellenti, ma le potenzialità sono ancora ampie. Alcuni produttori hanno scelto di ridurre l’uso del rovere francese in favore di botti austriache più morbide o del cemento, puntando a valorizzare al massimo l’identità varietale di nerello mascalese e carricante. L’obiettivo comune è mantenere intatto il legame con il territorio, evitando che i legni piccoli e tostati mascherino la tipicità dei vini. Il legno rimane dunque presente, ma con volumi più equilibrati. Questo continuo confronto tra tradizione, esperienza e nuove tecniche sta portando a risultati sempre più convincenti.
I bianchi dell’Etna premiati con i Tre Bicchieri
Tra gli Etna Bianco che hanno ottenuto il massimo riconoscimento spicca l’Anthemis 2023 di Monteleone, prodotto nella parte settentrionale del vulcano: un bianco fine e ricco di sfumature floreali e fruttate, sostenuto da una sapidità precisa. Con la nuova cantina operativa, Giulia Monteleone può ora concentrare maggiormente le energie sui vigneti che gestisce insieme alla famiglia.
Di grande carattere anche il Contrada Cavaliere 2023 di Palmento Costanzo, un carricante minerale e persistente, frutto del lavoro in biologico della famiglia Costanzo, oggi affiancata dalla giovane Serena.

Il Muganazzi 2023 di Graci conferma l’eccellenza dell’azienda: note minerali, ricchezza aromatica e una tensione gustativa che si prolunga nel finale. Alberto Aiello Graci, grazie a un percorso iniziato quasi per destino, ha raccolto parcelle prestigiose come Arcuria, Barbabecchi e Santo Spirito.
Il San Lorenzo 2024 di Girolamo Russo sintetizza alla perfezione ciò che un grande bianco dell’Etna può offrire: complessità, mineralità e finezza. Le vigne sono distribuite in alcune delle contrade più vocate, come San Lorenzo, Feudo e Calderara.
Molto convincente anche l’Etna Bianco Superiore 2024 di Barone di Villagrande, un vino sottile ma profondo, fedele all’impronta territoriale che la famiglia Nicolosi Asmundo trasmette da quasi tre secoli.
Il Volpare Frontebosco 2024 di Maugeri si distingue per aromi nitidi e una freschezza incisiva che promette un’evoluzione importante. La giovane cantina di Milo si è rapidamente imposta per l’identità dei suoi bianchi.
I rossi che hanno conquistato i Tre Bicchieri
Tra i premiati nella categoria Etna Rosso, si segnala l’annata 2022 di Francesco Tornatore, un Nerello Mascalese dal carattere territoriale, con note affumicate, frutto rosso e una struttura armoniosa supportata da tannini eleganti. L’azienda, guidata dal Cavaliere Tornatore, continua a espandere il proprio parco vigne sul versante nord.
Intenso e vellutato l’Alta Mora 2022 di Cusumano, un rosso dai profumi mediterranei e un’ottima freschezza, prodotto in una cantina costruita secondo i principi dell’architettura ipogea.
Firriato conquista il massimo riconoscimento con il Cavanera Contrada Zucconerò Sciara del Tiglio 2021, vino raffinato e vibrante, proveniente da un progetto aziendale che unisce esperienza e innovazione.
Elegante e profondamente territoriale l’Etna Rosso Contrada Arcuria 2023 di Restivo, frutto della passione di Francesco Restivo Graci e del lavoro dell’enologo Riccardo Cotarella.
Cottanera ottiene i Tre Bicchieri con il Contrada Feudo di Mezzo Vigna Iannazzo 2022, un rosso di grande struttura, guidato dalla terza generazione della famiglia Cambria su suoli lavici ad alta quota.
Tenuta di Fessina viene premiata per l’Erse Contrada Moscamento 1911 2023, caratterizzato da finezza aromatica e mineralità spiccata, sotto la direzione tecnica di Benedetto Alessandro.
Tra i migliori anche il Lenza di Munti 720 slm 2023 di Cantine Nicosia, elegante e persistente, espressione di una lunga tradizione familiare iniziata nel 1898.
Chiude la rassegna il Vigna Barbagalli 2022 di Pietradolce, un Nerello Mascalese profondo, dai profumi complessi e dal finale lunghissimo, prodotto da un’azienda che coltiva oltre cinquanta parcelle sul versante nord.
