Gli chef italiani: protagonisti della rivoluzione agroalimentare

Gli chef italiani: protagonisti della rivoluzione agroalimentare

Gli chef italiani: protagonisti della rivoluzione agroalimentare

Redazione Vinamundi

18 Ottobre 2025

Nel contesto attuale, il sistema agroalimentare italiano affronta sfide significative, ma il libro “Ci salveranno gli Chef” di Denis Pantini e Alessandra Moneti offre spunti preziosi sul potenziale della cucina italiana nel rafforzare l’economia del settore. Presentato a Bologna con la partecipazione di esperti come lo chef Marcello Leoni e Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, il dibattito ha evidenziato come la passione per la cucina possa influenzare i consumi alimentari e, di conseguenza, il PIL italiano. Infatti, il settore agroalimentare incide per il 14% sull’occupazione e sull’economia nazionale.

L’Italia, conosciuta per la sua ricchezza gastronomica, sta vivendo una contrazione nei consumi alimentari, con spese pro-capite tornate ai livelli degli anni ’60. Tuttavia, l’export alimentare italiano ha mostrato segni di crescita. Secondo le stime di Nomisma, nel 2013, le esportazioni alimentari hanno raggiunto un record di 27,4 miliardi di euro, superando i 34 miliardi se includiamo i prodotti agricoli. Purtroppo, solo il 12% delle oltre 54.000 imprese alimentari italiane si dedica all’export, un dato allarmante rispetto al 31% della Germania e al 25% della Francia. Le piccole imprese, che rappresentano quasi il 90% del settore, sono le più svantaggiate in questo contesto.

l’importanza della ristorazione italiana

Paolo De Castro ha sottolineato l’urgenza di una politica economica dedicata all’agroalimentare, capace di supportare le imprese nell’accesso ai mercati esteri. La ristorazione italiana all’estero può rivelarsi un canale strategico per valorizzare i prodotti locali. I ristoranti italiani nel mondo non solo rappresentano un’opportunità per le piccole aziende, ma sono anche veicoli di diffusione della cultura gastronomica italiana. Attraverso un processo di contaminazione, i piatti italiani sono diventati parte integrante delle abitudini alimentari in oltre 150 paesi.

Un esempio emblematico è quello della Svezia, dove fino agli anni ’90 il consumo di pasta era quasi inesistente. Oggi, grazie alla crescente popolarità della cucina italiana, la Svezia è diventata il quarto paese al mondo per consumo pro-capite di pasta. Questa diffusione non è solo una questione di gusto, ma rappresenta anche un importante canale per l’export dei prodotti tipici italiani.

il ruolo dell’enogastronomia nel turismo

Alessandra Moneti ha evidenziato come l’enogastronomia sia un motivo di viaggio per oltre 730.000 turisti stranieri ogni anno, che spendono 124 milioni di euro per vivere esperienze culinarie nel nostro Paese. Tuttavia, la sfida rimane quella di rivitalizzare i consumi interni, un obiettivo complesso considerando le recenti flessioni nel settore della ristorazione, con un aumento delle chiusure di esercizi e un calo delle presenze.

Nonostante queste difficoltà, l’interesse per la cucina italiana continua a crescere, diventando un fenomeno mediatico di grande rilevanza. Le trasmissioni televisive, i blog e i social network sono inondati di contenuti enogastronomici, e gli chef stellati si sono trasformati in figure chiave, capaci di influenzare le scelte alimentari dei consumatori. I dati parlano chiaro: dal 2004 al 2012, le iscrizioni agli istituti alberghieri sono decuplicati, dimostrando un rinnovato interesse per la professione di cuoco. Tuttavia, è fondamentale che anche altre figure professionali, come i camerieri e i venditori di prodotti gastronomici, siano valorizzate, poiché questi operatori fungono da ambasciatori del patrimonio culinario italiano.

l’impatto della passione per la cucina

Un’indagine condotta da Nomisma e presentata nel libro ha rivelato che la passione per la cucina ha un impatto significativo sui comportamenti d’acquisto delle famiglie italiane. Circa il 75% degli italiani segue programmi di cucina in televisione o naviga su siti dedicati, e il 54% degli appassionati ha modificato le proprie abitudini di acquisto alimentare. Questi cambiamenti sono più evidenti tra le famiglie con figli, operai o impiegati con redditi medio-bassi, spesso influenzati da situazioni economiche difficili come la perdita del lavoro.

Le trasmissioni televisive e i contenuti online hanno incoraggiato le famiglie a risparmiare sugli acquisti alimentari, sostituendo piatti pronti con preparazioni fatte in casa. Inoltre, coloro che seguono regolarmente i programmi di cucina tendono a essere più attenti alla qualità dei prodotti, mostrando una maggiore propensione all’acquisto di prodotti DOP e IGP. Questa rinnovata attenzione verso la qualità si traduce in un maggiore interesse per il turismo enogastronomico e in un aumento del tempo trascorso in cucina, a scapito delle uscite al ristorante.

In sintesi, la passione per la cucina non solo contribuisce a una riformulazione del paniere della spesa, ma riflette anche un cambiamento negli stili di vita degli italiani, che cercano di conciliare qualità e convenienza. Questo scenario rappresenta un’opportunità imperdibile per il sistema agroalimentare italiano, un’opportunità che, se ben sfruttata, potrebbe portare a una nuova era di crescita e prosperità per il settore.

Change privacy settings
×