Forniture a rischio e prezzi record: l’allerta dell’industria dei succhi di frutta e conserve

Forniture a rischio e prezzi record: l'allerta dell'industria dei succhi di frutta e conserve

Forniture a rischio e prezzi record: l'allerta dell'industria dei succhi di frutta e conserve

Redazione Vinamundi

22 Settembre 2025

L’industria dei succhi di frutta e delle conserve si trova attualmente in una fase critica, caratterizzata da preoccupazioni crescenti riguardo alle forniture e ai prezzi. Con un fatturato previsto di 4,8 miliardi di euro nel 2024 e un export in aumento dell’11,3%, per un valore di 1,5 miliardi di euro, è evidente che il settore sta affrontando sfide significative. La diminuzione della produzione e l’aumento dei costi stanno creando un circolo vizioso che minaccia il primato del Made in Italy nel comparto agroalimentare.

La crisi attuale è il risultato di diversi fattori interconnessi. Da un lato, i costi di produzione sono in costante crescita, a causa di normative più severe sull’uso dei fitofarmaci, introdotte per combattere le malattie che affliggono i raccolti. Dall’altro lato, la crisi climatica sta causando danni notevoli alle produzioni, rendendo le forniture sempre più incerte. In questo contesto, le coperture dei frutteti diventano un rimedio necessario per proteggere le colture dagli “insetti alieni”, una conseguenza della globalizzazione e dei cambiamenti climatici.

Situazione economica del settore

Nonostante il calo dei volumi prodotti, il valore economico complessivo del comparto dei prodotti vegetali, che include confetture, conserve di frutta, succhi e nettari, ha registrato un incremento dell’0,8% nell’ultimo anno, passando da 4,78 a 4,82 miliardi di euro. Questo aumento riflette una trasformazione del mercato, caratterizzata da consumi più moderati ma orientati verso prodotti di maggiore valore aggiunto. Tuttavia, la crisi si fa sempre più pressante, in particolare per l’ortofrutta, dove i rincari colpiscono in modo significativo.

Le difficoltà non si limitano ai costi. La reperibilità di materie prime come ciliegie, amarene e albicocche è diventata critica, con prezzi che hanno raggiunto livelli record. Le albicocche, ad esempio, hanno visto raddoppiare il loro prezzo rispetto agli anni precedenti, mentre le pesche, solitamente economiche, sono diventate molto più costose. Questo scenario è aggravato da problemi strutturali legati alla burocrazia e alle crisi fitosanitarie, amplificate dalla crisi climatica.

Le parole dei protagonisti

Matthias Gasser, presidente del gruppo conserve vegetali di Unione Italiana Food e vicepresidente di Profel, ha descritto la situazione con toni allarmanti. Ha affermato: «C’è un problema strutturale di fondo, tra burocrazia e emergenze fitosanitarie, accentuato dalla crisi climatica. Gli obiettivi ambientali della Politica Agricola Comune (PAC) sono condivisibili, ma non tengono conto della situazione congiunturale». Gasser mette in evidenza che, mentre si incoraggiano i consumi di prodotti salutari, la riduzione della produzione rappresenta un problema serio. Inoltre, le difficoltà nel reperire manodopera qualificata stanno complicando ulteriormente la situazione.

Le sfide future

Il cambiamento climatico comporta inverni più miti e una maggiore presenza di insetti e infestanti sulle piante. I fitofarmaci, sempre più difficili da reperire e costosi, sono soggetti a restrizioni da parte di Bruxelles. Questo quadro complesso colpisce anche i settori di produzione più virtuosi, come quello delle mele, dimostrando che la crisi è trasversale.

In aggiunta, il settore affronta una difficoltà nel ricambio generazionale. La redditività è a rischio, e molti giovani si allontanano dall’agricoltura a causa delle incertezze economiche. Sebbene la Politica Agricola, attraverso un’organizzazione comune dei mercati (Ocm), stia cercando di affrontare la situazione, sembra più orientata a curare gli effetti piuttosto che le cause del problema.

Gasser sottolinea l’importanza di un approccio integrato che coinvolga tutta la catena del valore: produttori, trasformatori e distributori. È essenziale unire le forze per non perdere una produzione che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy, caratterizzata da efficienza, sostenibilità e qualità. L’industria dei succhi di frutta e delle conserve non è solo un settore economico di rilievo, ma anche una parte fondamentale della cultura gastronomica italiana, che merita di essere sostenuta e valorizzata.

Mentre l’industria di succhi e conserve si prepara ad affrontare questi cambiamenti, la collaborazione tra tutti gli attori della filiera risulta fondamentale. Solo attraverso un lavoro sinergico sarà possibile garantire un futuro sostenibile e prospero per un settore che rappresenta non solo un’importante voce economica, ma anche un simbolo della tradizione e dell’eccellenza italiana nel mondo.

Change privacy settings
×