Enoturismo: Garibaldi avverte, molte cantine ignorate dalla tecnologia

Enoturismo: Garibaldi avverte, molte cantine ignorate dalla tecnologia

Enoturismo: Garibaldi avverte, molte cantine ignorate dalla tecnologia

Redazione Vinamundi

28 Ottobre 2025

Riva del Garda, 12 giugno 2024 – L’enoturismo italiano fa passi avanti, spinto da investimenti e nuovi posti di lavoro, ma arranca ancora su digitalizzazione e promozione all’estero. A dirlo è il primo rapporto sull’offerta enoturistica italiana, presentato ieri da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente di Aite, durante la prima giornata di FINE Italy. L’evento, ospitato nei padiglioni di Riva del Garda Fierecongressi, nasce dalla collaborazione con Feria de Valladolid e vuole diventare un punto di riferimento per il settore.

Enoturismo: investimenti in crescita e più occupazione

I dati mostrati da Garibaldi raccontano un settore che si sta facendo più maturo. Il 77% delle aziende ha investito nell’enoturismo negli ultimi tre anni, destinando in media più del 14% del fatturato a questo ramo. “La voglia di investire è ancora alta”, ha commentato Salvio Capasso di Srm Centro Studi e Ricerche (Intesa Sanpaolo), intervenuto alla presentazione.

Le cantine gestiscono ancora in proprio l’accoglienza nel 63% dei casi, ma aumentano i team dedicati: metà delle aziende ha tra 5 e 9 addetti all’ospitalità, mentre nel 17% si superano i dieci, arrivando fino a cinquanta. Segno che l’offerta si sta allargando: visite guidate, degustazioni, ristoranti, alloggi e attività all’aperto sono ormai parte integrante del pacchetto.

Nuovi prezzi e proposte: il settore cambia volto

Cambia anche il modo di fare degustazioni. Se un tempo erano spesso gratuite, oggi il 51% delle cantine fa pagare tra i 36 e i 50 euro, e il 23% chiede ancora di più. “Il valore dell’esperienza è cambiato”, ha osservato Garibaldi. Oltre alle classiche degustazioni, il 93% propone corsi sul vino, il 59% eventi culturali o attività all’aperto, il 36% ha ristoranti interni e il 22% organizza anche cerimonie o eventi privati.

Nel Nordest l’enoturismo pesa più del 60% del fatturato per il 20% delle aziende, confermando quanto il turismo esperienziale sia diventato fondamentale per la sostenibilità delle cantine.

Digitalizzazione e promozione: i nodi da sciogliere

Ma non mancano le difficoltà. “Siamo indietro con i canali di vendita”, ammette Garibaldi. Solo il 63% delle aziende ha un sito web in due lingue e appena il 31% consente prenotazioni online dirette. Buona la presenza su Facebook e Instagram, ma su TikTok – fondamentale per i più giovani – si ferma all’8%. “Dobbiamo esserci proprio lì, per intercettare i consumatori di domani”, sottolinea la presidente di Aite.

Anche l’arrivo di visitatori stranieri è sotto la media: in Italia solo il 32% dei turisti nelle cantine viene dall’estero, contro il 41% in Europa e il 43% negli Stati Uniti. “Serve un portale nazionale di enoturismo e più visibilità su quelli usati dai turisti internazionali”, aggiunge Garibaldi.

Intelligenza artificiale: una sfida da non sottovalutare

Un tema caldo è anche l’intelligenza artificiale. Già oggi il 30% dei turisti usa sistemi AI per organizzare le visite. “In pochi anni l’AI fornirà quasi tutte le informazioni”, spiega Garibaldi. Le cantine rischiano di sparire se non aggiornano i dati su siti come TripAdvisor o Winedering e se non mantengono coerenza nelle informazioni tra i vari canali.

Guardando avanti: investire su digitale e collaborazione

Il rapporto chiama a un impegno chiaro: continuare a investire, soprattutto in comunicazione digitale e nuovi canali di vendita. La nascita di FINE Italy – conclude Garibaldi – può essere l’occasione giusta per rafforzare il legame tra cantine e tour operator. Ma serve uno sforzo comune per presentare l’Italia come un sistema enoturistico unico e competitivo anche all’estero.

Solo così, mescolando tradizione e nuove tecnologie, l’enoturismo italiano potrà crescere ancora e recuperare il terreno perso rispetto ai concorrenti internazionali.

 

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