Negli ultimi anni, il mondo del vino ha vissuto una trasformazione significativa, non solo per quanto riguarda le tecniche di produzione e la sostenibilità, ma anche per il crescente ruolo delle donne in un settore storicamente dominato dagli uomini. La loro presenza crescente in cantina e in vigna non rappresenta solo un cambiamento sociale, ma offre anche l’opportunità di promuovere pratiche più sostenibili. Il convegno “In Vino Femina #3 – Donne alla guida del cambiamento: innovazione sostenibile in cantina”, tenutosi il 18 settembre a Milano e organizzato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei attraverso il progetto Feemale, ha messo in luce come le donne siano diventate protagoniste nel cambiamento del settore vitivinicolo.
Il progetto Feemale e il suo impatto
Lanciato nel 2022, il progetto Feemale ha come obiettivo principale quello di promuovere l’uguaglianza e l’inclusione. In un contesto dove il vino è spesso visto come un prodotto maschile, le donne stanno guadagnando una voce sempre più forte e influente. Durante il convegno, alcune delle principali figure femminili del panorama enologico italiano, come Raffaella Bologna di Braida, Chiara Lungarotti di Lungarotti e Cristina Ziliani di Berlucchi, hanno condiviso le loro esperienze e le sfide affrontate nel loro percorso professionale.
Evoluzione della percezione delle donne nel settore
Nella prima tavola rotonda, moderata da Linda Isola, responsabile del Progetto Feemale, si è discusso di come la percezione delle donne manager in cantina e in vigna sia evoluta nel tempo. Un tempo, il ruolo femminile nel vino era relegato a posizioni subordinate. Oggi, le donne occupano ruoli di leadership, dimostrando che la loro sensibilità e l’approccio collaborativo possono portare a risultati straordinari. Dati recenti attestano che le aziende vinicole guidate da donne tendono a implementare pratiche più sostenibili e innovative, sia nella gestione delle risorse che nella tutela dell’ambiente.
L’importanza della diversità e della sostenibilità
La seconda tavola rotonda, moderata dalla giornalista e sommelier Sara Missaglia, ha visto le produttrici confrontarsi sulle loro esperienze personali e professionali. Hanno raccontato come la sensibilità femminile stia innovando il mondo del vino, attraverso l’adozione di tecniche di viticoltura biologica e pratiche di lavoro più etiche. Molte di loro hanno sottolineato l’importanza di creare un ambiente lavorativo inclusivo, dove la diversità porta a un maggiore scambio di idee e soluzioni più creative.
Un aspetto fondamentale emerso durante il convegno è stato il concetto di sostenibilità, che si estende anche al benessere delle persone coinvolte nella filiera. Le donne, con la loro attenzione ai dettagli e capacità di ascolto, sono spesso in prima linea nell’implementazione di strategie per garantire un futuro migliore non solo per l’ambiente, ma anche per le comunità locali.
L’evento ha previsto una degustazione guidata, permettendo ai partecipanti di assaporare vini prodotti da aziende a conduzione femminile. La qualità dei vini presentati ha dimostrato che l’innovazione sostenibile non è solo un obiettivo, ma una realtà concreta, visibile nei prodotti finali.
Il convegno “In Vino Femina #3” ha rappresentato un’importante occasione di confronto e crescita per tutti gli attori del settore vitivinicolo, sottolineando l’importanza di continuare a lavorare per una maggiore inclusività e per la promozione di pratiche sostenibili. Sebbene la strada sia ancora lunga, il contributo delle donne si sta rivelando cruciale per un futuro del vino che sia non solo buono, ma anche giusto e rispettoso dell’ambiente e delle persone.
Con iniziative come quelle promosse da Feemale, il mondo del vino può continuare a evolversi, aprendo a nuove prospettive e opportunità, e dimostrando che, quando si tratta di innovazione e sostenibilità, il futuro è davvero rosa.