Difendiamo il Made in Italy: la battaglia contro il prošek inaccettabile

Difendiamo il Made in Italy: la battaglia contro il prošek inaccettabile

Difendiamo il Made in Italy: la battaglia contro il prošek inaccettabile

Redazione Vinamundi

24 Agosto 2025

Il recente dibattito sul riconoscimento della menzione tradizionale “Prošek” da parte dell’Unione Europea ha generato un’ondata di proteste tra i produttori italiani di vino e le istituzioni governative. La richiesta di registrazione, pubblicata nella Gazzetta dell’Unione Europea, riguarda quattro vini croati a denominazione di origine protetta. Questo ha acceso le ire di chi difende il patrimonio enologico italiano, in particolare il celebre Prosecco.

Il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha preso una posizione chiara, affermando che il governo italiano sta lavorando in modo coeso per proteggere non solo il Prosecco, ma anche tutto il Made in Italy. Ha sottolineato l’importanza di un’azione unificata per contrastare questa iniziativa, che potrebbe aprire le porte a una forma di italian sounding inaccettabile.

La difesa del Prosecco come battaglia commerciale

La difesa del Prosecco non è solo una questione di orgoglio nazionale, ma rappresenta anche una battaglia per la sicurezza commerciale. La richiesta di riconoscimento del Prošek è vista come un tentativo di imitazione che potrebbe minacciare il valore e la reputazione di una delle più apprezzate denominazioni di origine nel mondo. Centinaio ha avvertito che, se venisse riconosciuta la menzione Prošek, si creerebbe un precedente pericoloso per tutte le denominazioni italiane.

  1. Prosecco: simbolo dell’eccellenza vinicola italiana
  2. Prošek: tentativo di imitazione
  3. Made in Italy: patrimonio da difendere

L’importanza del coordinamento tra le istituzioni

Federvini, l’associazione che rappresenta l’industria vinicola italiana, ha espresso preoccupazione per la formulazione “Prošek”, definendola un chiaro tentativo di imitazione del Prosecco. I rappresentanti dell’associazione hanno affermato che “ogni tentativo di emulazione o indebolimento di tale denominazione deve essere respinto con forza”, e hanno chiesto un coordinamento immediato tra i membri della filiera e il governo.

L’Unione Italiana Vini (Uiv), che rappresenta l’85% dell’export vinicolo italiano, ha dichiarato la sua intenzione di collaborare con il gruppo di lavoro istituito da Centinaio. Uiv ha sottolineato che gli obiettivi italiani coincidono con quelli di altri importanti Paesi produttori europei, come Francia, Spagna, Portogallo e Germania. Queste nazioni intendono presentare mozioni contrarie all’indicazione della Commissione Europea riguardante il Prošek.

Implicazioni economiche del riconoscimento del Prošek

Il mercato del Prosecco è di fondamentale importanza per l’economia italiana. Ogni anno, vengono prodotte oltre 620 milioni di bottiglie delle tre denominazioni di origine del Prosecco, di cui 370 milioni sono destinate all’export. Questo porta a un fatturato totale di circa 2 miliardi di euro, con un miliardo proveniente dalle vendite estere, che rappresentano il 16% del totale dell’export italiano. La protezione della denominazione Prosecco è quindi una questione non solo culturale, ma anche economica.

La battaglia contro il riconoscimento del Prošek coinvolge non solo l’industria vinicola, ma anche l’intero sistema produttivo italiano. Le istituzioni, i produttori e le associazioni di categoria sono chiamati a lavorare in sinergia per garantire che le eccellenze italiane siano tutelate e promosse. La lotta per il Prosecco è una lotta per il Made in Italy, un marchio che rappresenta qualità, tradizione e passione, valori che devono essere preservati e difesi contro ogni forma di contraffazione e imitazione.

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