
Dazi Usa: cosa c'è da sapere mentre l'Ue torna a Washington per i negoziati
La situazione legata ai dazi USA sui prodotti europei sta diventando sempre più complessa e delicata. A partire dal 1 agosto 2023, l’amministrazione Trump ha annunciato un incremento dei dazi al 30% su una serie di prodotti europei, suscitando preoccupazioni in tutta l’Unione Europea. Le reazioni all’interno dell’UE sono state divise: alcuni Paesi, tra cui Italia e Germania, hanno invitato alla calma e alla continuazione del dialogo con Washington, mentre altri, come Francia e Spagna, hanno chiesto una risposta più incisiva.
Le trattative in corso
Questo dibattito interno si svolge mentre la delegazione tecnica europea è in volo verso Washington per intensificare le trattative su un dossier che, come ha sottolineato il Ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, è molto più ampio e articolato di quanto possa sembrare. Non si tratta solo di barriere tariffarie, ma include anche questioni relative alla fiscalità generale e alla tassazione delle grandi aziende tecnologiche, aspetti che potrebbero influenzare notevolmente le relazioni commerciali transatlantiche.
Settori colpiti dai dazi
Uno dei settori più colpiti da queste misure è senza dubbio quello agroalimentare, in particolare il made in Italy. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più significativi per i prodotti italiani, con il vino che si distingue come il prodotto di punta. Ecco alcuni dati chiave:
- Nel 2024, le esportazioni di vino italiano verso gli Stati Uniti dovrebbero ammontare a 1,8 miliardi di euro su un totale di 8,2 miliardi di euro.
- Si prevede un valore di 513,3 milioni di euro solo nei primi tre mesi del 2025.
- Un dazio al 30% sarebbe paragonabile a un vero e proprio embargo, mettendo a serio rischio la competitività del settore.
Le organizzazioni del vino e dell’agricoltura italiane stanno facendo sentire la loro voce, esortando il governo a farsi portavoce delle loro preoccupazioni presso le istituzioni europee. Anche il settore vinicolo americano ha espresso la propria opposizione ai dazi, sottolineando come il vino europeo contribuisca a un surplus economico di oltre 19 miliardi di dollari per l’economia americana.
Impatto economico complessivo
In attesa delle trattative in corso e delle decisioni che verranno prese, è fondamentale considerare l’impatto economico complessivo di tali misure. L’Italia esporta merci per un valore di circa 63 miliardi di euro verso gli Stati Uniti, di cui 30 miliardi sono direttamente collegati ai settori colpiti dai dazi. Le prime stime suggeriscono che l’impatto immediato della nuova tariffa potrebbe comportare una perdita diretta fino a 9 miliardi di euro. Considerando anche le conseguenze su filiere produttive, marginalità, investimenti e consumi, l’impatto complessivo stimato si colloca tra 18 e 22 miliardi di euro nel biennio 2025-2026, secondo un’analisi condotta da ReportAziende.it.
I settori più vulnerabili includono:
- Farmaceutico: rappresenta circa il 18% dell’export italiano di medicinali, con un valore di 13,7 miliardi di dollari su un totale di 75 miliardi di dollari del settore.
- Meccanica generale: rappresenta il 6,8% del valore dell’export.
- Automotive: con il 5,5%.
- Macchine industriali: con un’esposizione compresa tra il 5,0% e il 6,8%.
- Vino e bevande: rappresentano una fetta significativa, con un 4,4% dell’export italiano.
Il panorama commerciale tra Stati Uniti ed Europa è dunque in continua evoluzione. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere come si svilupperà questa complicata situazione. Le istituzioni europee e italiane si trovano di fronte a una sfida cruciale, non solo per la gestione immediata dei dazi, ma anche per la definizione di strategie a lungo termine che possano garantire la protezione dei propri interessi commerciali e la salvaguardia dei settori più vulnerabili. Con la delegazione UE in viaggio verso Washington, le speranze per un accordo che possa evitare l’escalation dei conflitti commerciali si fanno sempre più tangibili, ma il percorso da seguire sarà sicuramente irto di ostacoli e necessiterà di un’attenzione costante e coordinata tra gli Stati membri.