Il vino è molto più di una semplice bevanda; rappresenta un patrimonio culturale che affonda le radici nella storia, nella tradizione e nell’identità di un territorio. Questo concetto è emerso con forza durante il convegno “Il vino come fatto culturale e stile di vita”, organizzato dalla Confraternita Vini Asolo Montello e tenutosi recentemente al Teatro Duse di Asolo. L’evento ha riunito diverse figure del mondo del vino e della cultura, evidenziando l’importanza di una consapevolezza collettiva riguardo a questa bevanda che da secoli accompagna la nostra vita quotidiana.
La Confraternita Vini Asolo Montello ha sempre sostenuto il legame tra vino e cultura, e questo convegno rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di sensibilizzazione sul tema. Franco Dalla Rosa, sindaco di Asolo e Gran Maestro della Confraternita, ha aperto il convegno con una riflessione profonda: “Il vino è cultura, paesaggio, storia condivisa.” Le sue parole mettono in evidenza come il vino non sia solo un prodotto, ma un vero e proprio simbolo di identità locale, capace di unire le persone e raccontare storie.
Uno degli interventi più attesi è stato quello del professor Carlo Cernetti, direttore delle unità di Cardiologia degli ospedali di Treviso e Castelfranco. Cernetti ha parlato dell’importanza di un consumo moderato di vino, sottolineando che, se inserito all’interno di una dieta mediterranea equilibrata, il vino può contribuire a uno stile di vita sano. Il suo intervento ha messo in luce il ruolo del vino come elemento di convivialità e socialità, sempre che venga consumato con moderazione e responsabilità.
L’argomento della sostenibilità è emerso con forza durante il convegno. Luigi Bavaresco e Sandro Boscaini hanno evidenziato l’importanza di tutelare i paesaggi viticoli, veri custodi dell’identità italiana. Per loro, la sostenibilità non è solo un obbligo ambientale, ma una scelta culturale e strategica. La salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione del territorio sono aspetti che devono andare di pari passo con la produzione vinicola, creando un ciclo virtuoso che garantisca la qualità e l’integrità delle nostre risorse.
Inoltre, un tema di grande rilevanza è stato affrontato da Giulio Somma, direttore del Corriere Vinicolo, che ha parlato del calo dei consumi di vino. Secondo Somma, questa flessione non deve spaventare, ma piuttosto spingere il settore verso nuove narrazioni e esperienze autentiche. Oggi, il pubblico cerca storie e significati, desidera conoscere le origini e le emozioni legate a ogni bottiglia. “Il futuro è nei paesaggi, nelle persone, nelle emozioni. È lì che dobbiamo investire,” ha dichiarato Somma, sottolineando l’importanza di creare un legame emotivo tra il consumatore e il prodotto.
Infine, l’enoturismo è stato presentato come una leva culturale fondamentale. Michele Noal, presidente del Consorzio di Tutela Asolo Montello, ha sottolineato l’importanza di trasformare le cantine in luoghi di accoglienza e cultura, dove i visitatori possano non solo degustare, ma anche apprendere e vivere esperienze significative. Le cantine devono diventare spazi di narrazione, dove ogni sorso racconta una storia e ogni visita è un’opportunità di connessione con il territorio.
A chiudere l’evento, John Barker, direttore generale dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), ha consegnato a Franco Dalla Rosa una bottiglia della Cuvée del Centenario, in omaggio all’anniversario dell’organizzazione. Un gesto simbolico che rappresenta l’importanza del vino come patrimonio culturale condiviso a livello internazionale, e che sottolinea il ruolo della Confraternita Vini Asolo Montello nel promuovere e sostenere questa tradizione.
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