I dati sulle esportazioni di vino italiano forniti dall’Istat e analizzati da WineNews offrono un quadro complesso e preoccupante per il settore vitivinicolo. Con l’aggiornamento di luglio 2025, emerge che, nonostante un’accelerazione delle vendite rispetto a giugno, i primi sette mesi dell’anno continuano a registrare un segno negativo. In particolare, l’export ha visto una diminuzione dello 0,9% in valore, toccando i 4,63 miliardi di euro, e una contrazione del 3,4% in volume, corrispondente a 1,23 miliardi di litri. Queste cifre, pur essendo migliori rispetto al mese precedente, pongono interrogativi sul futuro del mercato.
Performance di luglio 2025
Luglio 2025 ha visto una performance relativamente positiva in valore, con esportazioni che hanno raggiunto i 726,7 milioni di euro, il miglior risultato dell’anno fino ad ora. Tuttavia, il dato più allarmante è quello relativo agli Stati Uniti, il principale mercato di riferimento per il vino italiano. Qui, l’export ha subito un calo significativo, scendendo a 135,4 milioni di euro nel mese di luglio, rispetto ai 183,8 milioni dello stesso mese nel 2024. Questo trend negativo è particolarmente preoccupante alla luce dell’applicazione dei nuovi dazi del 15% entrati in vigore ad agosto 2025.
Mercati di riferimento
Gli Stati Uniti restano comunque il mercato leader per il vino italiano, con un totale di 1,1 miliardi di euro nei primi sette mesi del 2025. Tuttavia, per la prima volta, questo mercato ha registrato un lieve segno negativo, pari a -0,1%. Allo stesso tempo, il volume di vino importato dagli Stati Uniti si attesta a 208 milioni di litri, mantenendo una stabilità rispetto all’anno precedente.
- Germania: primo mercato per il vino italiano con un export di 677,5 milioni di euro, in calo del 2,2% rispetto all’anno precedente.
- Regno Unito: terzo posto con un valore di export pari a 449,4 milioni di euro, nonostante un calo del 3,1%.
- Canada: continua la sua ascesa con un incremento del 15,2%, raggiungendo 242,9 milioni di euro.
Altri mercati europei mostrano segni misti, con la Svizzera stabile a 228,6 milioni di euro e la Francia che ha importato vino italiano per 190 milioni di euro, mostrando una piccola crescita dell’1,9%.
Dati allarmanti e prospettive future
Al contrario, alcuni mercati chiave mostrano segni preoccupanti. La Svezia ha visto una diminuzione dell’1,2%, con un valore di export di 114,6 milioni di euro, mentre il Giappone ha subito un calo del 7,8%, fermandosi a 107,4 milioni di euro. Un dato particolarmente allarmante arriva dalla Cina, dove le importazioni di vino italiano sono crollate del 24%, fermandosi a 38 milioni di euro.
In sintesi, il mercato del vino italiano, superata la prima metà dell’anno, continua a mantenere una certa tenuta, nonostante le difficoltà e le preoccupazioni legittime. Il confronto con il 2024, anno record per le esportazioni, mostra numeri ancora in decimali. Tuttavia, la performance negativa degli Stati Uniti, per la prima volta dopo lungo tempo, solleva più di un campanello d’allarme. Questo è particolarmente significativo considerando che i dazi erano già aumentati al 10% a luglio, prima di salire ulteriormente al 15% ad agosto. Inoltre, le giacenze di vino rimangono elevate nelle cantine italiane, creando una situazione potenzialmente critica per il futuro del settore. L’andamento del vino francese, anch’esso in ribasso verso gli Stati Uniti, suggerisce che il mercato globale del vino sta attraversando una fase di ristrutturazione e che le sfide per i produttori italiani non sono destinate a diminuire nel breve termine.