Il vino

Come riconoscere un vino colorato artificialmente

Il colore del vino rosso, nella maggior parte dei casi, deriva dal contatto della buccia dell’uva e degli antociani, che sono pigmenti presenti al loro interno, con il succo durante la fermentazione.

Alcuni produttori di vino (tipicamente di vini sfusi, ma non sempre) a volte, però, decidono di esaltare il colore naturale dei vini con mezzi artificiali. Esistono oltre 75 additivi, che vengono utilizzati per manipolare il vino, a partire dagli interventi durante la fase di filtraggio e conservazione, che mirano all’ottenimento di un colore più acceso. Tra questi ultimi ci sono coloranti dai nomi evocativi come Mega Red e Mega Purple. Nel 2017, Andrew Waterhouse, un enologo dell’Università della California a Davis, ha fornito una valutazione del settore a Smithsonian Magazine, osservando che non sono solo i produttori di vino sfusi a utilizzare questi additivi coloranti, difatti, da qualche anno, hanno iniziato ad utilizzarli anche alcuni produttori di vini più costosi.

Immagine | Pixabay @ponce_photography

Sono due, a questo punto, le domande da porsi: come riconoscere un vino colorato artificialmente? Bere un vino di questo tipo ha effetti negativi sulla salute? Vediamo nel dettaglio le risposte a queste domande.

Come si riconosce un vino colorato artificialmente

In alcuni casi riconoscere un vino colorato con l’aggiunta di additivi risulta essere molto semplice, infatti, alcuni di questi, come gli estratti di carminio e la cocciniglia, hanno l’obbligo per legge di essere segnalati sulle etichette delle bottiglie.

Nei casi in cui gli additivi siano il Mega Red e il Mega Purple, invece, risulta essere impossibile riconoscere le bottiglie in cui siano stati aggiunti, poiché sono prodotti da concentrati di succo d’uva e non sono sottoposti all’obbligo di inserimento sulle etichette delle bottiglie.

Bere un vino a cui sono stati aggiunti colorati risulta essere dannoso per la salute?

Nonostante i primi, ovvero estratti di carminio e cocciniglia, siano pigmenti che derivano da insetti e l’utilizzo dei secondi possa sembrare in qualche modo dannoso, data la loro tendenza a lasciare una macchia temporanea sui denti e a cambiare il sapore del vino, secondo gli esperti, questi coloranti, non sono dannosi per la salute e possono essere bevuti in tranquillità, anche dalle persone con allergie.

Immagine | Pixabay @InesCarrara

Perché i produttori di vini inseriscono i coloranti all’interno dei loro prodotti?

I produttori di vino, soprattutto a partire dagli anni ’70, hanno incrementato l’utilizzo dei coloranti artificiali all’interno dei loro prodotti, ma per quale motivo? Le ragioni sono le stesse per cui vengono utilizzati all’interno di determinati cibi: i consumatori, durante la scelta della bottiglia, vengono attratti dai colori dei vini e tendono a preferire quelli che, a primo impatto, risultano essere più profondi e intensi.

Nonostante i coloranti non siano dannosi per la salute, il loro utilizzo risulta essere dannoso soprattutto per gli amanti e per gli esperti dei vini: gli additivi, nonostante migliorino il prodotto dal punto di vista estetico, non ne migliorano il gusto, bensì mascherano le caratteristiche distintive regionali contribuendo alla crescente omogeneità del vino.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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