Ha preso il via domenica 2 aprile la 55°edizione di Vinitaly, “la prima fiera del vino e dei distillati rivolta agli operatori del business sui mercati internazionali”, così come riporta il sito ufficiale. In programma fino al prossimo 5 aprile, questa vanta oltre 4mila espositori da 30 Paesi: con migliaia di adesioni al progetto, quest’anno si sono registrati mille grandi buyer stranieri, di cui 130 provenienti solo dalla Cina. L’evento, che si tiene a Veronafiere, ha visto la presenza anche della premier Giorgia Meloni, arrivata nella giornata di lunedì 3 aprile. “È un dovere sostenere questo settore perché funziona grazie alla capacità di mettere insieme tradizione e modernità. L’impegno del governo è con i provvedimenti che abbiamo immaginato non solo per le imprese, ma anche per i giovani per un ricambio generazionale”.
Per la premier, il vino “non è solo un fatto economico ma anche culturale. C’è una storia, una letteratura, una filosofia del vino. C’è un pezzo essenziale e identitario quindi non poteva mancare la presenza del governo. Sarà una giornata lunga e sicuramente molto affascinante”. Nella giornata di lunedì 3 aprile, sono previsti diversi incontri per Giorgia Meloni, alcuni dei quali con i leader dei Balcani occidentali, “altro quadrante in cui il governo è molto impegnato“. Ribadendo l’importanza dell’agricoltura all’interno dell’economia italiana, Meloni si è poi confrontata con gli studenti degli istituti agrari premiati a Verona, sottolineando proprio l’importanza del liceo agrario. “In un mondo in cui si diceva che con il liceo avresti avuto un grande sbocco professionale a differenza di istituto tecnico dimenticandosi che nell’agrario c’è una possibilità di sbocco nel mondo professionale molto più alta, per come la vedo io questo è il nostro liceo, niente di più profondamente legato alla nostra cultura come questo”. La Meloni, prima di congedarsi dagli studenti, ha ricordato che il governo starebbe pensando a un “liceo del made in Italy”: per la premier questo vorrebbe unire il “legame profondo che esiste tra la nostra cultura e la nostra identità“.
Nonostante gli ultimi anni siano stati caratterizzati da alcune difficoltà note – pandemia, crisi energetica, guerra e conseguente rincaro dei prezzi – il settore vinicolo italiano appare in salute. A dimostrarlo sono proprio i numeri: nell’edizione di Vinitaly 2023, il comparto si presenta con un fatturato pari a 31,3 miliardi di euro, 530.000 aziende, 870.000 addetti ai lavori e 7,9 miliardi di euro di export. Addirittura, il vino è diventato il primo prodotto italiano per vendite al mondo nel settore agroalimentare. Solamente in Italia, come indicato dall’Osservatorio UIV-Vinitaly e Prometeia, 29,4 milioni di persone acquistano vino, pari al 55% della popolazione: non solo qualità, ma anche fiducia verso il settore.
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