Crotone, 12 novembre 2025 – Il Cirò Classico, uno dei vini simbolo della Calabria, ha finalmente ottenuto il riconoscimento Docg a livello europeo. La Commissione Ue ha dato il via libera all’iscrizione della denominazione nel registro delle Dop, assicurando così una protezione ufficiale e più solida a questa eccellenza del vino italiano. La notizia è arrivata ieri dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf), che ha sottolineato quanto questo traguardo sia importante per i produttori locali e per tutto il settore agroalimentare del Paese.
Cirò Classico, un riconoscimento che fa la differenza
Il ministro Francesco Lollobrigida ha spiegato che le Indicazioni Geografiche sono la strada giusta per dare il giusto valore al lavoro degli agricoltori, ai prodotti e ai territori. Lollobrigida ha definito l’ingresso del Cirò Classico tra le eccellenze tutelate dall’Europa come “un altro segno della forza e del valore del nostro sistema produttivo”. In Italia ci sono più di 890 prodotti tutelati tra Dop, Igp e Stg: un tesoro, dice il ministro, che “è motivo di orgoglio ma anche di responsabilità”, su cui il governo Meloni intende continuare a puntare con decisione.
Terra antica, tradizione che affonda le radici
Il Cirò Classico Docg nasce solo nei comuni di Cirò e Cirò Marina, nella provincia di Crotone, su colline che arrivano fino a 462 metri sul livello del mare. Qui la vite cresce da tempi lontani: le fonti storiche parlano di vigneti già in epoca greca. Il territorio è un mosaico di colline e pianure, con terreni sedimentari ricchi di minerali e un clima particolare, influenzato dalle montagne a ovest e dal mare Ionio a est.
Il vino che racconta la sua terra
Il Cirò Classico colpisce per il suo rosso rubino intenso, il profumo complesso e persistente e un gusto pieno, armonico, che con l’età diventa più morbido. Il protagonista è il Gaglioppo, un vitigno autoctono che qui trova l’ambiente perfetto grazie al clima e al terreno. “Il Cirò è figlio della sua terra – racconta Giuseppe Iuzzolini, produttore alla terza generazione – ogni annata porta con sé le sfumature del vento e del sole di questa costa”.
Un volano per l’economia calabrese
Il riconoscimento europeo è una svolta anche per l’economia locale. Il Consorzio di tutela parla di oltre 2 milioni di bottiglie di Cirò Docg prodotte ogni anno, con una fetta sempre più grande che va all’export. “La richiesta dall’estero cresce – spiega il presidente Raffaele Librandi – e la Docg ci aiuta a valorizzare ancora di più il lavoro dei nostri vignaioli”. In Calabria, solo nell’area del Cirò, il settore vitivinicolo coinvolge circa 1.500 aziende agricole, con effetti positivi anche sul turismo e sull’enogastronomia.
Il futuro del vino calabrese passa da qui
Il vino è uno dei pilastri del made in Italy agroalimentare. Negli ultimi anni, la Calabria ha rilanciato la sua immagine puntando sulla qualità e sulle sue eccellenze. “Questo riconoscimento non è un punto di arrivo – ammette Librandi – ma uno stimolo a fare ancora meglio”. Gli operatori sperano che la nuova tutela europea porti più investimenti sul territorio e una crescita solida per tutta la filiera.
Mentre si aspettano le prime bottiglie con la nuova etichetta Docg, tra i vigneti di Cirò e Cirò Marina si respira un clima di grande soddisfazione. “È una vittoria per tutti noi”, racconta un giovane agricoltore incontrato lungo la statale 106. Ma già si pensa alla prossima vendemmia: perché qui, tra terra rossa e vento salmastro, il futuro del vino si costruisce ogni giorno.