L’industria vinicola italiana ha mostrato segni di crescita nel mercato cinese, chiudendo il 2016 con un incremento delle vendite del 32,7%, pari a 120,2 milioni di euro. Tuttavia, nonostante questo successo, il divario rispetto ai principali competitor continua ad ampliarsi, creando preoccupazione tra gli operatori del settore. Secondo l’Osservatorio Paesi Terzi, realizzato da Business Strategies e Nomisma Wine Monitor, l’Italia si trova in una posizione difficile, specialmente per quanto riguarda le vendite di vini rossi di qualità.
Il divario con i competitor
I rossi Dop italiani venduti in Cina valgono dieci volte meno delle importazioni del solo Bordeaux francese. Questo dato evidenzia la potenza e l’appeal del vino francese nel mercato asiatico. Oltre alla Francia, anche l’Australia e il Cile stanno guadagnando terreno. Silvana Ballotta, CEO di Business Strategies, ha sottolineato che l’entrata a dazio zero dei vini cileni e neozelandesi, insieme ai dazi agevolati per l’Australia, rappresenta una sfida significativa per il vino italiano.
Opportunità e sfide per il vino italiano
La visita ufficiale del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Cina potrebbe rappresentare un’importante opportunità per rafforzare le relazioni commerciali e promuovere il vino made in Italy. Tuttavia, Ballotta evidenzia che l’Italia sta pagando un ritardo nella promozione dei suoi prodotti, il che la rende vulnerabile ai cambiamenti nel panorama commerciale globale.
Denis Pantini, responsabile di Nomisma-Wine Monitor, ha osservato che, nonostante la crescita delle importazioni di vino italiano in Cina, che ha registrato un incremento significativo del 39,1% rispetto al 2015 per i vini fermi imbottigliati, l’Italia continua a rimanere indietro rispetto ai concorrenti. I dati parlano chiaro:
- Francia: Dominio con un valore di 874,3 milioni di euro, con una crescita di 92 milioni di euro nel 2016.
- Australia: Incremento di quasi 95 milioni.
- Bordeaux: Importazioni in Cina nel 2016 hanno raggiunto un valore record di 310,6 milioni di euro, con un aumento del 15,9%.
Strategie per il futuro
È evidente che, mentre l’Italia fa progressi, i competitor non rimangono fermi. La crescita del mercato cinese del vino è un’opportunità imperdibile e l’Italia deve adattarsi rapidamente per non perdere ulteriore terreno. Un approccio più aggressivo nella promozione e una strategia commerciale incisiva potrebbero rivelarsi cruciali per recuperare il ritardo accumulato. Alcuni suggerimenti per migliorare la posizione dell’Italia nel mercato cinese includono:
- Partecipazione a fiere internazionali.
- Campagne pubblicitarie mirate.
- Alleanze strategiche con distributori locali.
Inoltre, l’educazione del consumatore cinese riguardo alle varietà italiane e alla cultura del vino potrebbe rappresentare un elemento chiave nell’espansione del mercato. Le aziende vinicole italiane devono investire maggiormente nella formazione e nella sensibilizzazione dei consumatori cinesi, puntando sulla qualità e sulla tradizione che contraddistinguono il vino italiano.
In conclusione, il mercato cinese del vino è in rapida evoluzione e l’Italia ha bisogno di un piano ben definito per affrontare la concorrenza crescente. Con le giuste strategie e una visione a lungo termine, c’è ancora spazio per l’Italia per affermarsi come uno dei leader in questo promettente mercato.