Firenze, 5 giugno 2024 – Il Consorzio Chianti Rufina entra a far parte della Global Artisan Vintners Alliance (Global Ava), la rete internazionale che riunisce alcune delle più prestigiose zone vinicole al mondo, dalla California alla Francia, passando per Argentina e Croazia. L’annuncio è arrivato oggi a Firenze, con la firma dell’accordo tra Gerardo Gondi, presidente del Consorzio, e Mirena Bagur, rappresentante di Global Ava. È la prima volta che un territorio italiano entra in questa alleanza, un passo importante per dare maggiore visibilità al Chianti Rufina a livello globale.
Chianti Rufina si fa spazio tra i grandi del vino
Global Ava è un club esclusivo. Ne fanno parte già territori come Livermore Valley in California, Texas Hill Country, Chilecito in Argentina, Chinon in Francia, Alentejo in Portogallo e Vale dos Vinhedos in Brasile, solo per citarne alcuni. Sono zone caratterizzate da produzioni limitate ma di alta qualità, con una forte identità locale e un occhio sempre attento all’innovazione. “Confrontarsi con realtà così diverse apre nuove strade per migliorare le pratiche agricole, le tecnologie e anche il modo di promuovere il vino”, ha detto Gerardo Gondi. “È un’occasione che accolgo con entusiasmo proprio all’inizio del mio mandato”.
Il Consorzio rappresenta una delle zone più note della Toscana, con i comuni di Pontassieve, Rufina, Pelago, Dicomano e Londa, a nord-est di Firenze. Qui una ventina di aziende coltivano circa 750 ettari di vigneti e producono ogni anno 3,5 milioni di bottiglie. Il fiore all’occhiello è il Chianti Rufina Riserva Terrælectae, un Docg ottenuto da Sangiovese in purezza, con uve provenienti da vigne selezionate.
Tradizione e innovazione: un equilibrio da custodire
Entrare in Global Ava non è solo un riconoscimento internazionale. È anche un modo per spingere il territorio verso l’estero e favorire lo scambio di idee tra produttori, tecnici e professionisti. “Far parte di questa rete significa difendere e valorizzare l’unicità del nostro paesaggio e del nostro vino”, ha detto Francesco Sorelli, direttore e ambasciatore del Consorzio. “Per il Chianti Rufina è un’opportunità per raccontare la sua storia, la sua cultura e la sua enologia dialogando con altri grandi distretti vinicoli del mondo”.
Il Consorzio ha appena avviato un progetto di zonazione, chiamato Terraelectae, che lega il Sangiovese al territorio, mettendo in luce le caratteristiche specifiche di ogni singola vigna. Un passo che rafforza l’identità storica e culturale della zona, senza perdere il contatto con le esperienze internazionali.
Un benvenuto carico di aspettative
La firma dell’accordo è avvenuta alla presenza di Mirena Bagur, rappresentante di Global Ava, che ha dato il benvenuto al Consorzio Chianti Rufina nella rete: “La nostra alleanza si basa sul legame profondo tra vigneto, territorio, cultura locale e comunità”, ha spiegato Bagur. “Aggiungere la storia e lo stile italiano arricchirà il dialogo tra le nostre regioni”.
Per la Toscana è un passo importante verso una maggiore visibilità internazionale. “Condividere esperienze è la chiave per crescere”, ha aggiunto Sorelli. “Crediamo nella forza della conoscenza condivisa e vogliamo costruire il futuro del nostro territorio rispettando quello che la tradizione del vino ci ha insegnato nel corso dei secoli”.
Il futuro del Chianti Rufina passa da qui
Con una storia lunga e una produzione che punta più alla qualità che alla quantità, il Chianti Rufina si prepara a confrontarsi con le altre grandi eccellenze del vino nel mondo. L’obiettivo è chiaro: far conoscere sempre di più i vini toscani sui mercati esteri e arricchire il bagaglio tecnico e culturale dei produttori locali grazie allo scambio con realtà diverse.
I dati del Consorzio parlano chiaro: circa venti aziende su 750 ettari, con una produzione annua di 3,5 milioni di bottiglie e una quota in crescita destinata all’export. Il marchio volontario Terrælectae rappresenta oggi il livello più alto della denominazione.
Quando tradizione e innovazione si incontrano e il dialogo supera i confini, anche un piccolo territorio può diventare un protagonista nel panorama mondiale del vino.
