Nell’epoca contemporanea, segnata da conflitti e divisioni, il cibo sta subendo una profonda trasformazione. Tradizionalmente considerato una fonte di vita e un mezzo di connessione tra le persone, il cibo riveste oggi un ruolo cruciale in contesti come quello della Palestina, dove le conseguenze della guerra si fanno sentire in modo drammatico. Durante l’inaugurazione di Cheese 2025, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha messo in evidenza come la società civile, in particolare le donne e i bambini, siano coloro che pagano il prezzo più alto in queste situazioni di conflitto. La fame e la malnutrizione sono utilizzate come armi di guerra, privando intere comunità della dignità e della possibilità di vivere serenamente.
Il diritto al cibo per tutti
Cheese è un evento che celebra i formaggi e la cultura gastronomica, ma non può permettersi di ignorare le ingiustizie e le sofferenze che si verificano nel mondo. Fin dal suo avvio, l’evento ha ribadito con forza il diritto al cibo per tutti, sottolineando l’importanza di garantire l’accesso al cibo di qualità come un fondamentale diritto umano. Tra le iniziative più significative di questa edizione, ci sono stati momenti dedicati al Medio Oriente e a come è possibile lavorare per riportare la pace in Palestina.
Progetti significativi
Uno dei progetti presentati è quello dei vini dei Salesiani del Monastero di Cremisan, situato a pochi chilometri da Betlemme, in Cisgiordania. Qui, su una superficie di 25 ettari, vengono prodotte 250.000 bottiglie di vino all’anno. Questo progetto è nato per sostenere le opere salesiane locali, tra cui scuole e centri giovanili. Luca Cristaldi, rappresentante di VIS-Volontariato Internazionale per lo sviluppo, ha spiegato:
- «Quest’anno, per dare un segno di speranza, abbiamo di nuovo vendemmiato e vinificato e stiamo provando a vendere qualcosa all’estero».
- «Con Slow Food cerchiamo di creare una rete di distribuzione anche in Italia».
La situazione del Monastero è simbolica: è diviso dal muro israeliano, che segna la linea di confine con la Cisgiordania. Questa divisione fisica è un riflesso delle divisioni sociali e politiche che affliggono la regione.
Accanto ai vini, è stato presentato anche il progetto della Scuola Juzoor, il cui obiettivo è costruire una nuova scuola primaria nel villaggio di Khallet Taha, a sud di Hebron. Questo progetto include anche la ristrutturazione di quattro istituti esistenti in Cisgiordania e il supporto psicosociale per studenti e insegnanti. L’educazione è un elemento cruciale per il futuro delle giovani generazioni e per la costruzione di una società più giusta e pacifica.
La voce della cultura gastronomica palestinese
Un momento toccante di Cheese 2025 è stato l’intervento di Fidaa Abuhamdiya, cuoca e divulgatrice palestinese, che ha portato la sua esperienza personale e professionale a questo importante evento. Nata a Jabalia, nella Striscia di Gaza, Fidaa ha vissuto un percorso che l’ha portata tra Padova e Hebron, dove ha lavorato in ristoranti di alta cucina, come il pluristellato Le Calandre. La sua testimonianza è stata una celebrazione della cultura gastronomica palestinese, ma anche una riflessione profonda sulla difficile realtà che molti palestinesi affrontano quotidianamente.
Fidaa ha spiegato: «È difficile parlare di cibo e pace in Palestina, mentre si cerca di sopravvivere con quel poco che c’è a disposizione e il cibo è usato come un’arma». Per lei, la vera pace significherebbe poter sedere a tavola e condividere un pasto senza il peso delle violenze circostanti. «Tornare a coltivare la terra, raccogliere le olive e camminare tra le colline alla ricerca di erbe selvatiche da usare in cucina» rappresenta un sogno di normalità e speranza.
Il messaggio di Slow Food, come ribadito dalla presidente Barbara Nappini, è chiaro: «Il cibo deve essere un diritto per tutte e tutti, uno strumento di pace e benessere, e non deve mai diventare strumento di guerra e di morte». L’adesione alla Marcia per la Pace Perugia Assisi del 12 ottobre è un ulteriore passo in questo percorso di affermazione del diritto al cibo e alla pace.
In un mondo dove il cibo può essere un simbolo di divisione e conflitto, è fondamentale ripensare il nostro rapporto con esso. Che sia un modo per costruire ponti, per unire le persone e per lavorare insieme per un futuro migliore. Cheese 2025 non è solo un evento dedicato ai formaggi, ma un richiamo a tutti noi affinché il cibo torni ad essere un veicolo di pace e di solidarietà, un mezzo per costruire comunità e per affermare il diritto alla vita e alla dignità.