Cantina Nicola: un viaggio tra innovazione, tradizione e vino biologico

Cantina Nicola: un viaggio tra innovazione, tradizione e vino biologico

Cantina Nicola: un viaggio tra innovazione, tradizione e vino biologico

Redazione Vinamundi

22 Settembre 2025

Nel cuore del Monferrato, precisamente a Cocconato d’Asti, si erge la Cantina Nicola, un angolo di autenticità e passione per il vino. In occasione dell’anteprima di Cocco…Wine 2025, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Federico Nicola, il fondatore e volto della cantina-ristorante, che ci ha guidato attraverso la sua realtà vinicola, unendo innovazione, tradizione e un approccio biologico.

Federico ci accoglie tra le casse rosse ricolme di grappoli, simbolo della sua dedizione al mestiere. La Cantina Nicola si estende su cinque ettari di vigneti, di cui due si trovano nel territorio di Cocconato d’Asti e uno a Passerano Marmorito, dove viene prodotto l’Albugnano, un vino rosso autoctono del Piemonte. “Mi sono ritrovato una vigna di Grignolino dal nonno”, racconta con orgoglio, “pertanto lo faccio con tanto entusiasmo. Anzi, ne ho piantato ancora un pezzo. Sono poche, solo 2500 bottiglie, però ci tengo a continuare”. Il Grignolino, vitigno tradizionale piemontese, è noto per il suo carattere unico e il suo legame con il territorio.

La produzione biologica

La produzione di Cantina Nicola è un viaggio affascinante, che si snoda attraverso i principi dell’agricoltura biologica. “Siamo in biologico”, afferma Federico, “quest’anno usciremo con le nostre prime etichette bio, dopo gli anni di conversione”. La transizione al biologico non è stata priva di sfide. “L’anno scorso è stata l’annata più difficile della mia carriera. Pioveva incessantemente e la primavera ha danneggiato più della metà del raccolto. Ci siamo trovati ad affrontare una stagione complicata”. Quest’anno, tuttavia, le cose sembrano promettenti. “C’è dell’ottima uva”, continua Federico, “ma c’è anche un po’ di pessimismo nel mondo del vino, con alti e bassi in tutti i settori. Quest’anno, purtroppo, il basso nel mondo del vino è piuttosto profondo”.

Un cambiamento radicale

La storia di Cantina Nicola è il risultato di un cambiamento radicale nella vita di Federico. “Non mi piaceva vivere a Torino e non mi vedevo seduto a una scrivania. Ho comunicato la mia scelta alla mia famiglia, destabilizzandoli non poco. Da lì ho studiato viticoltura ed enologia“. Gli anni in cui Federico ha intrapreso questa strada coincidevano con un periodo in cui l’Unione Europea cercava di incentivare i giovani agricoltori. “Ho ricevuto i primi contributi per partire. Anche se i fondi non bastano, sono stati fondamentali per costruire la cantina, che all’inizio era vuota ma ora sembra addirittura piccola”.

Nonostante la produzione di sole 20.000 bottiglie, la varietà di etichette è ampia. “Il lavoro non manca”, afferma, “e nel 2013 abbiamo aperto il ristorante, un passo che ha contribuito alla crescita della nostra azienda”. La scelta di avviare un ristorante è stata dettata dalla volontà di offrire un’esperienza completa ai visitatori, che possono così degustare i vini abbinati ai piatti preparati con ingredienti locali.

L’arte della vinificazione

All’interno della cantina, ci si trova immersi in un ambiente che riflette l’arte della vinificazione. Federico ci mostra il processo che porta alla creazione dei suoi vini. “Produco due tipi di vini bianchi:

  1. Monferrato Bianco, un blend di Arneis e Sauvignon, fruttato e fresco.
  2. Chardonnay Piemonte D.O.C., che produco solo nelle annate migliori. Una parte fermenta in legno nuovo e una parte in acciaio, creando un vino più complesso”.

Un aspetto curioso e innovativo della produzione di Cantina Nicola è la fermentazione della base spumante, realizzata in un ambiente sotterraneo fresco e umido. “Siamo completamente sotto terra, qui è sempre fresco e umido”, spiega Federico. “Il nostro tufo è compattissimo. Anni fa si usavano legni molto più speziati e intensi, ma oggi il nostro approccio è più fine e rispettoso del prodotto”.

La cantina sta anche sperimentando con nuovi metodi, come il rosé, che quest’anno è stato realizzato grazie all’ottima qualità dell’uva. “Questo è il primo anno in cui faccio il rosé, perché l’uva era già molto colorata”, racconta con entusiasmo.

Tuttavia, Federico esprime preoccupazione per le tendenze recenti nel mondo del vino, come la produzione di vini dealcolati. “Se si potesse togliere un grado e mezzo senza modificare il sapore, potrei capire il motivo per la grande distribuzione”, afferma, “ma ci stanno portando verso il vino-bibita”. Questo scetticismo riflette il desiderio di mantenere l’integrità e la qualità del vino piemontese, un patrimonio da preservare. “Il Piemonte deve guardare alla qualità”, conclude, sottolineando l’importanza di rimanere fedeli alla tradizione e alla storia del territorio.

Cantina Nicola rappresenta quindi un perfetto esempio di come sia possibile coniugare innovazione e tradizione, nel rispetto dell’ambiente e della cultura vitivinicola locale. Un viaggio che non è solo un atto di produzione, ma un vero e proprio atto d’amore verso la terra e il suo frutto più prezioso: il vino.

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