
Calo del fatturato e consumi in crisi: i timori dei viticoltori all'Assemblea Uiv
Il mondo della viticoltura italiana si trova attualmente in una fase di grande incertezza e preoccupazione, come evidenziato dai dati presentati durante l’assemblea dell’Unione Italiana Vini (Uiv). Secondo il Report 2025 dell’Area studi Mediobanca, il settore, tradizionalmente considerato virtuoso e di forte dimensione familiare, sta vivendo un periodo critico caratterizzato da un calo del fatturato, una diminuzione dei consumi e l’applicazione di dazi doganali. Questo contesto preoccupante ha spinto i produttori a riflettere sul futuro e sulle strategie da adottare per garantire la sostenibilità e la crescita del comparto.
preoccupazioni principali dei viticoltori
Il dato più allarmante emerso dall’indagine è che il 94,9% delle imprese vitivinicole colloca il calo del fatturato come la principale preoccupazione. Questo è seguito dal 72% delle aziende che esprime inquietudine per la riduzione dei consumi, mentre il 66% menziona i dazi come un elemento di forte preoccupazione. Questi fattori stanno infatti incidendo negativamente sulla redditività del settore, che risulta essere inferiore rispetto a quella di altri settori alimentari e delle bevande. Il rendimento del capitale nel settore vinicolo è stimato al 5,4%, rispetto all’8% del comparto alimentare e al 9,9% delle bevande.
performance delle regioni vitivinicole
Tra le regioni italiane, la Toscana si distingue per avere il più alto margine operativo lordo (Ebit margin) con un valore del 16,4%, seguita dall’Abruzzo e dal Piemonte, che registrano rispettivamente un Roi del 7% e un Ebit margin del 6,4%. È interessante notare che i produttori piemontesi, toscani e abruzzesi sono anche i più grandi esportatori, con percentuali di fatturato estero che si attestano attorno al 63%, 59,5% e 58,7%.
strategie per affrontare le sfide
In questo scenario complesso, il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, ha sottolineato l’importanza di una revisione del Testo unico del vino, proposta che mira ad aggiornare la legge e i suoi decreti attuativi entro il 2026. Frescobaldi ha evidenziato la necessità di una presa di coscienza da parte del settore, invitando tutti a unirsi per affrontare le sfide attuali. “Non possiamo più permetterci di inondare la Cantina Italia con vendemmie da 50 milioni di ettolitri, che rappresentano la media produttiva degli ultimi 25 anni”, ha affermato, riferendosi al calo dei consumi a livello globale.
Per affrontare le sfide attuali, i produttori hanno indicato alcune strategie chiave:
- Apertura a nuovi mercati – segnalata dal 77% degli intervistati.
- Investimenti sul capitale umano – considerati fondamentali dal 56% delle aziende.
- Sviluppo di prodotti no-low alcohol – evidenziato dal 50% degli intervistati, in risposta alla crescente consapevolezza sui temi della salute e del benessere.
Inoltre, il settore vitivinicolo italiano, che rappresenta una parte vitale dell’economia agricola e turistica, necessita di un piano di promozione più strutturato e impattante, soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai mercati dei Paesi terzi. Uiv suggerisce che gli aiuti dovrebbero essere orientati verso progetti di maggiore respiro e che la revisione del decreto Ocm promozione dovrebbe semplificare ulteriormente le regole di accesso e finanziamento.
La situazione attuale del mercato vinicolo italiano richiede una risposta collettiva e innovativa. I produttori sono chiamati a riflettere sulla loro posizione nel contesto globale e a considerare nuove opportunità di crescita, allineandosi alle tendenze dei consumatori e rispondendo alle sfide economiche e normative che si presentano. Con il giusto approccio e un forte senso di cooperazione, il settore vitivinicolo può affrontare queste difficoltà e continuare a prosperare nel panorama internazionale.