Brunello in evoluzione: un nuovo inizio per il vino simbolo della Toscana

Brunello in evoluzione: un nuovo inizio per il vino simbolo della Toscana

Brunello in evoluzione: un nuovo inizio per il vino simbolo della Toscana

Redazione Vinamundi

13 Novembre 2025

Montalcino, 13 novembre 2025 – Cambiano le regole per la valutazione delle nuove annate di Brunello di Montalcino. Dal 14 al 18 novembre, durante la 33a edizione di Benvenuto Brunello, il Consorzio presenta una novità: la critica delle nuove uscite sarà affidata a un gruppo internazionale formato da otto Master of Wine. La svolta, annunciata nella sede del Consorzio, riguarda il vino simbolo della Toscana, che quest’anno mette in campo la vendemmia 2020 e la Riserva 2019.

Brunello, un metodo tutto nuovo per giudicare l’annata

Per la prima volta la valutazione non si concentra più sulla vendemmia appena finita, ma su quella che arriverà sul mercato a gennaio, cioè la 2020. Il Consorzio del Brunello di Montalcino ha deciso di abbandonare il vecchio sistema delle stelle – già messo da parte nel 2021 – per adottare un modello più completo. Adesso si combinano dati sul meteo, analisi del territorio e degustazioni sensoriali. “Serviva un modo nuovo per leggere l’annata, non più basato solo su numeri, ma su informazioni serie, oggettive e non influenzate da chi produce”, ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci.

Dietro questo progetto c’è il lavoro del consiglio di amministrazione insieme a climatologi, esperti di territorio e degustatori da tutto il mondo. L’obiettivo è raccontare meglio la complessità del territorio di Montalcino. Il sistema tiene conto di come il clima ha influenzato la maturazione del Sangiovese e delle sensazioni raccolte da un panel rappresentativo. Secondo Bindocci, solo così si può davvero esaltare lo stile unico del Brunello.

Otto Master of Wine al timone della degustazione

A guidare il gruppo di lavoro sono due Master of Wine italiani, Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi, affiancati dalla società Copernico, che lavora nel settore high tech farming proprio a Montalcino. Il panel internazionale comprende anche Madeleine Stenwreth (Svezia), Justin Knock e Michelle Cherutti-Kowal (Regno Unito), Tracey Dobbin (Francia), Frank Roeder (Germania) e Philip Goodband (Stati Uniti). Il primo blind tasting dei campioni di Brunello 2020 si è tenuto il 15 ottobre nella sede del Consorzio: una degustazione alla cieca che ha visto coinvolto anche il comitato di presidenza.

“Questo metodo è uno strumento per mostrare l’alta qualità e il continuo rinnovamento stilistico della denominazione,” hanno spiegato Gorelli e Lonardi. “Permette anche al territorio e alle aziende di raccontare in modo chiaro le sfide e gli effetti del cambiamento climatico.”

Dal meteo alla bottiglia, un percorso di dati e identità

Il nuovo sistema si sviluppa in più fasi: si parte dall’analisi del clima dell’anno, poi si passa ai dati concreti su maturazione e resa, per finire con la valutazione sensoriale dei vini già in bottiglia. L’idea è dare ai produttori uno strumento affidabile per presentarsi sul mercato, mettendo in luce sia lo stile attuale sia le tendenze di consumo del Brunello di Montalcino.

“Per la prima volta un Consorzio affida la lettura del suo vino più importante anche a un team esterno di esperti, che potranno cambiare a ogni edizione,” ha sottolineato Bindocci. Una scelta che punta a rafforzare la reputazione internazionale della denominazione e a rispondere alle nuove sfide del clima.

L’annata 2020 sotto i riflettori a Benvenuto Brunello

L’analisi completa dell’annata sarà svelata sabato 16 novembre al Teatro degli Astrusi, subito dopo il talk “Quale futuro per i Consorzi del vino”, in programma dalle 10.30. In quell’occasione saranno presentati i risultati del panel internazionale sui campioni di Brunello 2020, che arriveranno sul mercato a gennaio.

Per i produttori di Montalcino è un momento importante. “Un modello che aiuta anche le aziende a comunicare in modo chiaro e identitario,” hanno ribadito Gorelli e Lonardi. Ma dietro questa novità c’è anche la voglia di raccontare, con strumenti diversi, la ricchezza e la varietà di un territorio che continua a rinnovarsi senza dimenticare le sue radici.

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