Negli ultimi anni, il tema dei biocarburanti ha guadagnato sempre più attenzione, non solo per le sue implicazioni ambientali, ma anche come potenziale fonte di reddito per gli agricoltori. Gabriele Burato, capo in Italia di Corteva Agriscience, ha recentemente sottolineato l’importanza delle colture oleaginose, come il girasole, nella produzione di carburanti sostenibili. Questo settore potrebbe raggiungere un valore di 120 miliardi di euro e raddoppiare nei prossimi dieci anni. La Commissione Europea sta attualmente lavorando per definire le “colture intermedie” nell’ambito della direttiva sulle energie rinnovabili, un passaggio cruciale che potrebbe aprire nuovi mercati per gli agricoltori italiani.
La transizione verso i biocarburanti
Con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e promuovere l’uso di energie rinnovabili, l’Unione Europea ha stabilito normative che obbligano le compagnie aeree a includere una certa percentuale di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) nei loro mix di combustibile. Entro il 2050, l’obiettivo è di raggiungere il 70% di SAF nelle miscele. Le colture agricole, in particolare quelle ad alta resa oleosa come il girasole, possono giocare un ruolo fondamentale in questo contesto. Burato afferma: “Le coltivazioni di girasole possono fornire una materia prima perfetta per la produzione di biocarburanti, contribuendo così a una significativa riduzione delle emissioni nel trasporto aereo”.
La transizione verso l’uso di biocarburanti non è solo una questione di sostenibilità ambientale, ma rappresenta anche un’opportunità economica per gli agricoltori. Investendo nella produzione di colture dedicate, gli agricoltori possono diversificare le loro fonti di reddito, riducendo al contempo la dipendenza dalle risorse fossili.
L’importanza della definizione di “coltura intermedia”
Una delle sfide principali per il settore è la mancanza di chiarezza normativa. La definizione di “coltura intermedia” è cruciale, poiché senza di essa gli agricoltori europei rischiano di essere esclusi da questa opportunità. Burato sottolinea che se le normative non saranno inclusive, il potenziale di crescita per il settore agricolo italiano potrebbe essere compromesso. “Con il giusto supporto normativo, i biocarburanti possono diventare un elemento chiave per il futuro dell’energia sostenibile in Europa”, afferma Burato.
Agrivoltaico e sostenibilità
In Italia, il settore agricolo sta rapidamente evolvendo, con l’adozione di tecnologie come l’agrivoltaico, che sfrutta le aree agricole per la produzione di energia solare senza compromettere la produzione alimentare. Questa innovazione si inserisce in un contesto più ampio di agroenergie, dove il biometano ha già un ruolo preponderante. Le colture di girasole, in questo scenario, non solo contribuiscono alla produzione di biocarburanti, ma possono anche essere integrate in sistemi agricoli più sostenibili.
Coltivazioni e catene di valore
Tradizionalmente, le colture dedicate alla produzione di biocarburanti includono colza, mais e soia. Tuttavia, Corteva sta puntando sul girasole come alternativa valida. Burato spiega che coltivare girasole è più conveniente rispetto alla produzione di combustibili fossili. “Le colture oleaginose già dispongono di una catena di valore ben strutturata in Europa, con impianti per la frantumazione, stoccaggio e raffinerie pronte a convertire l’olio in carburante per l’aviazione”, afferma Burato.
Un altro aspetto importante è la possibilità di coltivare girasoli sui terreni già esistenti senza compromettere la produzione alimentare. Da secoli, gli agricoltori hanno utilizzato colture intermedie per proteggere i suoli e mantenere la salute agricola. Le colture di copertura, come i girasoli, possono contribuire a mantenere il carbonio nel suolo, trattenere l’acqua e prevenire l’erosione.
Collaborazioni e ricerca
Corteva sta collaborando con aziende del settore energetico per testare il potenziale dei girasoli come coltura di copertura, creando così un mercato per queste coltivazioni. Burato sottolinea l’importanza della ricerca e sviluppo in questo ambito: “Ogni giorno investiamo oltre 4 milioni di euro in ricerca. Le nostre tecnologie per il miglioramento genetico ci permettono di sviluppare i migliori semi per i sistemi di doppia coltura. Vogliamo convincere gli agricoltori a coltivare i nostri semi, creando così un circolo virtuoso”.
Il futuro dei biocarburanti
L’industria dei biocarburanti rappresenta un’opportunità significativa per gli agricoltori italiani, contribuendo non solo alla sostenibilità ambientale ma anche alla crescita economica del settore primario. Con il giusto supporto normativo e l’adozione di pratiche innovative, il futuro del settore agricolo potrebbe essere più luminoso che mai. La sinergia tra agricoltura e produzione di energia sostenibile potrebbe infatti diventare un modello replicabile non solo in Italia, ma in tutta Europa, portando a un cambiamento significativo nel modo in cui produciamo e consumiamo energia.