Barolo 2025: i produttori esultano per un’annata di uve Nebbiolo straordinarie

Barolo 2025: i produttori esultano per un'annata di uve Nebbiolo straordinarie

Barolo 2025: i produttori esultano per un'annata di uve Nebbiolo straordinarie

Redazione Vinamundi

30 Ottobre 2025

Alba, 12 giugno 2025 – Nelle Langhe, cuore vivo della viticoltura piemontese, la vendemmia 2025 si è appena chiusa lasciando dietro di sé un clima di ottimismo tra produttori e operatori. Un’annata segnata da un meteo favorevole e da una maturazione delle uve che molti definiscono “omogenea e perfetta”. I protagonisti del territorio, riuniti nell’associazione Deditus, parlano già di una delle raccolte migliori degli ultimi anni. Un risultato che, secondo diversi, potrà tradursi in vini equilibrati e di lunga durata, con effetti positivi anche sull’economia enoturistica locale, che vale circa 400 milioni di euro l’anno.

Clima in equilibrio, vendemmia da manuale

“L’inverno è stato piovoso, con circa 400 millimetri di pioggia tra febbraio e metà maggio, e temperature miti”, racconta Alberto Gagliardo della cantina Gianni Gagliardo. “Dopo il 20 maggio la primavera è cambiata: clima asciutto, giornate ventose e piogge ben distribuite tra giugno e agosto. L’autunno? Quasi da manuale: piogge al punto giusto, notti fredde con escursioni termiche fino a 15 gradi”. Per Gagliardo, questa combinazione ha permesso alle uve di raggiungere una maturazione fenolica ideale, con bucce spesse e sanità impeccabile. “Un’annata così la meritavamo proprio”, confida. “Ora comincia il lavoro in cantina”.

Produttori in campo: esperienza e attenzione ai dettagli

Il parere positivo arriva anche da Eugenio Palumbo della cantina Vietti: “Abbiamo finito la raccolta l’11 ottobre. In 24 vendemmie non ricordo molte annate con un equilibrio così netto tra zuccheri, acidità, colore e profumo. Ci sono stagioni in cui tutto sembra più facile, questa è una di quelle”. Anche Stefano Chiarlo, alla guida della Michele Chiarlo, sottolinea come il lavoro in vigna abbia trasformato un’annata anticipata in una “quasi classica”, simile al 2010 o al 2016. “Abbiamo imparato a non diradare l’uva nei periodi più caldi”, spiega, “e questo ci ha aiutato a mantenere la qualità”.

In casa Prunotto (Antinori), Gianluca Torrengo scherza: “Con uve così belle, se si sbaglia ora, si sbaglia solo in cantina”. Torrengo mette in luce come la vite abbia saputo adattarsi agli estremi climatici dell’anno: “Forse meno quantità, ma qualità come non si vedeva da tempo. Il Nebbiolo quest’anno è equilibrato come non accadeva da anni”.

Cambiamenti climatici, nuove sfide in vigna

Il tema del cambiamento climatico torna spesso nei discorsi dei produttori. Zvonimir Jurkovic, cantiniere di Poderi Luigi Einaudi da trent’anni, nota che “le vendemmie anticipate e le stagioni secche sono ormai all’ordine del giorno”. Ma l’annata 2025 ha portato anche un po’ di entusiasmo: “Abbiamo investito in nuove attrezzature e in ricerca per affrontare le difficoltà”.

Per Luca Sandrone della Luciano Sandrone, il segreto è stata la maturazione perfettamente uniforme: “La fioritura è stata ottima in pochi giorni, con un equilibrio tra zuccheri e acidità senza eccessi. In quarant’anni ho visto cambiare molto, ma la conoscenza aiuta a fare le scelte giuste”.

Anche Claudio Pira della Pio Cesare ricorda l’importanza di monitorare il cambiamento: “Facciamo controlli più precisi sulla maturazione per scegliere il momento giusto della vendemmia. Abbiamo vigneti sparsi in dieci comuni diversi: serve attenzione costante”.

Mercato stabile, turismo in crescita

Nonostante le incognite globali – dal cambio euro/dollaro ai dazi USA – il mercato dei vini delle Langhe resta solido. “Il boom post-Covid è finito”, ammette Alberto Cordero della Cordero di Montezemolo, “ma il mercato tiene. Le nuove generazioni cercano vini più accessibili, c’è attenzione al salutismo e al no-alcol. Dobbiamo restare sul pezzo e dialogare molto”.

Sul fronte turismo, i numeri parlano chiaro: tra Langhe e Roero, nel 2024 si sono contati 1,5 milioni di pernottamenti, con un turismo internazionale di qualità. “Dobbiamo gestire questa crescita”, spiega Lorenzo Scavino della cantina Azelia, “pensare a destagionalizzare e migliorare le infrastrutture. I 400 milioni di euro di indotto sono già un patrimonio per il territorio”.

Uno sguardo fiducioso al domani

In sintesi, la vendemmia 2025 nelle Langhe segna un ritorno all’equilibrio, sia dal punto di vista climatico che qualitativo. I produttori guardano con fiducia ai prossimi mesi in cantina e alle sfide commerciali che verranno, consapevoli che – tra cambiamenti climatici e nuovi mercati – la forza del territorio sta nella capacità di adattarsi e rinnovarsi senza perdere la propria anima.

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