Bardolino Chiaretto: un successo senza precedenti con il record di partecipanti

Bardolino Chiaretto: un successo senza precedenti con il record di partecipanti

Bardolino Chiaretto: un successo senza precedenti con il record di partecipanti

Redazione Vinamundi

29 Ottobre 2025

Bardolino, 22 maggio 2018 – Martedì sera si è chiusa l’ottava edizione del Concorso Enologico del Bardolino Chiaretto, con la proclamazione dei vini vincitori. L’appuntamento, ormai un classico per il Garda, ha visto il coinvolgimento di 38 aziende, tra cantine e società agricole, che hanno portato ben 56 campioni raccolti nei primi giorni di maggio. Un vero record di partecipazioni, che conferma l’interesse crescente verso una delle denominazioni più importanti della zona.

Chiaretto sotto la lente: classico, doc e spumante a confronto

Il concorso, approvato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha diviso la gara in tre categorie: Chiaretto Classico Doc, prodotto nella zona storica; Chiaretto Doc; e Chiaretto Spumante Doc. La giuria, formata da esperti del settore, ha valutato i vini puntando su qualità e fedeltà al territorio. “Il livello medio è stato davvero alto – ha spiegato uno dei commissari tecnici – con molta cura nella valorizzazione delle caratteristiche locali”.

Nella categoria più seguita, il Chiaretto Classico Doc, si sono messi in luce sia produttori storici che nuovi arrivati. Tra i premiati spiccano le aziende di Bardolino: Girardelli Susanna ed Eugenio (che ha conquistato due lotti), Casetto, Valetti Luigi, Corradini Renato, Raval (anche lei con due lotti), Tre Colline, Costadoro (due lotti), Guerrieri Rizzardi, Fratelli Zeni e Lenotti. Non mancano poi realtà dei comuni vicini come Le Morette di Peschiera del Garda, Roccolo del Lago e Le Caldane di Lazise, oltre a Canella, Enzo Righetti, Dante Righetti e Ca’ dei Colli di Cavaion.

Premi anche oltre la zona storica

Per il Chiaretto Doc, la giuria ha scelto aziende da tutta la provincia di Verona. Tra queste, emergono i nomi di Tinazzi di Lazise, Villa Merighi di San Giorgio in Salici, Arduini Ivan di Pastrengo, Garda Natura di Garda, Le Muraglie di Valeggio sul Mincio, i fratelli Bonazzi Fabio e Dario di San Pietro In Cariano, i fratelli Rizzi Luigino e Claudio di Bovolone e infine i fratelli Bergamini Damiano e Daniele di Colà. “Il concorso è un’opportunità per mettersi alla prova e migliorarsi – ha raccontato uno dei premiati – ogni anno il livello sale”.

Non è stata da meno la gara per il Chiaretto Spumante Doc. Qui la giuria ha segnalato come eccellenti i vini di Fratelli Zeni, Raval, Costadoro, Casetto, Tre Colline, Monte Oliveto, Girardelli Susanna ed Eugenio e Le Vai, tutti di Bardolino. Fuori dalla zona classica, il premio è andato ad Aldo Adami di Custoza e ai fratelli Bergamini Daniele e Damiano di Colà.

Premiazioni e nuovi volti per il Chiaretto

La cerimonia finale si terrà domenica 3 giugno alle 18.30 nel parco di villa Carrara Bottagisio a Bardolino. Sul palco saliranno i vincitori per ricevere i riconoscimenti, alla presenza delle autorità locali e degli operatori del settore. Saranno anche nominati i nuovi “ambasciatori del vino Chiaretto”: Giuseppe Sigurtà, Jesusleny Gomes e Carlo Rigoni, scelti per il loro impegno nella promozione del territorio e della cultura del vino locale.

Per gli organizzatori, il concorso non è solo una gara, ma un momento fondamentale per far emergere la filiera vitivinicola gardesana. “È un’occasione per mostrare la qualità dei nostri vini a livello nazionale e europeo – ha spiegato un membro della commissione”. Il pubblico potrà assaggiare i vini premiati durante la serata, che si annuncia molto partecipata.

Chiaretto, tra radici e futuro

Il successo di questa edizione conferma quanto il settore sia vivo e in crescita. Le 38 aziende coinvolte, molte delle quali realtà giovani, dimostrano la voglia di investire nella qualità e nell’innovazione. Il Chiaretto, in tutte le sue forme, resta un simbolo forte di Bardolino e del lago di Garda. Ma come ricordano gli stessi produttori, la vera sfida è continuare a unire tradizione e nuove tecniche. Solo così il vino potrà raccontare ancora la sua storia, bicchiere dopo bicchiere.

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